domenica 29 ottobre 2017

Pensare in grande ma agire in piccolo, senza girarci intorno

Pensare in grande fa bene. E agire nel piccolo, nel quotidiano, fa ancora più bene. Come sapete è in corso ormai da 3 anni un ambizioso progetto che permetterebbe al Comune di Cassina de Pecchi di acquisire i lampioni pubblici prendendone in carico la gestione diretta con il fine di migliore il Servizio. Perché l'illuminazione pubblica in Paese può solo migliorare, peggiorare la vedo dura.
Ormai qualche anno fa, quando cioè cominciai a frequentare il nostro Paese (lo sapete, non sono un autoctono, ma un cassinese di adozione) una delle prime impressioni fu proprio lo stupore per la scarsa illuminazione pubblica di strade e piazze. Cassina pareva allora e pare tutt'ora un Paese buio dove buio non dovrebbe essere.
Vuoi per la vetustità degli impianti, vuoi perché le fronde degli alberi in più punti coprono la luminosità dei lampioni, vuoi perché ci sono guasti reiterati nel tempo sta di fatto che vi sono zone intere scarsamente illuminate (Piazza Europa, tutta la parte "vecchia" di Sant'Agata, la zona della Metropolitana, la ciclabile sul Naviglio lato Villa Pompea - cito solo alcuni esempi). Il buio quindi e' una realtà con cui facciamo i conti tutti i giorni, o meglio, tutte le notti in attesa del proseguo dell'iter del progetto di cui vi dicevo prima,  un iter lungo, un obiettivo "di mandato", se volete, ma concreto che tra l'altro ha già visto due passaggi in Consiglio Comunale.

Nel frattempo, intanto che si porta avanti la procedura di acquisizione, oggi (e non nel corso "del mandato") abbiamo da affrontare situazioni critiche che necessitano un intervento risolutore. Tra quelle citate prima mi viene in mente la pista ciclabile tra Cassina e Vignate, quella cioè che da Viale Trieste approda all'Ipercoop. Una ciclabile molto bella, immersa nel verde e molto frequentata, da chi passeggia, da chi si reca al Centro Commerciale per fare la spesa. L'illuminazione pubblica di quella pista ciclabile è una kimera: non ha mai funzionato semplicemente perché mancano o sono rotte le lampadine, in alcuni casi mancano addirittura i porta lampade. Quella della ciclabile Cassina-Vignate non è una situazione di particolare disservizio rispetto alle altre (le luci spenti di una Piazza o di un Parco Pubblico sono altrettanto questioni da risolvere) ma li, su quella ciclabile, emerge tutta la difficoltà nel riuscire a coniugare la "grande idea" con "l'azione nel piccolo" perché (chi frequenta il luogo di sera lo sa bene) mentre nel tratto di pista cassinese le luci non funzionano, sul tratto Vignatese si e anche molto bene direi. 

Sentirsi penalizzati o impotenti di fronte a un dato di fatto, di fronte all'efficienza dei nostri vicini di casa e alle continue sollecitazioni che ci arrivano dalla cittadinanza non è una bella sensazione. Per questo l'impegno è stato quello di farmi portavoce verso l'Amministrazione Comunale di cui faccio parte per intervenire e farlo anche alla svelta, adesso nel momento in cui parte il lavoro sul prossimo Bilancio.
Un tema che sta a cuore a molti, a partire dai nostri concittadini.

mercoledì 25 ottobre 2017

Il Movimento Anti Centrosinistra si rafforza, suona un campanello d'allarme

Epurato da qualche "cianfrusaglia patacca" da 4 soldi rivenduta dai soliti che mischiano di tutto, anche il voto di Domenica, per attaccare l'Amministrazione Comunale di Cassina de Pecchi, il post referendum sarà ricordato, almeno qui a Cassina, per un elemento importante: i 3857 elettori che si sono recati alle urne (tutti veri, in carne ed ossa) nonostante il tilt elettronico che ci ha tenuto in ballo fino a Lunedì sera per avere il dato definitivo sul voto (una cosa mai vista #ridateciformigoni). 
Ma la significativa affluenza a Cassina de Pecchi, il 35,91% degli aventi diritto, uno dei migliori risultati in Martesana, non cambia di una virgola la matematica che rimane pur sempre una scienza esatta.

