giovedì 29 dicembre 2016

Ascensori alla MM2, si avvicina l'obiettivo. Ora il finanziamento c'è.

Un altro tassello importantissimo si aggiunge a quelli già posizionati nella lunga, lunghissima Campagna Istituzionale, Politica e Civile che da tempo e con caparbietà stiamo portando avanti al fine di dotare la linea Verde della Metropolitana di ascensori e/o scale mobili. 
Se nel mese di Giugno arrivò la notizia dell'emanazione di un Bando del Governo per finanziare progetti di riqualificazione delle periferie urbane e nello stesso mese comunicammo come Pd di Cassina de Pecchi di aver raccolto 1637 firme per l'abbattimento delle barriere architettoniche; se ai primi di Ottobre il Governo Renzi annunciò il finanziamento di tutti i 121 Progetti presentati dai Comuni italiani, oggi a sei mesi da quelle importanti novità, arriva da Città Metropolitana di Milano la notizia che ha ricevuto i 40 milioni di euro richiesti partecipando al Bando del Governo. 

Tra i sei Progetti specifici che i 40 milioni di euro andranno a finanziare c'è quello a cui il Comune di Cassina de Pecchi, insieme ai Comuni attraversati dalla MM2 e cioè Bussero, Vimodrone, Gessate, Cernusco sul Naviglio, Gorgonzola hanno partecipato e cioè quello per la riqualificazione delle stazioni, come da comunicato stampa (che trovate integralmente al link precedente): 

"Stazioni linea metropolitana MM2 nei Comuni di Bussero, Cernusco sul Naviglio, Cassina de’ Pecchi, Gorgonzola, Gessate, Vimodrone; edifici Edilizia Residenziale Popolare (ERP), Giardino Cascina Tre Fontanili e sentiero Burrona in Comune di Vimodrone; ciclofficina in Comune di Bussero".

Non possiamo che esserne felici e aspettare ulteriori sviluppi di una vicenda che ci ha visti e ci vedrà ancora protagonisti, fino a quando l'obiettivo non sarà raggiunto.

martedì 27 dicembre 2016

Gli errori (inconfutabili) e la bombetta di Natale

Quanto avvenuto il 22 Dicembre 2016 durante l'ultima seduta di Consiglio Comunale dell'anno sta destando discussione tra l'opinione pubblica. Giustamente aggiungo, perché i cittadini devono sempre essere messi a conoscenza e poter giudicare di conseguenza gli atti che li riguardano da vicino. 
Veniamo al punto. Alle 20.00 di sera (1 ora prima del Consiglio Comunale) vengo contattato dai colleghi che mi avvisano di un problema. Grazie a un interessamento del Consigliere Maggio "si scopre" che il "Piano Triennale delle Opere Pubbliche" (un atto legato al Bilancio di Previsione 2017-2019) che era in votazione la sera stessa, non è stato pubblicato per il tempo adeguato (60 giorni) come prevede la Legge, ma "solo" per 57 giorni. Stiamo parlando di un Documento fondamentale che in sostanza descrive la visione di sviluppo del Paese nel prossimo triennio. Perché un documento come questo deve essere fruibile e accessibile a tutti i cittadini per 60 giorni prima di essere approvato (o respinto) dal Consiglio Comunale? Semplice. I cittadini devono poter prendere visione e conoscenza di quell'atto e poter avanzare osservazioni. 
Averlo reso pubblico per 57 giorni a causa di un chiaro errore tecnico (ma anche politico), rende impossibile (o quasi) la fruibilità completa del medesimo. Il che non ha reso possibile oggettivamente il voto.
Se l'Amministrazione Comunale, gli Uffici e tutti gli attori in campo si sono spesi per rispettare le tempistiche al fine di far approvare il Bilancio di Previsione alla data del 22/12, non è ammissibile commettere un errore così grossolano e ingiustificabile all'ultimo miglio del percorso preparato mesi prima. Un errore tecnico ma anche politico, dicevo. La pubblicazione di un atto non è compito della parte politica ma il controllo che tutto venga eseguito correttamente si. A quanto pare si, perché alla luce dei fatti non è sufficiente affidarsi a chi deve fare cosa, ma mettersi in prima persona e controllare tutto al minimo dettaglio (anche ciò che non compete direttamente).
Preso atto dell'errore, riunione lampo della maggioranza concordando il ritiro di tutti i punti legati al Bilancio e condividendo la linea con le minoranze. Nessuna imposizione dunque, a differenza di quanto ho letto su alcuni giornali.

Questo in soldoni è quanto avvenuto. 
Ricordo anche che abbiamo il tempo da qui al 28 Febbraio 2017 per approvare quanto non approvato il 22 Dicembre 2016. Tra l'altro questo errore tecnico e politico e non giustificabile (ci tengo a sottolinearlo ancora) ci offre una possibilità. Se c'è qualcosa di positivo in mezzo a questo passo falso è l'opportunità di avere più tempo e una completa cognizione di causa per approvare un Bilancio di Previsione non più tecnico ma di contenuto vero, avendo a questo punto il tempo di considerare tutte le novità introdotte dalla Finanziaria e quindi approvare un Bilancio politico che esprimerà le priorità di intervento. 
Ora, il Consigliere Maggio, al quale vanno anche i miei complimenti per quanto scoperto che si aggiungono ai complimenti che gli ha già  fatto il Sindaco, parla di "Bomba di Natale". Più che Bomba direi una bombetta. Una premessa ai petardi che sentiremo scoppiare tra qualche giorno, a fine anno. Maggio ha fatto il suo, ciò che gli compete come Consigliere di opposizione. E gli va riconosciuta questa iniziativa che ha posto tutti al riparo dall'approvazione di un atto che poteva essere invalidato. Quel che ha in mente però colui che ha fatto detonare la "bombetta di Natale" non è noto visto che ha votato con noi il ritiro di tutti i punti tranne uno affermando in Consiglio Comunale che deve prima "fare un passaggio con gli avvocati", il che lascia capire che la partita per lui non è ancora chiusa. 
Magari la Bomba (quella vera) Maggio ha in testa di farla detonare più avanti.


PS Ricevo in questi minuti un altra informazione dal blog del Consigliere Maggio su presunti errori fatte dal revisore dei Conti sempre su questo argomento. Approfondirò e vi terrò aggiornati.

domenica 18 dicembre 2016

Immondizia abbandonata in Paese, un rebus senza fine?

In settimana a Cassina de Pecchi è esplosa ancora una "questione immondizia". Sembra impossibile, eppure in più punti il Paese presenta segni di degrado con sporcizia e rifiuti abbandonati ovunque, in particolar modo nelle zone periferiche. Una situazione denunciata da alcuni cittadini e denunciata più volte anche da noi Amministratori che in diverse occasioni, su nostra iniziativa o in concomitanza con eventi nazionali, ci siamo messi a disposizione per atti volontari di pulizia. L'ultimo in ordine di tempo, tanto per fare un esempio, si è svolto Sabato 24 Settembre in Via XXV Aprile quando un gruppetto di volontari ha ripulito la via da rifiuti abbandonati di ogni tipo. Ricorderete anche le giornate del Verde Pulito piuttosto che la denuncia delle discariche soprattutto in zona industriale di questa estate. A quanto pare tutto questo non basta. Non basta anche perché ad aggravare il tutto vi è una situazione di difficoltà cronica nel contrastare l'abbandono dei rifiuti domestici (e non) nei cestini pubblici. 
Questi abbandoni, molto frequenti, fanno sì che spesso i cestini siano colmi anche poco dopo la loro pulizia. Innanzitutto è utile sapere che le discariche abusive non producono solo un danno ambientale che paghiamo tutti ma anche un danno economico, perché la loro rimozione costa alla collettività. Come ricorderete tempo fa parlai di possibili soluzioni come ad esempio implementare i cestini presenti sul nostro territorio comunale, il che significherebbe inevitabilmente però la lievitazione dei costi che già sosteniamo. Come poter fronteggiare allora queste situazioni inaccettabili? Dobbiamo rassegnarci all'idea che il territorio è condannato all'incuria e all'inciviltà? Non credo, non lo voglio nemmeno pensare. Aumentare i cestini è costoso (tra l'altro negli ultimi mesi ne abbiamo sostituiti di rotti e ammalorati). Acciuffare sul fatto gli inquinatori "di professione" con gli strumenti che oggi disponiamo, è impossibile (forze dell'ordine inadeguate e sistemi di controllo non sufficienti a coprire tutto il Paese). Sembra un rebus senza soluzione. Eppure dobbiamo provarci. Ecco che, come prima cosa, partiremo con una nuova Campagna di sensibilizzazione verso la cittadinanza. Da non escludere l'utilizzo del Bando del Lavoro Accessorio per intervenire con pulizie spot dei cestini, quando sono colmi e ancora è presto per il giro programmato settimanale con Cem. E, ancora, l'implementazione del sistema di videosorveglianza, con nuove telecamere da posizionare nei luoghi più sensibili. Tutte questioni che sono sul tavolo. Intanto, ancora una volta, l'appello che mi sento di fare è quello ai cittadini, coscienziosi, che con i loro occhi possono fare di tutto e di più. Se vedete qualcuno che abbandona rifiuti domestici e comunque non conferibili nei cestini pubblici, segnalatelo, non abbiate timore. 
Intanto una provocazione, un messaggio forte arriva dal trevigiano: togliere i cestini dal Comune per l'esasperazione e l'impotenza da parte del Sindaco a contrastare il fenomeno dei rifiuti abbandonati. Ci facciamo un pensiero?

