sabato 28 gennaio 2017

Decidere e Ascoltare, il ruolo di un Amministratore Pubblico

Venerdì 27 Gennaio insieme ad alcuni colleghi amministratori ho presenziato in Piazza Decorati al Valore Civile in occasione di "Amministratori in Piazza", l'appuntamento fisso dell'ultimo Venerdì del mese per appuntare le segnalazioni da parte della cittadinanza. 
Per impegni di lavoro ho mancato questo appuntamento per qualche Venerdì degli ultimi mesi e devo dire che il clima non è cambiato. Amministratori in Piazza, un appuntamento costante degli ultimi due anni e mezzo, è un momento utile a noi per capire qual è il polso della situazione in Paese e soprattutto è utile ai cittadini che trovano un momento di confronto con gli amministratori che si alternano per l'arco della mattinata. 

Le richieste, le domande, le segnalazioni ricevute ieri in Piazza sono davvero tante. Si spazia dalla buca sul marciapiede, alla strada poco illuminata, alle piante da potare, alla sicurezza, alla viabilità (che continua ad essere il "tema del momento"). Su quest'ultimo argomento, quello della viabilità, in particolar modo quello sulla viabilità tra Via Venezia e Via Trento, oggi su un periodico locale una importante novità che posticipa i lavori di sostituzione degli impianti semaforici proprio per snellire il traffico in uscita da Via Venezia: si sta ragionando per invertire il senso unico del tratto di Via Trento davanti alla Scuola Elementare. 

Lo avevo già prospettato qualche settimana fa "Come risolvere l'intasamento di Via Venezia? Nell'immediato temporizzando diversamente il semaforo. In prospettiva reintroducendo il semi - doppio senso sapendo però che in quel caso la perdita di parcheggi in Via Venezia sarebbe totale e girando il senso unico in Via Trento (verso est) con l'introduzione di una ztl in Via Michelangelo angolo Via Don Verderio (http://andreaparma.blogspot.it/2017/01/ciclabili-un-altra-settimana-di-passione.html)". Questa notizia, che oggi compare sui giornali locali, va incontro a ciò che diciamo da settimane: prendiamo atto che ci sono dei problemi e interveniamo per mitigarli, sempre con la consapevolezza che la nostra è una Amministrazione che decide e ascolta. 
Per il resto, Venerdì al mercato sono arrivate parecchie segnalazioni che esulano dal discorso Viabilità. Vi assicuro che insieme ai colleghi, ci occuperemo di tutto ciò che è stato posto alla nostra attenzione.

venerdì 27 gennaio 2017

Un Piano per normare le affissioni pubblicitarie

Qualche settimana fa vi parlai di un "Piano Generale degli Impianti Pubblicitari" di cui il Comune di Cassina de Pecchi deve dotarsi. Ebbene, il Piano, fondamentale e che regola tutto ciò che ha a che fare con la pubblicità sui beni pubblici (siano essi strade, edifici, bacheche e cosi via) ha fatto un suo passaggio in Commissione Urbanistica (di cui sono Presidente) lo scorso 21 Gennaio 2017, come da impegno preso in Consiglio Comunale a fine 2016. In quell'occasione abbiamo portato una proposta di Piano redatta dal Comando della Polizia Locale che contiene scelte politiche importanti di cui la maggioranza di "Cassina Domani" si è fatta carico. Vietare il posizionamento di spazi pubblicitari in prossimità dei cimiteri, sanzionare i trasgressori, rimuovere gli impianti pericolosi per la sicurezza a cose e/o persone, rendere esteticamente gradevoli gli impianti, dotare il Comune di norme specifiche per le affissioni..sono tutti obiettivi che ci poniamo con questo Piano con la volontà di intervenire su situazioni complicate mai affrontate fino ad oggi o affrontate solo in parte. Purtroppo nel settore pubblicitario, preso atto delle normative vigenti a livello regionale e statale, nei Comuni spesso avviene di tutto. Ci troviamo di fronte a una situazione conosciuta, nel senso che i nostri uffici sono consapevoli di quel che è presente sul territorio e a loro va il nostro ringraziamento per aver svolto un ottimo lavoro di ricerca e catalogazione dell'esistente, ma nonostante questo si rende necessario, oggi, intervenire con un Regolamento che dia delle linee guida e metta tutti, cittadini e aziende comprese, di fronte a delle norme specifiche del Comune di Cassina de Pecchi. Il passaggio in Commissione Urbanistica è stato fatto, nel senso che abbiamo condiviso con le minoranze il percorso che ci porterà all'adozione del Documento in Consiglio Comunale. Quando il testo sarà definito, vi renderò partecipe dei suoi contenuti. 