Prima di dire qualcosa su questo voto (ho lasciato passare qualche giorno per leggere le patacche di chi si è affrettato a commentare a caldo) permettetemi di ringraziare tutti i nostri concittadini impegnati ai seggi, ai quali è stato richiesto uno sforzo "in più" viste le "criticità tecniche" non preventivate, anzi escluse a priori da chi (Maroni) ci ha rivenduto il voto elettronico come infallibile e sicuro di un risultato definitivo "un minuto dopo la chiusura dei seggi". E permettetemi anche di esprimere massimo rispetto per i 3609 Si, a differenza di chi, da buon cialtrone quale è, ha apostrofato quanti (come il sottoscritto) si sono espressi per l'astensione. 
Di questo parleremo però in altro momento, perché è importante adesso ragionare sul dato in se, alla luce anche delle dinamiche fluide in ambito di centrodestra locale, che in questi ultimi mesi ha fatto parlare di sé, in una sorta di riposizionamento strategico a più di un anno e mezzo che ci separa dal voto amministrativo.

Un fatto inconfutabile, quello sulla matematica, dicevo prima. Se il 35,91% dei cassinesi ha votato, significa che il restante 64,09% non lo ha fatto. Cosa vuol dire? che fino a quando qualcuno non stravolgerà le regole dei numeri, quasi i 2/3 dei cassinesi se ne è stato a casa. 
Potrei cavarmela cosi e chiudere questo post. Non lo faccio, perchè la realtà è un altra. 
Il dato registrato a Cassina (e in Lombardia) per il numero dei votanti non è un successo strepitoso, sostenerlo fa a cazzotti con una realtà ben più complessa, ma è un dato importante, che lancia segnali e li lancia innanzitutto al centrosinistra di governo locale. Meno di un anno fa, il 4 Dicembre 2016, votò il 77,04% dei cassinesi. Nel 2014, in occasione delle Elezioni Amministrative, dove in gioco c'era la partecipazione diretta di candidati che hanno legami veri con il territorio, votarono 7101 elettori, il 66% degli aventi diritto. Verissimo, ma lo scenario è molto cambiato da allora. 
Il centrodestra al gran completo (tranne qualche defezione); più il Movimento 5 Stelle (che comunque esiste e si sta muovendo anche in Paese); più la galassia degli scontenti a prescindere, già scesa in campo il 4 Dicembre scorso, che utilizza ogni occasione per esprimere un voto "contro" e non "per" (in questi giorni le analisi patacca di cui dicevo prima andate in onda sui Social lo confermano); fanno 35% quasi 36%, per l'esattezza fanno 3609 Si. Facciamo un passo indietro: nel 2014 la lista di centrodestra di Lega e Pdl prese 1935 voti e l'altra lista di centrodestra, 628. Messi insieme fanno 2563, ben lontano dai 3609 voti di Domenica. Non voglio semplificare e mettere insieme ciò che non puoi mettere insieme, ma anche il 22 Ottobre, come probabilmente è avvenuto prima, il 4 Dicembre, in mezzo ai tanti Si (e ai No sul Referendum Costituzionale) si cela un sentimento "Anti Centrosinistra" che va guardato con attenzione e non sbeffeggiato. Il "Movimento Anti" a Cassina produce questa cosa qui: una coalizione che non è ancora una coalizione (forse non lo sarà mai) che in occasione delle tornate elettorali però esprime di fondo una avversità. Un sentimento che forse oggi non può essere (o non vuole essere) omologato, perchè si sa che in politica non sempre 1 più 1 fa 2, ma rimane comunque indicativo dell'evoluzione in corso nell'elettorato locale.

Ed ecco che il voto di Domenica è stato volutamente strumentalizzato, su questo non ci piove, non solo per questioni nazionali, ma anche (e forse sopratutto) per quelle locali. E gli stessi, a cominciare dai vecchi volponi della politica locale, hanno dato a questo appuntamento referendario un significato ben preciso, come se votare Si o non votare o votare No fosse legato a un giudizio sull'attuale Amministrazione Comunale di Cassina de Pecchi. 
Ma, a differenza di questi strumentalizzatori di professione, che vivono di strategie ancorati alla loro posizione di potere, non mi intesto il 64,09% dei non votanti, non sono cosi sciocco, non sono quelli riferimento diretto del Pd di Cassina e di Andrea Parma che hanno invitato a non votare (a proposito, suggerisco a chi fa allusioni patacca di andarsi a rileggere qual è il significato di "Referendum consuntivo", uno strumento che prevede il voto e anche il non voto, sopratutto se il voto, ai fini pratici, non serve a nulla).

Niente canti vittoriosi, quindi, piuttosto calma, sangue freddo e ragionamento. 