giovedì 15 dicembre 2016

Un regalo per Natale: Cassina de Pecchi cambia volto


Se c'è una cosa che i 13000 abitanti di Cassina de Pecchi hanno visto in queste ultime settimane sono i cantieri che ovunque spuntano come funghi. Negli ultimi tempi abbiamo cominciato e stiamo portando a termine nel minor tempo possibile ciò che in Paese non si vedeva da anni. Una riqualificazione estesa su più strade e in più quartieri che un po alla volta sta cambiando volto al Paese, per troppo tempo lasciato alle sue sorti e inevitabilmente invecchiato, usurato, in alcuni casi degradato. Finalmente la fase B di questa Amministrazione Comunale sta venendo alla luce e non possiamo che esserne felici, per chi come me, l'ha invocata da tempo. 

Al fianco del buon lavoro svolto in altri settori a cominciare da quello Culturale, passando per il Sociale e l'associazionismo, arrivando fino allo Sport, prende forma una nuova frontiera del centrosinistra al Governo di Cassina de Pecchi. Una frontiera che guarda al presente e alle cose concrete. Una frontiera fatta di interventi puntuali finalizzati alla sistemazione di strade, marciapiedi e servizi, diventati negli anni obsoleti. Questo è il senso dei Lavori Pubblici iniziati (e in alcuni casi già  terminati) che stanno rimettendo a nuovo alcune nostre strade. Cosi va inteso il cantiere sorto e chiuso in Via Donatori del Sangue, oggi una Via completamente nuova, con un larghissimo marciapiedi e un attraversamento fruibile e sicuro della Padana. Così va intesa la nuova rotonda del Colombirolo, sorta la dove prima vi era un incrocio pericoloso causa di moltissimi incidenti. Così va inteso il nuovo rallentatore in Viale Trieste e l'asfaltatura su Via Grandi, fatte entrambe per porre rimedio a due situazioni difficili, da una parte a causa dell'elevata velocità automobilistica, su un incrocio attraversato dai bimbi della Scuola Elementare e dall'altra su una strada, la Via Grandi, tra le più ammalorate del Paese.

Ma i lavori in corso si pongono lo scopo di realizzare anche un altra grande opera, che si affianca al rifacimento di ciò che è vecchio: la conclusione dell'anello delle Piste Ciclabili che porterà Cassina de Pecchi ad essere completamente attraversabile con mezzi che non sono l'auto, da nord a sud e da est a ovest. Via Venezia, Via Roma angolo Via Cardinal Ferrari, Via Donatori i tratti oggi in via di realizzazione; Via Dante,Via Michelangelo, Via Roma (lato opposto alla Nokia), Via Andromeda; a Sant'Agata (Via Pertini, Via Don Colombo e Via Don Vismara): tutti tasselli mancanti nel mosaico dell'anello che celermente sta prendendo forma. Il tutto dovrebbe essere concluso nel 2017, grazie al finanziamento europeo a cui abbiamo avuto accesso, chiamato POR (Programma Operativo Regionale). Stiamo parlando di un finanziamento di ben 464970 euro che ci permetterà di portare a termine i lavori cominciati quest'anno.


Insomma, non c'è che essere soddisfatti di come il Paese si sta ammodernando. Nonostante il fatto che non potremmo intervenire la dove vorremmo e cioè su tutti i marciapiedi e su tutte le strade di Cassina de Pecchi. Nonostante alcune critiche e alcune osservazioni, che ritengo costruttive, ricevute ad esempio sulla rotonda del Colombirolo e sulla nuova ciclabile in via di realizzazione in Via Venezia. Ne terremo conto anche se c'è chi vi dice il contrario. 
Del resto è un po tutto in divenire anche per noi. E gli occhi dei cittadini (sopratutto quelli di chi quelle strade le attraversa giornalmente) sono un punto fondamentale di giudizio per accorgimenti o correzioni che nessuno vieta di fare.
Se Cassina de Pecchi cambia volto è merito anche vostro, è merito anche dei cittadini.

lunedì 5 dicembre 2016

Referendum: vince la Partecipazione, perde il Cambiamento

Sconfitta. Il verdetto delle urne è stato chiaro. E quando è sconfitta non ci si gira intorno, come una vecchia politica ci ha abituati per troppo tempo a fare. Matteo Renzi, il Premier, ne ha preso atto, ancor prima di aspettare il dato definitivo e ha annunciato ciò che tutti sappiamo.
Fino alla fine noi ci abbiamo provato. Da 8 mesi a questa parte abbiamo fatto tutto ciò che era nelle nostre possibilità per Cambiarla l'Italia, mettendoci l'anima, il cuore, la testa. Sbagliando anche, certo, perché siamo esseri umani. Ma sempre con un obiettivo chiaro e che ci ha fatto condividere questa battaglia per un Paese migliore con tante amiche e tanti amici diversi da noi e dalle nostre idee, ma uniti su un principio: andare oltre. Oltre l'immobilismo, oltre gli inciuci, oltre il pantano, oltre la stanchezza di una politica arrugginita e profondamente in crisi. 
Siamo stati sconfitti. Ha vinto l'Italia del no, ha vinto l'Italia del lasciare le cose come stanno, hanno vinto la paura e la pancia sul coraggio e la scommessa per un Paese migliore.
Questo non significa che la nostra spinta propulsiva si esaurisce oggi. Tutt'altro. Dopo una sconfitta ci si rimbocca le maniche per ricostruire. 
Se, in mezzo alla profonda amarezza di quest'oggi vedo uno spiraglio, seppur piccolo, forse insignificante, sono quei 362 voti che a Cassina de Pecchi ci separano dal no in controtendenza rispetto al dato nazionale. Questo significa che abbiamo lavorato bene, con una Campagna capillare, a testa bassa, casa per casa, quartiere per quartiere e i risultati sono li a dimostrarlo. 
Soli, dall'altra parte tutti gli altri Partiti. Il Comitato Cassina dice Si, composto da tante donne e tanti uomini liberi, sostenuto dal solo Partito Democratico di Cassina de Pecchi, è riuscita a raccogliere 3824 voti, pari al 47,74% dei totali contro un no sostenuto da destra a sinistra che raccoglie invece 4186 voti, pari al 52,26%. Un bel risultato, non quello sperato, in linea con il resto dei Comuni della Martesana e che ci dice appunto quanto a Cassina de Pecchi, la Campagna Elettorale del Si sia stata valida e forte, nonostante il vento contrario.
Ora, si riparte. Come dopo ogni sconfitta. La parte più difficile sta qui, rialzarsi.