Parma ha fatto il 100%


I numeri non sono interpretabili. I numeri sono quello che sono. Precisi, sempre. E i numeri nella nostra vita quotidiana hanno un'infinità di applicazioni. Nel campo delle statistiche, ad esempio, i numeri ci danno una gran mano perché essi ci spiegano il perchè di certi fenomeni e sono anche necessari per portare soluzioni.

I numeri quindi sono importanti, sbagliare, anche di poco, potrebbe stravolgere completamente il senso di ciò che si sta studiando, ciò che si sta facendo o sperimentando. 
Settimana scorsa la "Gazzetta della Martesana" ha pubblicato un lungo reportage dal titolo "Quanto lavorano i nostri politici" riportando con precisione i dati delle presenze dei singoli Consiglieri Comunali alle sedute di Consiglio di tutti i Comuni della martesana durante il corso del 2016. Ovviamente la mia attenzione si è concentrata sul Comune di Cassina de Pecchi e con molto stupore ho trovato di fianco al mio nome una presenza dell'89% causa l'assenza ad una seduta di Consiglio, secondo quanto riportato dal Giornale. Il che non mi tornava e proprio in funzione di quanto dicevo prima e cioè che i numeri sono importanti (anche e soprattutto in Politica) ho fatto tutte le verifiche del caso. Non vorrei apparirvi pignolo, ma su questo mio impegno determinato dal voto degli elettori non si scherza: se 99 cassinesi hanno scritto il mio nome e il mio cognome sulla scheda elettorale lo hanno fatto sopratutto perché si fidano di me e di quel che di positivo posso fare per Cassina de Pecchi. Tra queste, assume una importanza strategica la presenza nei luoghi dove si decide. Il Consiglio Comunale non è un optional, parteciparvi è un dovere per un eletto. E io so di essere stato sempre presente, nel 2016, nel 2015 e anche nel 2014. In Consiglio come nelle Commissioni così come a ogni riunione di maggioranza (per la quale in quest'ultimo caso non si percepisce nemmeno il gettone di presenza che è pari, lo ricordo, a 17 euro lorde). 
La verifica ha dimostrato che avevo ragione. L'assenza non c'è stata ma semmai un ritardo giustificato. Il 28 Aprile 2016 si è svolto un Consiglio Comunale alle ore 21 molto corposo proseguito il 29 Aprile 2016 alle ore 16.00. Sono un lavoratore, non usufruisco di permessi per fare politica (potrei farlo ma evito perché non vorrei che la mia precarietà lavorativa si trasformasse in disoccupazione) percui mi alzo sempre alle 7.00 del mattino anche quando finisco un incontro o una riunione alle 3 di notte. Ebbene, seduta convocata alle ore 16.00: avevo espresso la mia contrarietà per un problema oggettivo ma la maggioranza ha optato per quell'orario. Ho finito il mio lavoro e sono arrivato a Consiglio Comunale iniziato (alle ore 17) quando due punti erano già stati discussi e votati. Perché la Gazzetta della Martesana ha confuso un ritardo con una assenza? Molto semplice: perchè ha visionato solo in parte i verbali e non approfondendoli dove viene riportato nero su bianco che "il Consigliere Parma entra in Aula" (alle 17 appunto). 
Nulla di grave ma "diamo a Cesare ciò che è di Cesare". O meglio, diamo i numeri per quel che sono: Parma ha il 100% di presenze, il 99,9% per essere precisi (considerata l'ora di ritardo). Non si sa mai che qualche buon tempone di casa nostra mi dia dell'assenteista all'11%.

sabato 21 gennaio 2017

Ciclabili, un altra settimana di passione


Ancora discussioni fiume sul "tema dei temi": le piste ciclabili che tolgono spazio a qualsiasi altro argomento si affronti in Paese. Ne sto parlando da tre settimane qui e ogni giorno con tanti cittadini che incontro e che quotidianamente pongono alla mia e alla nostra attenzione alcune criticità. 

Continuo a spiegare qual è il mio punto di vista e facendo un passo avanti cioè provando a mettere sul campo possibili e immaginabili soluzioni ai disagi.

Protuberanza in Via Venezia: a cosa serve penso che tutti l'abbiano capito. Che è fatta per "proteggere" i ciclisti e che è però un possibile "pericolo" per gli automobilisti è altrettanto chiaro. Come intervenire? Nell'immediato segnalando sopratutto nelle ore buie la protuberanza, in attesa della segnaletica.