Senza disegnare scenari catastrofici o apocalittici, mi sento in dovere di invitare il centrosinistra locale a una riflessione seria, perché minimizzare su quei 3609 Si sarebbe un errore. Anche perché a destra sembra tutto più semplice, oggi, in Italia e nel Mondo, sono privilegiati i "conservatori" e non certo i "progressisti". Sta di fatto che anche Cassina ne risente e non a caso l'appello pre estivo di Andrea Maggio spinge proprio in quella direzione. 
Alcuni esponenti della galassia ad oggi spappolata del centrodestra cassinese (che riesce a riunirsi solo in nome dell'Anti) se ne sono resi conto e vuoi per il contesto, vuoi per il fascino oggettivo di quell'appello, vuoi per il sogno di tornare in sella, tutto sembra andare verso Andrea Maggio e il suo obiettivo e il voto di Domenica inconsciamente lo conferma.
Forza Italia (che sembra essere tornata sulla scena locale dopo 3 anni di inspiegabile e curioso black out totale), Lega Nord, uno dei pochi partiti da quella parte della barricata coerente fino in fondo e i singoli esponenti approdati in questi ultimi 3 anni a nuovi lidi, sotto nuove sigle e bandiere, nonostante le lacerazioni recenti, che ancora bruciano, sono pronti (lo stanno dimostrando) a dire "Andrea, avevi ragione tu. Voltiamo pagina". 
Già dimenticato il disastroso passato in nome della sopravvivenza politica? Io dico di sì, sono pronti a fare il passo, sono pronti a trasformare la melassa "Anti" in un Progetto strutturato, sono pronti a seguire quello che fino a tre anni fa era il temuto avversario interno, Maggio, che è stato senza dubbio alcuno tra i protagonisti della diaspora del centrodestra e che oggi, con il vento in poppa, oltre ad aver gettato le basi per una riunificazione, paradossalmente ne è anche a tutti gli effetti il condottiero.

Da questa parte, intanto, dalla parte del Centrosinistra, la serie di eventi che corrono veloci, dovrebbe far suonare più di un campanello d'allarme.

domenica 22 ottobre 2017

Il lieto fine prima o poi arriverà

Vi racconto una storiella.

Tutte le mattine (o quasi) passo dalla Via Don Verderio e tutte le volte l'occhio cade volontariamente su quel che rimame del resto di una carcassa di auto bruciata nel bel mezzo dei parcheggi che costeggiano le ultime villette al confine con il Comune di Vignate. Quel resto di carcassa appartiene a un auto bruciata tra la fine di Agosto e l'inizio di Settembre. L'auto fu rimossa, quel pezzo no, è rimasto li ed è ancora lì da più di un mese e mezzo. Inutile dirvi che ho segnalato la situazione all'Ufficio Ecologia del Comune e continuerò a farlo fino a quando quel rifiuto non sarà rimosso, ormai è diventata una questione personale. Perché a me i rifiuti abbandonati in giro per il Paese fanno schifo e credo che facciano schifo a tutti, anche se fino ad oggi, nessuno ha pensato o provato a rimuoverlo. Nessuno, tanto meno chi ha l'ingresso della sua casa davanti a quel resto. In un mese e mezzo oltre a guardarla la carcassa e a scrivere all'Ufficio Ecologia, ho anche provato (non riuscendo) a tirarlo su quel pezzo, avendo fatto quasi un tutt'uno con l'asfalto del marciapiede. 

Ora, la storiella, che mi auguro - anzi sono convinto - in un modo o nell'altro andrà a buon fine, non ci dice nulla di nuovo. Perché ci troviamo di fronte al solito noto problema che attanaglia Cassina de Pecchi: i rifiuti di ogni genere sparsi per gli angoli del Paese. 

Non vorrei ripetermi, perché in questi tre anni ne ho parlato più e più volte. E non vorrei apparire nemmeno come quello che si compiace per le multe affibbiate a qualche voncione. Non basta la multa perché il problema è esteso, è diffuso e la sensazione che si vive in Paese è quella di uno scarso rispetto per l'ambiente da parte di taluni e di un poco controllo del territorio, da parte di chi dovrebbe controllare. Non è un tema di scarsa importanza, il decoro mi pare il minimo per una ricca Città del nord Italia come noi siamo. Riuscire a garantirlo come Amministrazione Pubblica ti permette (forse) di ottenere la sufficienza accademica nel giudizio collettivo dei cittadini.