sabato 3 dicembre 2016

Al fianco e per i lavoratori Convergys, contro la delocalizzazione selvaggia

Spesso, dalle pagine di questo blog, ho parlato di questioni inerenti il Lavoro a Cassina de Pecchi e in Martesana. 
È di queste settimane la notizia, l'ennesima purtroppo, di una storia di quotidiana ingiustizia che ci riguarda da vicino. A Cernusco sul Naviglio, una storica azienda chiude i battenti per trasferirsi a Cagliari. Un call center di proprietà americana "Convergys" che occupa più di duecento dipendenti specializzati e qualificati che fa assistenza tecnica per diverse realtà tra cui il colosso HP. Tra questi vi sono 9 lavoratori cassinesi, 9 famiglie del nostro Comune che vivono grazie al lavoro in quella azienda. 
Fin da subito tutti hanno pensato a un licenziamento mascherato, gli stessi lavoratori e anche il Sindaco di Cernusco, che si è unito alla mobilitazione partita nelle scorse settimana per tentare l'intentabile e ciò fermare questa delocalizzazione. 
Perchè tutti parlano di licenziamento mascherato? Perchè l'Azienda non è in crisi e non ha nemmeno problemi economici. Il colosso americano delocalizza a seguito di uno studio di settore secondo il quale l'Italia non sta più producendo il ricavato sperato. Di qui la necessità di chiudere una delle due sedi italiane: la scelta è ricaduta su Cernusco sul Naviglio mantenendo in piedi invece la sede di Cagliari, più produttiva e con un costo del lavoro inferiore. La scelta implica lo spostamento dei lavoratori di Cernusco su Cagliari. Cosa difficile se non impossibile, sopratutto per le tante donne giovani con figli piccoli impiegate in Convergys 
I lavoratori di Convergys sono scesi in Piazza il 3 Novembre scorso chiedendo un'audizione a Regione Lombardia e il 24 Novembre durante lo svolgimento al Pirellone della IV Commissione Attività Produttive riunitasi per discutere di questa "crisi" il Consigliere di opposizione del Partito Democratico Rosati ha proposto una "black list per chi non si comporta in modo responsabile" ovvero per chi abbandonano la Lombardia attraverso modalità ritenute "scorrette". 
Da qui anche il Consiglio Comunale di Cassina de Pecchi si è mobilitato per porre l'accento su questo caso che ci preoccupa e ci fa sentire vicini alle famiglie e ai lavoratori coinvolti in questa triste vicenda. In occasione del Consiglio Comunale del 30 Novembre scorso, su proposta del Consigliere di minoranza Andrea Maggio, abbiamo redatto e letto durante la seduta un documento che esprime solidarietà ai lavoratori Convergys, che chiede un impegno a Sindaco e Giunta per far inserire tra le prerogative negli appalti pubblici anche il rispetto di codici etici e comportamentali e che verrà inviato alle Istituzioni Nazionali, quali Presidenza del Consiglio dei Ministri, Presidenza della Camera dei Deputati e Presidenza del Senato della Repubblica. 
Stiamo verificando anche la possibilità di trasformare quella che agli effetti è stata una semplice comunicazione condivisa da tutti, durante il prossimo Consiglio Comunale del 22 Dicembre, in una Mozione vera e propria da votare in modo tale che diventi agli effetti un atto ufficiale. 
Ogni iniziativa futura sarà sviluppata al fianco e per i lavoratori, ai quali porto la mia vicinanza e solidarietà, secondo il principio che in Italia il Lavoro è un Diritto e non un principio che può essere barattato oin base alle necessità.

domenica 27 novembre 2016

Dico Si, perchè l'Italia deve voltare pagina

Per fortuna siamo agli sgoccioli di una lunga Campagna elettorale. Finalmente tra 8 giorni si celebrerà con il voto degli italiani l'atto finale di un confronto, forse il più lungo che io ricordi, fatto di pochi contenuti e tanta rabbia. Rabbia e delusione di chi ha sempre un motivo per dissentire rispetto a questo o quel Governo, nel bene e nel male, anche quando il Governo di turno fa le cose fatte bene. 
Abbiamo provato in tutti i modi a trasmettere le buone ragioni del Si a questa Riforma (su questo blog nelle scorse settimane ne ho citati, di argomenti validi, almeno tre). Una Riforma che comunque la si pensi guarda al domani, realizzata per i giovani e per dare gambe a una idea molto pratica, quella di una Italia migliore, più giusta, più semplice ed è per i nostri figli che lo facciamo, innanzitutto. La rabbia però non considera tutto questo. Grillo, tanto per citare un esempio, ha detto proprio ieri ai suoi sostenitori di "votare con la pancia". Votare non con la testa e non sui contenuti, ma votare d'istinto. Sei incazzato perché non hai un lavoro? Sei deluso dal tuo conto in banca? Sei stritolato dai debiti e dalla crisi? Imprechi contro i politici tutti i giorni? Le strade sono piene di buche? il lampione sotto casa non funziona da mesi? I tuoi figli frequentano una Scuola schifosa? Ecco, vota no. Perché la colpa è la loro. A prescindere. Sfogati. Dai un segnale. In fondo che ti importa di cambiare il sistema con il voto (e siatene certi, con il Si il sistema lo cambiamo per davvero) di fronte all'opportunità di fare un grande, indimenticabile, superlativo Vaffa generale nei confronti di questi 4 ragazzotti che stanno al Governo e pensano di poter rivoltare il Paese come un calzino? C'è molta più soddisfazione, per questi personaggi, a distruggere, invece che a costruire. E guardate che le cose scritte in questa Riforma sono quelle che voleva la Cgil, che predica allo sfinimento il 5 Stelle, che ha sognato la sinistra italiana per quarant'anni, che si immaginavano addirittura i Padri Costituenti. Non c'è un solo motivo valido e di contenuto per dire no. L'unico motivo vero che li tiene tutti insieme è l'incapacità oggettiva di mettersi intorno a un tavolo "Per" fare qualcosa di utile. E' il male della politica di casa nostra, il no a prescindere. E, sopratutto, è l'incapacità di una classe politica che non vuole permettere a qualcun'altro che non sono loro di provare a riuscire laddove loro hanno fallito. 

Sgombriamo per un attimo, per uno solo, alcune questioni che con questo Referendum non c'entrano nulla. C'è chi odia Renzi e il centrosinistra a prescindere e racconta un sacco di bagginate; poi cè chi non ha una idea politica precisa ma è incazzato con Renzi perchè gli ha alzato le tasse, perchè non gli ha trovato il lavoro; perchè è uno sbruffoncello con la faccia da pirletta...tutte questioni su cui potremmo discutere per ore ma che, come detto prima, con la Riforma non c'entrano. Domenica 4 Dicembre non si decide se abbassare le tasse, non si decide se la Boschi è più bella che intelligente e non si decide nemmeno se togliere o meno l'aereo a Renzi. Domenica 4 Dicembre non si vota sul Governo, non è un Referendum sul Pd. Domenica 4 Dicembre si decide se abbassare il numero di Parlamentari, se ridurre i costi della Politica, se abolire le province e il Cnel e se correggere le competenze di Stato e Regioni. Chi vota Si vuole meno parlamentari e meno costi, chi vota No lascia le cose come sono. Chi vota Si vuole abolire definitivamente le Province e un Ente inutile, costoso e rifugio dei trombati (strapagati) che in 40 anni non ha prodotto una Legge, chi vota No lascia le cose come sono. Chi vota Si vuole e crede ancora alla possibilità di una Italia più semplice, sburocratizzata, più veloce, più efficiente, chi vota No lascia le cose come sono. Chi vota Si apre un percorso, che domani potrebbe essere migliorato ancora. Chi vota No si tiene il Parlamento più costoso e numeroso di tutta Europa. Questo deve essere chiaro a tutti, prima di decidere. E siccome la Costituzione è di tutti, tutti devono potersi esprimere, ma coscientemente. 

Chi si ricorda "Matrix", un successo del cinema di qualche anno fa? "Pillola blu o pillola rossa"? Con la pillola blu, ti addormenti e ti svegli domattina e la grande opportunità che ti sto offrendo la perdi subito. Tornerai a fare la tua vita di tutti i gironi, ma è una vita che non ti appartiene, una strada dritta e che sai con precisione dove ti porterà. Con la pillola rossa invece hai la possibilità di scoprire un mondo sconosciuto, un salto nel buio forse, ma che è diverso (e migliore) da quello quotidiano. Un'opportunità, questa cosa è la Riforma Costituzionale. 
Poteva essere fatta meglio, ci sono alcuni aspetti da correggere, si poteva osare di più. Tutto vero. Ma non fare nulla significa continuare a percorrere una strada che già conosciamo e che, permettetemi, negli ultimi 70 anni non ha prodotto un granchè. Ha prodotto 63 Governi, il pentapratito, il ventennio berlusconiano, i sofferti governi del centrosinistra, Leggi ferme, Leggi approvate e mai applicate, ha prodotto tangentopoli, corruzione, dispersione, indebitamento, impoverimento. 