Se deve essere battaglia senza quartiere contro chi inquina (cosa che condivido) deve essere anche (e soprattutto) garantito un Servizio il più possibile efficiente, le due cose del resto sono intimamente legate tra loro. Al contrario, saremmo destinati a cantare vittoria per qualche multa affibbiata ma saremmo condannati a tenerci un Paese sgarrupato e le critiche più che giustificate per le mancanze croniche di cui soffriamo, senza riuscire a raggiungere la sufficienza accademica di cui parlavo prima. 

Ad ogni modo, grazie ai vostri messaggi, oltre alla storiella qui raccontata, settimana scorsa ho segnalato altre situazioni di sporcizia, degrado e discariche. Vedremo se sarò costretto nuovamente
a raccontarle ancora sul mio blog, prima di vedere il lieto fine di tante piccole storielle di ordinario disordine.




martedì 17 ottobre 2017

Il cioccolato svizzero e l'autonomia di Maroni

Al contrario di quanti si strappano le vesti per spiegarci l'inutilità del Referendum del 22 Ottobre per l'Autonomia, io dico invece che si, il voto  serve a qualcosa, parola di Roberto Maroni. 

Il 22 di Agosto scorso il Presidente di Regione Lombardia rilascia una intervista a "Libero Quotidiano" (intervista che ho letto solo in questi giorni, uno di qui pochi momenti in cui si parla di contenuti) in cui Maroni riesce a rispondere alla domanda delle domande su questo appuntamento elettorale, ovvero: 

"Quale sarà la prima scelta della Lombardia autonoma?" 

risposta (tenetevi forte) "zone economiche speciali ai confini con la Svizzera con sgravi fiscali alle imprese che investono li per consentire loro di fare concorrenza alla Svizzera".

E così nel bel mezzo delle vacanze di milioni di Lombardi, il Presidente Maroni, dopo mesi passati a ignorare le richieste incalzanti delle opposizioni, per mezzo di un intervista che mi ricorda un altro leghista (il fu Sindaco di Cassina de Pecchi che presentò il Pgt del tunnel il 12 di Agosto) ci dice per cosa vuole fare il Referendum: competere con la Svizzera. 

Vi giuro, ho trattenuto le lacrime. 

In 5 anni di calma piatta, a qualche mese dal voto per il rinnovo del Consiglio Regionale (Marzo 2018), Regione Lombardia si sveglia dal sonno pluriennale per propinarci un Referendum milionario (milioni nostri, si intende) che ha lo scopo di rifarci sugli amati/odiati svizzeri, dopo anni dolorosi di sudditanza psicologica.

Fare concorrenza alla Svizzera in effetti è un sogno decennale, una necessità oggettiva di chi subisce uno stato di inferiorità culturale e sociale senza precedenti. 

Per i 650000 lombardi, un quarto del totale, in stato di povertà assoluta (in continuo aumento) ci penseremo un altra volta. 
Le 1900 imprese artigiane e commerciali che chiudono in Lombardia in modo costante, ne discutiamo a Marzo, sotto Campagna Elettorale. 
Avere il primato come Regione Italiana per le denunce di "estorsione" non interessa nessuno, figurarci a Maroni e alla Lega che vogliono farla pagare agli svizzeri, colpevoli di avere uno Stato che funziona e funziona anche bene. 

Quel che conta è riuscire a fare concorrenza allo Stato Elvetico, perchè si sa, all'artigiano di Sant'Agata che tira fine mese, al negozio in centro Paese massacrato dal Centro Commerciale, al disoccupato di Camporicco, interessa competere con Zurigo o con Losanna, senza ombra di dubbio. 

Non me ne vorranno gli amici svizzeri, di competere con loro non me ne importa un fico secco. La Svizzera non è il primo pensiero quando si parla di economia, lavoro, sociale in Lombardia. La Svizzera lasciamola li dov'è, con i suoi panorami mozzafiato e il suo gustosissimo cioccolato. 

Noi pensiamo alle cose serie. Pensiamo, ad esempio, a come fare per sbarazzarci di una classe dirigente (il centrodestra lombardo) che con questo voto del 22 Ottobre ci regala un altro memorabile momento di bassa propaganda. 

Un referendum Inutile, anzi "utile come la forchetta con la minestra" come direbbe un mo conoscente.


IO DOMENICA NON VOTO.

Nessun alibi per Lega e Forza Italia che hanno avuto 23 anni per farla l'Autonomia

Una Buona notizia a inizio settimana


Ieri mattina, dopo essere stato avvisato da un residente della frazione di Sant'Agata Martesana, ho verificato di persona una bella e si spera duratura notizia: lo sportello bancomat della Filiale della BCC di Milano (ex BCC di Carugate) rimarrà operativo nonostante la chiusura della Filiale. Ne parlò la "Gazzetta della Martesana"ve ne parlai io  il 7 Ottobre scorso. 

Ieri ho appreso del cartello esposto dalla Banca in duplice copia. Qualcuno sui Social afferma che il servizio bancomat rimarrà attivo solo per pochi mesi, noi (e tutti i santagatesi) ci auguriamo invece che la scelta sia definitiva e chissà, una scelta stimolata anche e forse sia dalla mobilitazione dei residenti (che avevano annunciato una Petizione scritta) sia dall'incontro immediato che la nostra Amministrazione Comunale ha chiesto (e ottenuto) all'Istituto di Credito. 

Le buone notizie ti mettono sempre di buon umore. Soprattutto a inizio settimana.

lunedì 16 ottobre 2017

Ora, serve fare i ciclisti

Il 1 Ottobre fui contattato da un cittadino di Via Gramsci che mi informava della presenza di tre biciclette gialle (bike sharing) abbandonate al Parco sotto casa. Il Martedi seguente, mentre eravamo impegnati con gli operai a sistemare l'area verde in Centro, abbiamo approfittato per ritirare le biciclette abbandonate. Subito dopo è stata cura della Polizia Locale contattare Milano per il recupero. Ad una più approfondita analisi abbiamo scoperto che le biciclette fanno parte del circuito "Ofo" l'operatore "bike sharing libero" adottato dal Comune di Milano e da quello di Firenze che è approdato nel Capoluogo lombardo per mettersi in concorrenza con gli altri operatori già presenti e che si caratterizza per la flotta di biciclette in condivisione "free floating" (ovvero "prendi e lascia dove vuoi"). 

Da questa vicenda l'idea, stimolata anche dal fatto che in questi giorni abbiamo visto per Cassina (e non solo) alcuni utilizzare queste biciclette: perché non provare a diventare un punto Ofo magari in collaborazione con altri Comuni della zona? Potrebbe essere questo un modo per invogliare all'utilizzo di un mezzo ecologico e salutare, la bicicletta, sopratutto adesso quando riusciremo con la realizzazione degli ultimi 4 lotti del POR a chiudere la rete delle ciclabili cittadine. Questo a prescindere dal fatto se le piste piacciono oppure no. Le abbiamo fatte le ciclabili? Ora tocca fare i ciclisti. Ogni idea in questo senso è ben accetta.

mercoledì 11 ottobre 2017

A Cassina finalmente si parla del Referendum fantasma


Esattamente al contrario di quanto vorrebbe fare Maroni (ovvero oscurare i contenuti del "Referendum per l'Autonomia" su cui a breve i lombardi saranno chiamati ad esprimersi) a Cassina de Pecchi nel giro di 3 giorni ci saranno 2 iniziative pubbliche di dibattito e confronto. Una la organizza l'Associazione giovanile "Fuori la Voce" il 17 Ottobre alle 21 in Aula Consiliare, l'altra il Partito Democratico il 19 Ottobre alle 21 presso la "Cooperativa La Speranza". 

Che Maroni non abbia nessun interesse a parlare dei contenuti del Referendum non lo dico io, ma lo ha detto Maroni stesso. Il 16 Agosto 2017 in una intervista rilasciata al quotidiano "Libero", rispondendo a una domanda sullo stile che i sostenitori del Sì vorranno adottare per la Campagna Elettorale, il Presidente di Regione Lombardia si lascia scappare un "comunicazione semplice, 22 ottobre e Autonomia". E il che è abbastanza scontato: spiegare il Referendum significherebbe smascherarne l'inutilità pratica, meglio allora parlare per slogan. E, da quel 16 Agosto, in effetti, da quando Maroni in modo un po goffo e se vogliamo molto ingenuo ci ha rivelato la sua poca dimestichezza con la Democrazia e con il diritto di informazione, sono passati 2 mesi in cui la Campagna del Sì è stata molto piatta e tutta "manifesti cattura attenzione" che imperano nei quartieri delle nostre Città. Poco si sa è poco si saprà fino alla data del voto, volutamente. 