Dobbiamo Cambiare, almeno proviamoci. In gioco cè il nostro Futuro, quello dell'Italia, quello dei nostri figli. Ecco perchè il mio è un Si convinto. Chi dice no, come mi ha ricordato un grande uomo, resta fermo al palo. E noi, l'Italia, non può restare ferma al palo, non possiamo permetterceloA voi la scelta, Buon voto a tutti. 

martedì 22 novembre 2016

A pranzo in Mensa Scolastica

Come anticipato, Lunedì 21 Novembre, insieme ai colleghi Novelli e Brandi, abbiamo pranzato alla Mensa della Scuola Elementare di Piazza Unità d'Italia. L'ho fatto in qualità di Consigliere Comunale, possibilità che la mia piccola "carica" istituzionale mi permette di svolgere, nell'interesse collettivo, ovviamente. 
E lo abbiamo fatto a seguito di quanto avvenuto la settimana precedente quando, per un paio di giorni, si è manifestato un blocco al sistema di riscaldamento della Mensa, costringendo i piccoli studenti e le maestre a pranzare muniti di cappotti e costringendo il personale adibito alla preparazione dei pasti a lavorare al "freddo". 
La questione è circolata tra i genitori a metà settimana scorsa, casualmente, per il racconto dei bimbi. Il problema è stato risolto Giovedi e la sua soluzione confermata Venerdi mattina con una comunicazione ufficiale circolata via mail tra i genitori. Nonostante la comunicazione, qualche genitore lamentava ancora che anche il Venerdi a pranzo i bambini avessero mangiato al freddo. Per questo motivo ho deciso di prendermi qualche ora di permesso da lavoro e recarmi Lunedi di persona in Mensa per testare l'effettiva risoluzione del problema. Cosa che ho fatto e che mi ha divertito un sacco: ve lo assicuro. Mangiare in compagnia di 100 bambini è una cosa fantastica. 
Tra lo stupore del personale e dei piccoli cassinesi, che prima di lasciarsi andare alla totale e incondizionata confidenza, ci hanno scrutato incuriositi per qualche minuto, abbiamo appurato che il locale fosse caldo, andando a verificare il funzionamento di tutti i termosifoni nell'ampio locale Mensa e poi ci siamo seduti tra i bambini. È stata occasione questa anche di "testare" il cibo che consumano ogni giorno i nostri piccoli studenti e devo dire che posso ritenermi soddisfatto per le quantità e la qualità di ciò che viene preparato e servito.

Appurata la soluzione di quello che ci è stato spiegato essere stato un "blocco" e non un guasto (non faccio l'idraulico quindi non saprei dirvi con precisione ciò che è avvenuto) questa faccenda ci insegna almeno tre cose..tutte molto semplici.
Primo, quando c'è un problema che incide sullo svolgimento di una serena vita collettiva all'interno delle mura scolastiche, i genitori devono essere informati tempestivamente. Lo faccia la Scuola, attraverso i suoi canali che sono molteplici. Non esiste che siano i bambini a raccontarlo casualmente ai propri genitori (cosa purtroppo che è avvenuta in questo caso come in altri). Percui, cambio immediato di metodo che non è accettabile e soprattutto non è funzionale.
Secondo, un po più di pazienza da parte dei genitori che comprensibilmente si sono allarmati e sono stati giustificati a farlo, ricordandosi però sempre che la Scuola è pubblica e cioè di tutti noi, nessuno escluso. Non c'è un "noi" e un "loro". E non c'è nemmeno nessun interesse da parte di nessuno a tenere nascosto un problema, semmai il contrario. E se c'è da cambiare un sistema di comunicazione da parte della Scuola che presenta qualche pecca, c'è anche anche da cambiare un atteggiamento  che spesso mi sembra conflittuale quando di conflittuale non c'è proprio nulla.
Terzo e ultimo, il terrorismo mediatico ingiustificato. Tanto per cambiare qualche politicante non ha perso occasione per scagliarsi contro l'Amministrazione Comunale colpevole di non aver comunicato "il freddo polare" registrato in Mensa a causa del blocco. Come detto prima è la Scuola che deve farlo e se la Scuola non lo fa (questo caso ci è servito a tutti da lezione) allora vuol dire che dobbiamo intervenire come amministratori (come appunto stiamo facendo) e fare in modo che la Scuola lo faccia, "intromettendoci" e andando a migliorare un sistema di comunicazione che sta volta ha funzionato a singhiozzo.

Tirando le fila di questa vicenda, qualcuno ha sbagliato, altri come sempre dal comodo della poltrona di casa strumentalizzano e qualcuno infine si è alzato le maniche per andare sul posto. 
Se vi può interessare prima di andare a Scuola ho invitato anche un paio di colleghi Consiglieri di minoranza che ahimè hanno disertato l'invito. Più comodo puntare il dito piuttosto che metterci la testa, capire e magari contribuire a trovare soluzioni.

domenica 20 novembre 2016

Partecipazione, Semplificazione, Opportunità. Con il Si al Referendum Costituzionale, un'Italia più Giusta

Ve la ricordate la prima regola del Fight Club? Non si parla del Fight Club. 
Si, perchè le motivazioni del no alla Riforma Costituzionale oltre che deboli sono tutte accomunate dall'essere "contro" e non "a favore di..". E sopratutto sono frutto di una concezione vecchia della politica, di quella politica inconcludente fatta da personaggi come De Mita, Cicchitto, Quagliarello, Brunetta, Salvini e altri che ci hanno provato e hanno fallito, perchè i risultati dell'Italia di oggi sono sotto gli occhi di tutti. 
Il momento è adesso, tra due settimane si vota e qui, con questa quarta puntata che condivido con voi lettori sul perchè voto Si, mi occuperò di tre gran belle parole.

Partecipazione, semplificazione, opportunità.

Tre parole spesso assenti o appannate nel gran calderone della Politica italiana. Oggi queste parole trovano uno spazio in Costituzione, nella Nuova Costituzione. Tre aspetti di cui pochi parlano, soprattutto non ne parlano gli ultras del No più occupati a fare a gara tra loro che a guardare a ciò che interessa agli italiani.

Partecipazione: aumenta la partecipazione degli italiani alla cosa pubblica. La Nuova Costituzione apre alla possibilità dei Referendum Propositivi e ai Referendum di Indirizzo (a differenza di oggi che non sono disciplinati dall'ordinamento italiano, cioè non esistono). Ovvero se un nutrito numero di cittadini ritiene che il legislatore debba deliberare su una determinata materia, potranno proporlo attraverso una raccolta firme ed essere quindi promotori di Leggi. Il parere che uscirà dai Referendum Propositivi sarà vincolante per il legislatore che sarà obbligato a emanare una Legge conforme alla volontà popolare.

La partecipazione del popolo alla cosa pubblica aumenta perchè diminuisce il quorum nella sola tipologia di Referendum oggi disciplinata, quelli abrogativi. Come funziona oggi? 500000 firme e 50% più uno degli aventi diritto di voto, per essere valido. Con la Riforma Costituzionale si aggiunge un altra opportunità: se i promotori di un Rferendum raccolgono 800000 firme, il quorum si abbassa, deve votare il 50% più uno di coloro che hanno votato all'ultima tornata elettorale (tanto per intenderci, il referendum sulle trivelle sarebbe passato). Tanto per parlare di numeri: quasi la metà dei Rferendum proposti negli ultimi 70 anni non ha raggiunto il quorum. Con la Riforma Costituzionale, cambiamo verso.

Semplificazione: l'Italia ha bisogno di meno Leggi e fatte meglio. Per fare questo c'è bisogno di semplificazione ovvero cè bisogno di un Parlamento più snello e di un rapporto tra Stato ed Enti locali più chiaro. La Nuova Costituzione fa un passo significativo in questa direzione, abolendo il bicameralismo paritario e chiarendo le competenze delle Regione italiane. Un primo passo, non è la soluzione a tutti i mali,, sia chiaro. Dire no a questa Riforma, significa però lasciare tutto così com'è. Dire no significa lasciare il cittadino soffocato dalla burocrazia. 

Opportunità: Le donne, in Italia e in tanti parti del mondo, sono penalizzate. E lo sono perchè donne, perchè madri, perchè perno su cui ruota la vita della famiglia. Le donne sono penalizzate nel lavoro, innanzitutto. Sono penalizzate, tutti lo dicono, nessuno agisce. In Costituzione, con questa Riforma, si inserisce un principio, quello della Parità di Genere nella rappresentanza Istituzionale nazionale, cioè nel Parlamento Italiano (articolo 55)  e nella rappresentanza Istituzionale locale, cioè nei Consigli Regionali (articolo 122). Un altro piccolo passo in avanti, che non risolve tutti i problemi, ma che finalmente, primo Paese in Europa, scrive nella sua Carta Fondamentale, che le donne, in politica, sono uguali agli uomini. 

Una cosa non solo giusta, ma anche intelligentelo scrive la Banca mondiale in un suo rapporto:

"I paesi che creano migliori opportunità e condizioni per le donne e le ragazze possono aumentare la produttività, migliorare i risultati dei bambini, rendere le istituzioni più rappresentative, e migliorare le prospettive di sviluppo per tutti".  