Tornerò a brevissimo a parlare di Referendum e soprattutto di contenuti, perché a me (e agli elettori lombardi) le cose segrete non piacciono per niente. Votare a scatola chiusa sulla fiducia non è nelle nostre corde (anche perché dare fiducia a occhi chiusi a chi da 23 anni governa la nostra Regione senza averla fatta l'autonomia, non mi sembra affatto la scelta migliore). 

Intanto un bel grazie a Fuori la Voce e al Partito Democratico, che anche in questa occasione, si distinguono per fare una cosa utile per i cittadini - elettori. Fossi in voi un salto a uno o a entrambi gli appuntamenti lo farei.

Bravi e avanti cosi: chi vuole informare fa sempre la cosa  giusta.

martedì 10 ottobre 2017

Ho deciso da che parte stare

Mai avrei pensato che una mia dichiarazione di poche righe su un argomento che tutto sommato riguarda il quotidiano vivere a Cassina de Pecchi, l'accattonaggio, avrebbe suscitato così tanto interesse. Se siete sui social, se vi capita di leggere i giornali locali e se vivete anche in minima parte i fatti che ci riguardano da vicino, avrete notato che più d'uno, sopratutto chi politicamente ha "poco a che fare" con me, ha commentato positivamente quanto da me affermato, sostenendomi, incitandomi, addirittura applaudendo. Ancora oggi, a più di 10 giorni di distanza, ricevo messaggi di approvazione da parte di chi nemmeno mi sarei immaginato, che chiedono in sostanza di andare avanti sulla strada del "fare qualcosa". 

Contrariamente a quanto starete pensando, la cosa non mi piace per nulla. Perché quanto da me sostenuto, nella sua semplicità, è la denuncia di una situazione che a Cassina de Pecchi e nel resto d'Italia non va, non funziona. Sapere di "avere ragione" perché dico che è insostenibile ospitare un gruppo di sfruttati che elemosinano fuori dal supermercato non mi rende felice. Se devo dirla tutta la cosa mi fa incazzare ancora di più. Arrendersi all'idea di non essere in grado di fermare un'ingiustizia che si protrae nel tempo sotto casa nostra è davvero avvilente. 

Mi fa sentire impotente, come uomo, come padre, come Amministratore Pubblico. 

Lo dico oggi, 10 Ottobre 2017, nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di un Eroe d'altri tempi, quel Ernesto "Che" Guevara che voleva combattere ogni ingiustizia perché "una sola ingiustizia compiuta in un luogo del mondo è un'ingiustizia compiuta in tutto il Mondo". E oggi noi a Cassina de  Pecchi viviamo una ingiustizia. Un'ingiustizia che è un sopruso e una limitazione della Libertà, come quella che il Che combatteva. Un'ingiustizia che si manifesta attraverso questi disperati, lasciati alle porte dell'Unes o sotto i portici in Centro a raccattare soldi per qualche criminale che non si preoccupa di sfruttare uomini, donne (anche gravide), minori. Restare a guardare non fa per me: se mi fossi accontentato di avere ribrezzo per queste persone, di ignorarle, di lamentarmene al bar o su Facebook non mi sarei mai candidato al Consiglio Comunale.

Vi chiedo di credermi, nonostante l'idea di fondo che ognuno di noi ha sulla politica e sui "politici", anche quelli che stanno a Cassina de Pecchi. Ho messo sul tavolo il tema accattonaggio e non mi arrenderò fino a quando questa ingiustizia non sarà interrotta. Prendere queste persone e accompagnarle alle porte del Paese: questo è quel che il Daspo ci permette di fare. Perchè si governa per il bene di tutti. E il bene di tutti passa anche (forse soprattutto) da luoghi sicuri, puliti e piacevoli. 

Se la scelta e' tra la sicurezza dei nostri cittadini e la compassione per questa gente, non ho dubbi da che parte stare.

sabato 7 ottobre 2017

SOS Sant'Agata


Apprendo oggi dalle pagine della Gazzetta della Martesana, di una imminente chiusura della filiale BCC di Carugate sita in piazzetta delle Rogge nella frazione di Sant'Agata Martesana. 

Un risveglio amaro, insomma: la Banca anche se Istituto privato è agli effetti un Servizio per la Comunità santagatese. Tra l'altro uno dei pochi Servizi rimasti sul territorio e la sua chiusura determinerà inevitabilmente una ulteriore penalizzazione per i residenti, sopratutto quelli anziani, che anche per una semplice operazione come il prelievo dallo sportello del Bancomat, saranno costretti a spostarsi in Paese. 
La notizia, circolata a Sant'Agata già dai giorni scorsi, ha creato non poca preoccupazione e il che è comprensibile. Un territorio, quello della frazione, che seppur ha registrato negli ultimi anni un significativo incremento demografico, soffre e non poco della mancanza di Servizi Pubblici (come una Scuola o un mezzo di trasporto, tanto per fare un paio di esempi e non a caso la nostra Amministrazione Comunale ha implementato il servizio di trasporto da e per i cimiteri, il mercato e alcune zone del Paese, per venire in contro alle esigenze). 