E noi con questa Riforma, lo facciamo davvero.



Cantieri a Cassina de Pecchi, sulla strada dell'ammodernamento del Paese


Proseguono a ritmo spedito i lavori pubblici sul territorio cassinese. 
Mentre la nuova Via Donatori del Sangue sta per venire alla luce, Giovedi 17 Novembre sono partiti in contemporanea sia i lavori lato Via Roma angolo Via Cardinal Ferrari, sia i lavori su Via Roma angolo Via Vittorio Veneto. 
I primi, quelli all'incrocio tra Via Roma e Via Cardinal Ferrari, sono il proseguimento di quelli quasi terminati in Via Donatori del Sangue e finalizzati alla realizzazione dell'attraversamento in sicurezza della Statale con il proseguimento della pista ciclabile. Lavori importanti non solo per chiudere il cerchio delle piste ciclabili, ma anche perchè quel tratto (Via Donatori - Via Ferrari) è interessato da un intenso passaggio ciclo pedonale e cioè da tutti quelli che da nord dl Paese si spostano per alcuni servizi importanti che stanno a sud del Paese, come le Scuole, il supermercato, l'oratorio, le strutture sportive.
Il secondo cantiere, quello su Via Vittorio Veneto, è relativo ai "preliminari" per la realizzazione della rotonda all'incrocio con Via Roma. In questa fase gli operai sono impegnati nell'allargamento della carreggiata sul lato di Via Vittorio Veneto che si immette in Via Roma. Si stanno smantellando i cordoli e il marciapiede lato ovest. 

I lavori si fermeranno per una settimana (la squadra sarà impegnata in altro cantiere) per poi riprendere con lo smantellamento dello spartitraffico, la realizzazione delle isole accessorie e infine la rotonda vera e propria. 

Nel frattempo saranno posizionati i new jersey in carreggiata già a dare l'idea della nuova rotonda, mentre i lavori saranno il meno impattanti possibile, almeno lo saranno sulla carta, per cercare di recare il minor danno al traffico e alle auto in transito su due arterie molto utilizzate (da residenti e non residenti).

Se tutto procede per il verso giusto i lavori dovrebbero concludersi nel giro di un paio di mesi. La nuova rotonda del Colombirolo pertanto dovrebbe essere pronta nella prima metà del mese di Gennaio 2017.

sabato 19 novembre 2016

Si parte con il cablaggio della Scuola Media, avanti volontari!

Ad Agosto di quest'anno vi parlai di alcuni interventi urgenti da farsi presso i plessi scolastici di Via Sirio e di Piazza Unità d'Italia. In particolar modo vi parlai della necessità di implementare l'infrastruttura di rete delle due Scuole, in modo tale da permettere di dotare le Aule di nuovi accessi dati, oggi insufficienti. 
Ebbene, ci siamo. Si partirà con la Scuola Media e si partirà prima della fine dell'anno. In collaborazione con i genitori del Consiglio d'Istituto e l'Istituzione Scolastica realizzeremo nei primi giorni del mese di Dicembre il nuovo cablaggio nelle Aule.
Chiediamo a tutti i genitori, a chi genitore non è o a chi ha ormai i figli grandi, di darci una mano e affiancarci in questo lavoro che sarà organizzato su base del tutto volontaria, attraverso l'attuazione di un apposito Bando denominato "Attiviamoci per Cassina". In particolare chiediamo una mano a chi ha un minimo di competenza informatica, WI-FI, reti Lan o comunque a chi è portato al "fai da te". 
L'intervento è previsto nei giorni del 2 Dicembre 2016 (dalle ore 16:00 alle ore 20:00 circa) e il 3 Dicembre 2016 (dalle ore 9:00 alle ore 13:00). Nel pomeriggio del 3 dalle ore 14:00 alle ore 19:30 invece testeremo la rete realizzata (speriamo con esito positivo!). 
Tutte le info del caso saranno rese pubbliche a breve, nel frattempo, per chi volesse mettersi a disposizione del Paese e dei suoi giovani studenti, può anche far riferimento alla mia persona.


         

mercoledì 16 novembre 2016

Stop alle bombe in Siria, Mozione approvata

In occasione del Consiglio Comunale del 14/11/2016 di cui vi parlerò in altro momento è stata approvata la Mozione che mi vedeva come primo firmatario sulla richiesta di un cessate il fuoco immediato ad Aleppo. Perché una Mozione di questo tipo lo avevo già spiegato in questo articolo quel che però non vi avevo detto (perché non me lo  immaginavo nemmeno io) è la reazione che alcuni Consiglieri hanno avuto alla presentazione di una Mozione che, lo ripeto, dal mio punto di vista, prima della seduta di Consiglio, non ha colore politico, ne appartenenza alcuna. 
Dopo Lunedì sera, dopo aver ascoltato gli interventi di alcuni e dopo aver visto le reazioni di altri, ho riformulato il mio pensiero.

Si, presentare e votare una Mozione che si pone l'obiettivo di accendere i riflettori su di un   conflitto dimenticato  per chiedere un cessate il fuoco è purtroppo affare di pochi. 
Intanto i numeri: 11 voti a favore (quelli di 10 Consiglieri di maggioranza più 1 Consigliere del Movimento Civico) 3 astensioni (quelle di Uniti per Cassina e dei Moderati) e 2 Consiglieri Comunali (di maggioranza) non partecipanti al voto. 
Una tristezza senza fine. C'è chi è uscito dall'aula al momento del voto, c'è chi per motivare la sua inspiegabile astensione ha messo di mezzo le poltrone (tanto per cambiare) e c'è chi, pur facendo degli appunti a noi proponenti, alla fine ha votato a favore. 
Che dire, c'è opposizione e opposizione. Ma, stando ai fatti, c'è anche maggioranza e maggioranza.

Noi chiaramente abbiamo portato a casa un risultato di cui faremo tesoro e sul quale lavoreremo con l'obiettivo di muovere anche una opinione pubblica assente, presa ahinoi dai problemi di casa sua, ma che, a ben vedere, già nel passato in più occasioni ha contribuito a formare una coscienza collettiva per la Pace e la fratellanza tra i popoli.

Colgo l'occasione per complimentarmi con il nostro Capogruppo Grazia Mastrandrea per l'accorato intervento a favore del Si a questa mozione durante il quale ha ricordato il ruolo alto della politica e di una politica di centrosinistra e progressista, che non può fermarsi certo a Villa Magri o a Villa Fiorita. 
Il Mondo è pieno di guai. Non dimentichiamolo mai. 
E non dimentichiamo mai che "una ingiustizia compiuta in un luogo del Mondo è un'ingiustizia compiuta in tutto il Mondo".

martedì 15 novembre 2016

La Parma - Poltrona e il muso dolorante

Carissimi.

Ieri sera è andato in onda l'ennesimo show del Consigliere Maggio che pensa erroneamente che il Consiglio Comunale di Cassina de Pecchi sia come il salotto di casa sua dove poter dire e fare tutto senza stare a alle regole che invece sono ben chiare (a tutti, ma non a lui). 
Insulti, attacchi, prediche da 4 soldi, argomenti sconnessi, prevaricazione sugli altri, allusioni, sorrisini e interruzione mentre parlano gli altri. 

Un comportamento inaccettabile e non consono a un luogo, il Consiglio Comunale, che non può essere preso come un "ring" perenne dove esibire le proprie frustrazioni. 
Si è parlato di Siria e bombardamenti (all'Ordine del Giorno una Mozione per il cessate il fuoco con me primo firmatario) e Maggio ci infila dentro le poltrone. Si è parlato di Programmi Amministrativi, Ecomuseo, illuminazione pubblica e Maggio ci infila dentro le poltrone. Insomma, la poltrona è il suo chiodo fisso. 
A me spiace e fa pure tenerezza il fatto che Maggio abbia passato un paio di mesi del suo tempo a parlare di "Parma il poltronaro", riempiendo pagine intere del suo blog e intasando la casella di posta elettronica di metà Cassina de Pecchi, per nulla. Parma il poltronaro non esiste e ieri finalmente ha avuto la prova provata delle redistribuzione delle deleghe che riguarda altri e non Parma (a cui la poltrona non è mai interessata). 
La cosa deve avergli fatto talmente tanto male che ha incominciato a fare e dire di tutto, in barba ai regolamenti, in barba alla pazienza dei Consiglieri, in barba al pubblico presente, in barba ai ripetuti richiami del Presidente del Consiglio Comunale. Ma, e qui sta il punto, il nostro non può proiettare sugli altri e pensare che tutta la politica sia come quella che lui è abituato a frequentare, cioè quella dei posti e delle poltrone.
In fondo però "chi è causa del suo mal pianga se stesso", dice il proverbio. E sta volta per Maggio il pianto è doppio, visto che ci ha sbattuto pure il muso sulla Parma-Poltrona fantasiosa che è uscita dalla sua fantasiosa fa male, molto male.

mente. E quando ci sbatti il muso

sabato 12 novembre 2016

Referendum Costituzionale, terza puntata. Voto Si, per un Senato più snello e rappresentativo delle Autonomie Locali

Nelle puntate precedenti, vi ho parlato di argomenti importanti correlati alla Riforma costituzionale, quello del taglio ai costi della Politica e quello sulla necessità di Cambiare sistema.