Chiudere una Banca a Sant'Agata equivale a chiudere un negozio, come già abbiamo visto in più di una occasione. Se non fosse per il tabacchi, l'alimentare, i pochi locali di ristorazione, l'Oratorio e il Parco Giochi la frazione sarebbe un luogo abitato ma allo stesso tempo un deserto di "opportunità". 

Le reazioni tra gli abitanti, racconta la Gazzetta, al momento sono concentrate su una petizione da presentare sia alla BCC che al Sindaco. E quest'ultimo aspetto mi fa dire che anche la politica locale può - forse, deve - metterci del suo, magari in modo trasversale, ed è quello che come maggioranza consiliare ad esempio discuteremo in settimana, intervenendo per come e quanto possibile. Consapevoli che sarà difficile invertire una scelta "strategica" che si basa sulla cessazione dei presupposti che l'operatore bancario scelse per aprire una sua filiale nella frazione. 
Con questo "dato di fatto" dobbiamo farci i conti, ma intervenire, anche attraverso gli strumenti della politica, è un nostro dovere approfittando della situazione negativa per ripensare al contesto sociale nel quale sta cadendo inesorabilmente Sant'Agata che non è certo tra i più floridi. 

venerdì 6 ottobre 2017

Prima la sicurezza dei nostri bambini

Essere preoccupati, avere paura, sopratutto quando di mezzo ci sono i figli, è normale. Quando ci sono di mezzo i figli non si guarda in faccia a niente e nessuno. Nemmeno di fronte a una comune infezione della pelle come la "scabbia". 

Nel giro di 24 ore la paura per una comune infezione della pelle, verificatasi alla Materna di Via Gramsci, ha fatto e sta facendo discutere mezzo Paese.

Comprensibile e condivisibile, non c'è dubbio. Comprensibile avere paura per una diffusione dell'infezione, perché i nostri figli, anche se frequentano Scuole diverse, si conoscono, giocano insieme, fanno i compiti insieme, si ritrovano, dentro e fuori le Scuole, le strutture sportive, l'Oratorio e così via. Essere preoccupati è normale come normale deve essere la consapevolezza che le Istituzioni ci sono, fanno il loro dovere, si adoperano in casi come questi.



I fatti

La mattina di Giovedi 5 Ottobre sono stato contattato dal Consigliere Comunale Andrea Maggio che mi chiedeva informazioni su un caso di "scabbia" avvenuto nelle nostre Scuole. Maggio mi ha anche parlato di un volantinaggio avvenuto davanti al plesso di Viale Trieste e mi ha mostrato una lettera di ATS (ex Asl) che informava appunto del caso. Il tutto mi è sembrato molto strano fin dal principio, non capivo il perché del volantinaggio e soprattutto se il Comune fosse informato del fatto. 

Abbiamo tutte le verifiche del caso e un pezzo alla volta abbiamo rimesso insieme la vicenda.

Intanto il Comune e in particolar modo l'Area "Servizi alla Persona" era (fino a ieri mattina) all'oscuro dell'avvenimento. Il che può sembrare anomalo ma in realtà non lo è. Abbiamo contattato il Dirigente Medico Dott.sa Formenti (firmataria della missiva per conto del Dipartimento Igiene e Prevenzione Sanitaria) che con molta delicatezza ci ha spiegato come l'ATS una volta appurato il "caso" di scabbia (prima volta tra l'altro in una Scuola di Cassina de Pecchi) abbia nell'immediato applicato il Protocollo che non prevede il coinvolgimento del Comune ma piuttosto l'avviso dell'Istituto Comprensivo attraverso il Dirigente Scolastico e la consegna di una lettera (quella che Maggio mi ha fatto visionare) alle famiglie della Scuola di Via Gramsci. Questo è quel che è avvenuto nella giornata di ieri: una volta che ATS ha appurato il caso, ha avvisato i genitori e il Dirigente Scolastico.



Le opinioni

Le opinioni sono quelle del Consigliere Maggio, quelle lette su alcuni social, quelle che arriveranno prossimamente. Ringrazio Maggio per la telefonata ma non commento ciò che ha detto, ci penserà qualcuno a rispondere visto che lo stesso ha presentato una Interrogazione.