Oggi, vi parlo di un altro aspetto tanto importante quanto i primi due. Quello del Nuovo Senato che con la Riforma troverà la luce. Intanto come è fatto oggi il Senato mentre domani, dal 5 Dicembre il Senato sarà il "Senato delle Autonomie", composto da 100 rappresentanti eletti tra i Sindaci e i Consiglieri Regionali. Quindi un primo tema, il Senato della Repubblica, oggi composto da 315 Senatori, con la Riforma sarà composto da 215 membri in meno, solo 100. E svolgeranno questa funzione a titolo gratuito in quanto già "retribuiti" nella loro funzione di Sindaco e Consigliere Regionale. Questo, del resto, è l'impianto di questa Riforma Costituzionale: differenziare oltre che ridurre, le competenze dei due rami del Parlamento, al fine di semplificare l'iter legislativo ed evitare le ingerenze che fino ad oggi hanno rallentato ancora di più un sistema già lento di suo. 

Dicevamo, da domani il Senato sarà Senato delle Autonomie, ovvero un organismo che non avrà più lo stesso "potere" della Camera dei Deputati, che non sarà più un doppione della Camera dei Deputati, che non farà più le stesse identiche cose che fa la Camera, ma che si occuperà e rappresenterà i territori, raccordando gli Enti Locali (Comuni e Regioni) con lo Stato Centrale, divenendo un potente strumento politico di rappresentanza delle istanze territoriali, quelle istanze e quelle esigenze che arrivano cioè dagli Enti quali Comuni e Regioni. I nuovi Senatori quindi avranno da una parte la funzione di controllo su ciò che fa la Camera dei Deputati, dall'altra dovranno tutelare gli interessi dei territori che rappresentano, attraverso strumenti quali il potere d'inchiesta e la possibilità di esaminare i disegni di Legge che la Camera approva in materia di territori. Importante ricordare anche che il Senato, a differenza di oggi, non voterà più la fiducia al Governo di turno. Tutto quanto detto è normato dall'Articolo 55 della Nuova Costituzione, che come premessa, cosa fondamentale, garantisce la parità di genere come modalità di elezione, promuovendo l'equilibrio tra donne e uomini nelle istituzioni, a livello locale e nazionale. 

E' l'Articolo 57 della Costituzione che definisce la composizione del Senato delle Autonomie e qui un secondo tema, molto dibattuto e che è diventato il "cavallo di battaglia" di chi si oppone alla Riforma e cioè quello del voto popolare. Gli ultras del no e i buon temponi cassinesi (e non solo) che sparano a zero sui Social senza nemmeno sapere di quel che parlano, dicono, a torto, che con la Riforma verrà tolto il Diritto di voto per eleggere il Senato. Niente di più falso. Cosa avviene oggi? qual è il meccanismo di voto del Senato? be, se non ve lo ricordate, vi rinfresco la memoria: i candidati che votiamo al Senato se li scelgono i Partiti e noi votiamo solo la lista. Cosa avverrà con la Riforma? Ce lo spiega l'Articolo 57 appunto, dicendo che "i senatori dovranno essere eletti in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi" e rimandando a una Legge ad hoc che lascia nelle mani degli elettori la scelta del candidato Consigliere Regionale da mandare al Senato. Ora, la platea degli elettori e degli eleggibili non si restringe, ma semmai si allarga. E il perchè è ovvio. Con il Nuovo Senato potranno essere eletti anche i 18 enni, che siano già Sindaci o Consiglieri Regionali (oggi invece per candidarti al Senato devi avere almeno 40 anni) e per votare per il Senato, allo steso modo, lo faranno anche i 18enni, mentre oggi devi avere 25 anni per votare al Senato.

Insomma, le panzane di chi se passa questa Riforma vedrà il Parlamento solo con il binocolo, ormai le leggiamo quotidianamente. Io a tutti rispondo sempre la stessa cosa, con questo, che è il Testo integrale della Nuova Costituzione che continua ad essere la più bella al Mondo. E dal 5 Dicembre, se passa il Si al Referendum, oltre che bella sarà anche più semplice, più giusta, più moderna.

Il finto problema di Via Kennedy

Se per i lavori su Via Donatori del Sangue iniziati Lunedi 7 Novembre e che stanno proseguendo a ritmo serrato non si sono registrati disagi al traffico veicolare, non possiamo dire altrettanto per l'inversione di marcia su Via Kennedy, che ha visto la luce Mercoledì 9 Novembre.
Intanto un chiarimento a tutti. Via Kennedy fino a Martedì scorso percorribile da est a ovest (quindi verso il "centro" di Cassina de Pecchi, verso cioè la Stazione della Metropolitana) è stata invertita per un motivo molto semplice. L'interesse di questa Amministrazione Comunale è quello di portare il traffico fuori da Cassina de Pecchi, non dentro. Via Kennedy invece è percorsa nelle ore di punta in modo particolare da tutti quelli che attraversano il Paese, da veicoli non cassinesi, che vi passano per saltare la Via Roma e i semafori. Questo è il motivo percui la strada che costeggia il Naviglio è stata invertita di marcia. Inversione che è propedeutica a un altra opera di fondamentale importanza per la nostra rete stradale, la rotonda che sorgerà all'incrocio tra Via Roma e Via Vittorio Veneto, conosciuta ormai da tutti come rotonda del "Colombirolo" un opera che tutti promettevano e che nessuno è riuscito a fare, tranne noi, che la faremo. Alternative a Via Kennedy, per chi deve raggiungere il centro provenendo da est, ci sono e sono pure parecchie: Via Roma o Via Gramsci, con pazienza, aspettando i tempi semaforici. 
Capitolo a parte per chi abita in Via Kennedy che per andare verso Bussero arriverà alla rotonda girando verso nord. Chi vuole attraversare Cassina, invece, sarà penalizzato e questa è una scelta a favore di Cassina, del traffico locale e dei residenti, che vengono prima di tutti gli altri.

Queste in breve le spiegazioni del perché di una scelta, condivisibili oppure no, ma per noi importante e ragionata. Prima gli interessi dei cassinesi, poi quelli di tutti gli altri.
Detto questo, nella speranza di aver chiarito i vostri dubbi, passo al secondo tema, quello cioè dei disagi, che purtroppo ci sono stati. Perché ci sono stati? Be, innanzitutto perché cambiare una abitudine è difficile. Scommetto che la stragrande maggioranza di quelli che hanno preso in contromano la Via Kennedy la mattina del 9 Novembre lo hanno fatto perché abituati a percorrere quella strada verso la Metropolitana. Così è stato per un auto delle Forze dell'Ordine e così è stato per un mezzo di Cem che io stesso ho incontrato. Poi, la poca informazione e qui non possiamo che rimproverare noi stessi o meglio non possiamo che rimproverare chi doveva fare le dovute segnalazioni. Da fare non solo Venerdi 6 Novembre con pochi avvisi e sui social, ma con tanto di cartelli stradali, comunicazioni ai residenti e perché no ai Comuni limitrofi, quelli da cui arriva il traffico su quella Via. E questa, permettetemela, è stata una pecca, un problema cronico, sul quale inciampiamo spesso e sul quale personalmente e insieme a chi di comunicazione ne capisce, stiamo lavorando per far divenire normale ciò che per alcuni normale non è. 

Fino a qui il resoconto dei fatti. Ai fatti però si è aggiunta come spesso accade (quasi sempre a dir la verità) la tragedia che alcuni hanno cercato di trasmettere e che ha procurato una lunga discussione (ancora in corso) sui Social locali. Poi ci abboccano i giornali, ci abboccano i cittadini ignari e che magari non sanno nemmeno con precisione dove si trova la Via in questione, ci abboccano i residenti. Pensate che alcuni residenti di Via Vittorio Veneto mi hanno raccontato che girava voce fino a poco fa di un nuovo senso unico in Via Vittorio Veneto! Siamo al surreale. Sapete cosa ho fatto Mercoledì mattina? Dopo aver letto delle "centinaia di auto incastrate sul punticello" e consapevole dei pochi avvisi fatti nei giorni precedenti, sono andato sul posto. Alle 8.34, 13 minuti dopo aver letto delle "centinaia di auto", vi era un traffico regolarissimo con tanto di pattuglie della PL che presidiavano l'uscita di Via Kennedy per spiegare agli automobilisti "distratti" la novità del senso unico invertito. Tra l'altro il divieto d'accesso e lo stop sono anche ben visibili. 
Cosa ci insegna questa storia? Che a furia di gridare al lupo al lupo alla fine non ti crede più nessuno. E che alcuni dovrebbero parlare di meno e agire di più, magari a sostegno del Paese e della sua gente.


Ps leggo sul giornale di stamattina che un collega Consigliere Comunale di buon ora passando dal ponticello "casualmente" alle 7.30 di Mercoledì mattina, si è fermato a dirigere il traffico in attesa dell'arrivo della PL (che inizia il turno alle 8.00). A parte il passaggio "casuale" (al quale non credo manco morto) lo ringrazio. Gli dico pure bravo! Sta volta hai fatto qualcosa di utile lasciando da parte le polemiche, sei sulla buona strada. Del resto fare opposizione (l'ho sempre detto) significa anche rimboccarsi le maniche e collaborare. Cosa che ci saremmo aspettati, ad esempio, in occasione della crisi dell'acqua o della battaglia per le barriere architettoniche. 
Ma, come si suol dire, non è mai troppo tardi.

sabato 5 novembre 2016

Riforma Costituzionale, seconda puntata. Voto Si, contro le spese pazze

Il Parlamento italiano è il più costoso e numeroso d'Europa. Questo è un primo dato di fatto. Con il Si alla Riforma Costituzionale si taglieranno 315 Senatori e 315 indennità facendo allineare l'Italia alla media degli altri Paesi europei. Questo è il secondo dato di fatto, che nemmeno gli ultras del No possono confutare. Un risultato che si avrà il giorno dopo del voto, il 5 Dicembre, non tra un anno. 
Si poteva fare di più, si poteva fare meglio. Qualcuno dice che si poteva abolirlo del tutto il Senato, vero, si poteva anche azzerare qualsiasi indennità, ma questa Riforma rappresenta nel concreto un primo, significativo passo in avanti, non indietro. La Riforma non si ferma al taglio dei Senatori. La Riforma abolisce il Cnel un Ente sorpassato e costoso, la Riforma abolisce in modo definitivo le Province e tutte le poltrone che la compongono, la Riforma mette un tetto "agli stipendi" dei Consiglieri Regionali che non potranno essere superiori a quelli dei Sindaci Capoluogo di Regione, la Riforma taglia i rimborsi ai gruppi consiliari regionali. Il risparmio calcolato si aggira sui 500 milioni di euro senza tener conto degli ulteriori risparmi che avremo grazie al fatto che il Parlamento, dopo la Riforma, sarà più snello, più veloce nel legiferare, meno burocratico. 

La Riforma Costituzionale al capitolo "costi della politica" fa un taglio strutturale e netto che una qualsiasi altra legge ordinaria, seppur spinta da sani e motivati principi, non può ottenere. 
Con la vittoria del Si la politica italiana costerà meno. Come detto prima, il Si al Referendum taglia le seguenti voci per i Senatori fatte di indennità, rimborsi spese, diaria, le facilitazioni di trasporto, gli assegni di fine mandato.
Con la vittoria del Si oltre al tetto alle indennità dei Consiglieri Regionali si tagliano subito i rimborsi ai gruppi regionali, circa 30 milioni di euro, soldi inutili (utilizzati per eventi, consulenze, spese di promozione, di pubblicità o rappresentanza) che spesso, troppo spesso, sono finiti nel calderone della corruzione e degli abusi. 
La Riforma, coraggiosamente, oltre a tagliare sprechi e i soldi alla politica, introduce un meccanismo di trasparenza nel sistema politico italiano a più livelli, istituzionale e amministrativo. Lo fa all'Articolo 97 dove si mette nero su bianco in Costituzione il principio di trasparenza nella Pubblica Amministrazione garantendo la piena accessibilità agli atti, ai dati e alle informazioni delle Amministrazioni Pubbliche da parte dei cittadini conferendo una funzione piena di controllo all'operato e alle scelte dei nostri rappresentanti.

Dicevo all'inizio che la Riforma poteva osare di più. Come ogni Riforma, passata e futura, probabilmente è incompleta. Una cosa è certa. Con i tagli "agli stipendi dei politici" le mutande verdi di Cota comprate con i nostri soldi e le tante altre vicende simili di ordinaria follia, non le vedremo mai più.

Lavori Pubblici a Cassina de Pecchi, si parte


Lavori al via. 
Da Lunedì 7 (domani) si parte con la riqualificazione di alcune strade di Cassina de Pecchi. 

Il progetto è ampio e abbraccia molti aspetti della vita quotidiana in Paese: riasfaltature, nuovi marciapiedi, piste ciclabili, attraversamenti in sicurezza, rotonde e rialzamenti per mitigare la velocità automobilistica. Interventi massicci che entrano nel cuore delle criticità che da tempo immemore Cassina de Pecchi si porta dietro. Con questo Progetto, che è il risultato del post Piano del Centro, colmiamo quel vuoto lasciatoci in eredità da chi ci ha preceduto e che sembrava monco dopo l'asfaltatura di 200 mt di Via Roma, che tanto ha fatto discutere nel recente passato. 
Cassina del resto, negli ultimi 30 anni almeno, non ha mai conosciuto un piano organico di lavori pubblici come quello che partirà in questo mese di Novembre. E il che è positivo, anche se i cantieri che partiranno nel tratto compreso tra Via Donatori del Sangue e Via Roma, inevitabilmente, creeranno qualche disagio per chi attraversa quel tratto di strada. 

Dunque, si parte da Via Donatori. Qui è previsto l'attraversamento in sicurezza di Via Roma verso Via Cardinal Ferrari e viceversa, una pista ciclabile e il contestuale allargamento del marciapiede. Per tutta la durata dei lavori Via Donatori sarà a senso unico verso sud (verso cioè la Padana). A seguire, il 9 Novembre, invertiremo il senso di marcia di Via Kennedy che sarà in "uscita" dal "centro" di Cassina e cioè verso est. Questa inversione del senso unico è propedeutica alla realizzazione della rotatoria che verrà fatta all'incrocio tra Via Roma e Via Vittorio Veneto, uno degli incroci più pericoloso del paese. Questi lavori saranno accompagnati dal rifacimento del manto stradale di Via Roma in direzione ovest a conclusione dei lavori su Via Roma iniziati tempo fa. La pista ciclabile è prevista anche in Via Venezia sul lato est fino al semaforo di attraversamento con la Via Roma. Anche in questo caso sarà rifatto il manto stradale. In Via Trieste, a causa dell'alta velocità dei veicoli in attraversamento registrata dai residenti, sarà realizzato un rialzamento per mitigare la velocità in questo punto. Infine, realizzeremo l'ultimo tratto di pista ciclabile tra Via Volta e Via Dante. 
Questi in estrema sintesi gli interventi più significativi. Lavori che insisteranno su alcune delle arterie stradali più attraversate a Cassina de Pecchi, pertanto ci scusiamo in anticipo per i possibili disagi, sicuri che il risultato del lavoro sarà apprezzato da tutti.

Per una Scuola sicura e accogliente


A voi sembra normale che nell'Italia del 2016 crolli un ponte su una delle strade più trafficate d'Europa? A me no. Eppure è avvenuto. Eppure da quel ponte qualche ora prima era caduto un calcinaccio. Eppure quel ponte era sotto osservazione. Eppure...in Italia oggi accade anche questo. E la cosa ancora più triste (oltre al morto) è il rimpallo di responsabilità che ogni volta si ripete dopo una tragedia. Da questa esperienza avvenuta qui nel ricco nord Italia a pochi km da casa nostra, dovremmo trarre insegnamento. Intanto pensare che una struttura, una qualsiasi struttura come un ponte, una casa, una strada o una Scuola non sono per sempre. Le strutture del nostro Paese necessitano di controlli e manutenzione. 
Perché la sicurezza non ha prezzo. La sicurezza nostra e di chi ci sta intorno viene prima di tutto. 