Quanto abbiamo fatto

Dopo i fatti e le opinioni, arrivano le azioni intraprese. Perché prima viene l'interesse generale e poi quello di parte. Prima viene il bene comune, poi tutto il resto.

Il punto fin dal principio è stato  da subito quello di garantire ed essere rassicurati sulla sicurezza sanitaria nelle strutture pubbliche che frequentano i nostri figli. E questo è stato il nostro impegno di ieri mattina, fare tutte le verifiche del caso, ovvero sapere come ATS si è mossa nella consapevolezza che ognuno svolge al meglio il compito che gli è affidato.



Considerazioni finali

In questo caso o in altri simili serve sangue freddo e una bella dose di serenità. Bisogna essere consapevoli che le nostre Scuole non sono luoghi in balia del proprio destino o che non vi è controllo o peggio che non si reagisce a eventi come quelli che vi ho raccontato. Ma bisogna anche avere, come Istituzione, le informazioni su quel che avviene nelle strutture pubbliche, sopratutto quando queste sono frequentate da minori. 
Perché il Comune è il primo punto di riferimento del cittadino e per esserlo fino in fondo deve sapere ciò che avviene. Lo abbiamo rimproverato a ex Asl, lo chiederemo alla Scuola.

Per chi comunque volesse saperne di più, vi riporto dal sito del Ministero della Salute, la definizione esatta di "scabbia" (molto utile, anche a chi ha pensato o pensa tutt'ora di avere a che fare con un virus letale per l'uomo): http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?id=210&area=Malattie_infettive

giovedì 5 ottobre 2017

"Sembra di essere a una Fiera"


Venerdì 29 Settembre ha esordito il nuovo Mercato di Piazza Decorati al Valore Civile. 

Ve ne ho parlato in più occasioni, anticipandovi sia il Progetto che le finalità di questa opera. Oggi, a pochi giorni dalla "prima" di un'opera da noi ritenuta strategica, qualche considerazione.

Intanto il nuovo Mercato è nuovo in tutto e per tutto: nuova l'area antistante la MM2 (asfaltata il weekend precede), nuova la disposizione delle bancarelle, nuovo l'impatto visivo e nuovo è anche il modo di viverlo il Mercato del Venerdì. Ed è per tutti questi motivi, che non potevo certo mancare all'appuntamento, il primo, che ha esordito tra la soddisfazione di molti, la curiosità di altri, i commenti e gli apprezzamenti che tra i frequentatori non sono certo mancati. La nota che accomuna tutti coloro che ho ascoltato Venerdì mattina tra le bancarelle è quella che adesso il Mercato da un'idea di ordine e omogeneità nell'offerta commerciale. E nei fatti è proprio cosi: prima della riqualificazione, prima di Venerdì scorso, il Mercato oltre a non essere a norma con le nuove disposizioni di Regione Lombardia, dava una sensazione di disordine facendo emergere una immagine di casualità tra le bancarelle.

Venerdì abbiamo assistito a l'esatto opposto. A cominciare dalla disposizione per settore merceologico e per la risoluzione delle due maggiori criticità che ci si porta dietro da sempre e che nessuno aveva mai affrontato: le bancarelle a ridosso dell'ingresso della Metropolitana e quelle poste lato est sopra la Pista Ciclabile di Via Kennedy (e quest'ultima soluzione permette ai residenti del condominio di uscire e entrare facilmente dal loro box auto, cosa impossibile prima dello spostamento, che ha fatto penare molto gli stessi residenti). 
L'ordine e la gradevolezza visiva del nuovo Mercato si evince anche dalla disposizione lungo Via Papa Giovanni XXIII di una parte delle bancarelle, "sembra quasi di essere a una fiera" diceva una signora al mio passaggio. Nessun intoppo viabilistico, perchè la comunicazione è stata fatta con largo anticipo e cosa importante la soluzione in pochi giorni di un problema riscontrato Venerdì 29, con la realizzazione di una griglia che incanalerà l'acqua utilizzata dalle bancarelle alimentari senza la quale la stessa finiva sull'attraversamento pedonale e sotto i portici. Ambulanti contenti che mentre scrivo (oggi Venerdì 6 Ottobre) sottolineano un aumento della frequenza e delle presenze. 

Insomma, non c'è che dire: buona la prima del Mercato. E scommetto che saranno buone anche tutte le altre.