A Cassina de Pecchi, nel nostro piccolo ci crediamo a questo principio e lo applichiamo. Nel 2015 ci siamo allineati alle norme sulla Sicurezza nelle Scuole investendo e parecchio. E nonostante questo fatto, alcune strutture pubbliche, come la Scuola di Piazza Unità d'Italia, soffrono di problemi decennali. In modo particolare il tetto e le infiltrazioni che emergono in alcune classi quando piove un po più del dovuto. 
Settimana scorsa, dopo segnalazione, siamo intervenuti tempestivamente e sistemando il problema. A Scuola chiusa (il 31/10) la prova del nove: abbiamo allagato volutamente il tetto e il problema di infiltrazione in 3C non si è più presentato. 

La soluzione trovata è  definitiva? È difficile dirlo con certezza. Noi ce lo auspichiamo. Anzi, lo pretendiamo come mi ha ricordato una mamma su un Social. Ma intanto siamo intervenuti e lo abbiamo fatto perché come Amministratori, come cassinesi, come mamme e papà vogliamo vivere serenamente sapendo che i nostri figli frequentano una Scuola sicura e accogliente.

giovedì 27 ottobre 2016

Riforma Costituzionale, prima puntata. Voto Si, per il Cambiamento

Non serve essere degli esperti costituzionalisti per capire i contenuti della Riforma che andremo a confermare o meno il 4 di Dicembre prossimo. E i motivi che mi spingono a sostenere le ragioni del Si a questa Riforma (a me che esperto non sono) sono parecchi. Cercherò di spiegarveli uno a uno, in diverse puntate, dandovi il mio punto di vista e soprattutto parlando di contenuti senza ricorrere alle bufale che il variegato mondo del no (che va da Forza Nuova e arriva al Family day passando per i buon temponi cassinesi che pur di dire una cosa contro Renzi sarebbero pronti a vendersi l'anima) propina un giorno si e l'altro pure. 
Parto dal primo punto, quello del cambiamento, il più importante, che viene ancora prima della riduzione dei costi e del numero dei Parlamentari, di questi vi parlerò la prossima volta.

Cambiare, dunque. Cambiare è doveroso di fronte a un mondo che cambia in continuazione. Cambiare è normale, ognuno di noi cambia perché il cambiamento è insito nella natura umana. Ogni giorno cambiamo qualcosa: il nostro stile di vita, le nostre abitudini, il nostro modo di rapportarci con gli altri. A quasi settant'anni dall'approvazione della Carta Costituzionale e dopo una serie di tentativi in passato (tutti falliti) è arrivata l'ora di cambiare qualcosa. In fin dei conti l'Italia del 1948 era ben diversa da quella del 2016. Allora uscivamo da una dittatura e da una guerra. L'Europa e il mondo intero erano stravolti da una guerra sanguinosa e maledetta. Allora vi erano validi motivi per dotare la Carta Costituzionale di tutta una serie di pesi e contrappesi che oggi sono quantomeno obsoleti. Se penso che nel 48 non c'era nemmeno la televisione e se penso che oggi la prima cosa che ha imparato mio figlio è stata quella di cambiare i canali dela tv (e la seconda quella di sfogliare le pagine di un tablet) be... capiamo bene che due mondi, due epoche totalmente diverse, non possono parlare la stessa lingua. Allora, di fronte a un mondo spaccato in due, da una parte e dall'altra vi era la necessità di far sì che il sistema fosse bilanciato, nei dettagli, perché nessuna delle due parti doveva sovrastare l'altra. Cosa ha prodotto quel sistema? Un'equilibrio, che allora aveva ragione d'essere. Ma oggi, dopo 70 anni ha ancora senso questo equilibrio che nei fatti ha prodotto l'immobilismo? Penso di no. 

Non serve essere conoscitori approfonditi della materia per capire che l'Italia ha bisogno di uno scossone. Il nostro sistema è vecchio, fermo, macchinoso, lo vediamo tutti i giorni, nella vita reale e quotidiana. Un sistema macchinoso e inconcludente, 63 Governi in 70 anni, assurdo. Per approvare una Legge occorrono mesi a volte anni. Credetemi, ci sono Leggi ferme o che al massimo rimbalzano da una Camera all'altra con tempi biblici. Faccio solo un esempio, ne cito uno. L'Italia non ha una una Legge contro la tortura. Si, proprio cosi. L'Italia del 2016 non ha una Legge che prevede il reato di tortura, anche se nel 1988 (lo ridico, nel 1988) il nostro Paese ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. E sapete perchè l'Italia non ha una Legge contro la tortura? perchè la politica rimbalza da una Camera all'altra, passando per sospensioni, veti, ritiri, Commissioni e quant'altro con il risultato che le legislature che si sono susseguite dal 1988 (lo ridico, dal 1988) non sono riuscite a modificare il Codice Penale introducendo questo reato. Incredibile. Ma purtroppo vero.

Cosa ci attendiamo, pertanto, da questa Riforma? molto semplice, il dimezzamento dei tempi dell'approvazione di una Legge perchè il Senato non legifererà più (o meglio legifererà solo su pochi temi legati alla specificità dei territori). Sapete che c'è? che a me (e credo a tutti quelli dotati di buon senso) metterci 50 anni (con tanto di battaglie civili infinite) per avere anche in Italia una Legge sulle Unioni Civili approvata a Maggio scorso, non sta bene (per chi vuole approfondire l'argomento suggerisco questo velocissimo articolo che ci spiega in poche righe i tempi medi del Parlamento).

Ecco perchè, quello del Cambiamento, è il primo motivo per cui il 4 Dicembre dico Si. 
Alla prossima settimana.


mercoledì 26 ottobre 2016

L'Italia si è fermata a Gorino

Paragonare i fatti di gorino al voto che esprimeremo Domenica 4 Dicembre sul Referendum Costituzionale potrebbe sembrare un azzardo. Ma quei fatti tristi e per me inspiegabili ci confermano in qualche modo che oggi l'Italia o buona parte di essa è stanca, avvilita, delusa. C'è un senso di incazzatura generale diffuso che per logica si contrappone alla voglia di cambiamento, di novità e di ottimismo. 
La sfiducia è ai massimi livelli. Ai massimi livelli è la sfiducia verso la cosa pubblica, verso la classe politica, verso la comunità, di cui noi tutti facciamo parte. Non si spiegherebbe altrimenti come un piccolo borgo di poche centinaia di anime immerso nel ricco nord Italia si sia potuto opporre con tutte le sue forze all'arrivo di 12 donne e 2 bambini. Una cosa surreale, dettata dalla paura si, ma anche della sfiducia, quella di cui parlavo prima. E questo è un problema, forse il primo che va affrontato. 
Non so quanto sia dettata da fatti e condizioni reali di vita questo grado di sfiducia. Quel che so, perchè è evidente, che all'Italia delle eccellenze e dei fatti positivi, che sono tanti, si contrappone purtroppo un'Italia piccola e ripiegata su se stessa, non conservatrice di natura, ma che lo è diventata. Questa Italia che incontriamo tutti i giorni al bar o al mercato è forte, diffusa, prorompente. Questa Italia l'abbiamo incontrata improvvisamente in un grigio e umido pomeriggio d'autunno a Gorino. E' esplosa, l'Italia del no e la miccia che ha innescato la rabbia è stata accesa da 20 esseri umani innocenti, che avevano la sola colpa di sognare un mondo migliore. Se questa è l'Italia, se l'Italia è quella che si è fermata a Gorino, state pur certi che ogni tentativo di cambiare il nostro Paese, ogni iniziativa volta a farci uscire dalle secche e dalla stanchezza quotidiana sarà vano. 
Noi, io la nostra battaglia per cambiare la faremo. Noi la novità che è partita tre anni fa e che oggi incontra un passaggio cruciale, quello del Referendum, la sosterremo fino alla fine. Noi l'ottimismo non lo mettiamo sotto i piedi, no non lo faremo. Ma dall'altra parte della barricata, quella dei No dettati da un rifiuto a prescindere al cambiamento e alle novità, c'è un avversario, forse inconsapevole, che non solo non va sottovalutato, ma va temuto. Nel Si e nel No al Referendum Costituzionale si inserisce anche questo aspetto, che travalica perfino le legittime posizioni di chi è per il Si e chi è per il No. Per questo credo che prima che contrastare i No di contenuto alla Riforma, va contrastato il No reazionario all'accoglienza, alla vicinanza, alla solidarietà che stanno nel nostro Dna che è in sostanza un No al cambiamento. 
Prima, dovremmo trovare tutti un po di quella voglia di fare, di esserci, di essere protagonisti. Prima, dovremmo scendere dal divano (come ci racconta Vauro in questa vignetta) e contrastare l'apatia e la rabbia generale, perchè l'Italia, quella  vera, è un altra.