Attraversamento Via Venezia: la nuova Via Venezia è più caotica di prima. È evidente. Maggiore attesa al semaforo, senso unico, fine della doppia corsia in uscita. Come intervenire? Nell'immediato temporizzando diversamente il semaforo. In prospettiva reintroducendo il semi - doppio senso sapendo però che in quel caso la perdita di parcheggi in Via Venezia sarebbe totale e girando il senso unico in Via Trento (verso est) con l'introduzione di una ztl in Via Michelangelo angolo Via Don Verderio.

Protuberanza in Via Trento: idem come in Via Venezia, tenendo però presente che qui la protuberanza è più vistosa e al lato opposto vi sono anche i parcheggi (cosa che rende difficoltoso l'attraversamento della strada). Come intervenire? Eliminando almeno due stalli e segnalando la protuberanza, in attesa di una possibile inversione del senso di marcia di Via Trento.

Continuo a rimanere fedele all'idea che muove tutti i cambiamenti in corso e cioè che le Piste Ciclabili sono fatte per aggiungere Servizi e venire incontro a chi si sposta non utilizzando il mezzo privato. Ma la difesa di "un diritto" non può e non deve ledere un altro diritto. Mi sembra di capire che al momento la realizzazione della pista di Via Venezia stia creando più disagi rispetto alle aspettative: non si torna indietro, ma almeno interveniamo dove possibile
.

domenica 15 gennaio 2017

Cittadini di Serie B?

Mi è capitato spesso, fin da quando vivevo nella frazione di Sant'Agata Martesana, di sentire considerazioni negative rispetto l'attenzione che l'Amministrazione Pubblica di turno riserva a questo luogo. Considerazioni che si semplificano in una semplice e amara constatazione "ci sentiamo cittadini di serie b", l'ho sentito dire in diverse occasioni. Il che ovviamente non è vero (non esistono e mai esisteranno per la nostra Amministrazione Comunale cittadini o luoghi meno importanti di altri) ma la cosa è ahimè è preoccupante. Se i santagatesi o alcuni di essi si sentono "declassificati" o peggio ignorati dagli amministratori significa che c'è un problema. 

Partiamo innanzitutto da una fotografia dello stato attuale che vive la frazione. Un quartiere, Santagata, che è cresciuto esponenzialmente negli ultimi anni, quando si sono sviluppati nuovi insediamenti abitativi al fianco del nucleo storico. Oggi Sant'Agata è una realtà di circa 3000 residenti, un quarto circa della popolazione complessiva dell'intero Comune di Cassina de Pecchi. Un numero che è raddoppiato rispetto a solo 10 anni fa. Nuovi abitanti significa necessariamente nuovi Servizi e una maggiore è più articolata presenza della macchina pubblica quale strumento di risposta alla nuove esigenze. La frazione, nonostante la crescita, ha sofferto e soffre di carenza di Servizi ovvero al fenomeno positivo dell'ampliamento numerico del quartiere non è seguito un investimento strategico su infrastrutture, reti di trasporto, punti di riferimento. È mancata negli anni una prospettiva su Sant'Agata che è concausa ad esempio della moria delle attività commerciali (pochissime quelle rimaste), dell'assenza di un luogo di ritrovo per giovani (eccezion fatta per la parrocchia) e meno giovani (se non per il bar, il solo rimasto); l'invecchiamento inevitabile del Parco Giochi di Via XXV Aprile e l'usura delle strutture presenti (alle quali ci pensa qualche genitore o qualche nonno di buona volontà); mancano Servizi decentrati e Servizi a tutti gli effetti come una Scuola (problema in parte attutito dalla presenza dell'Asilo paritario).

Su questi aspetti, nei nostri primi due anni e mezzo di Amministrazione Comunale, abbiamo provato a fare qualche intervento che va nella direzione di aggiungere Servizi, la dove proprio mancano. Intanto l'introduzione di un nuovo e più articolato servizio di Trasporto Pubblico (in realtà di un ampliamento del trasporto già esistente) in via sperimentale, quello da e per il Paese nei giorni del Martedì e del Venerdì (i giorni del Mercato rionale) con l'aggiunta di nuove fermate, oltre ai mercati, anche il Municipio, il Casale, il quartiere Camporicco. La sperimentazione si è conclusa a Dicembre 2016: tireremo una riga per vedere come e quanto è stato utilizzato il Servizio con l'auspicio che il medesimo sia stato apprezzato (e con l'intento di mantenerlo). 

Al fianco di questa implementazione su un tema (quello del trasporto) che ritengo essere stato il maggior investimento fatto sulla frazione, abbiamo aperto qualche cantiere, abbiamo dato vita a qualche iniziativa e lo faremo nelle prossime settimane: cito alcuni esempi, quelli più significativi.
  • La realizzazione dell'attraversamento sicuro a Villa Magri (con un semaforo pedonale a chiamata) e la conseguente realizzazione di un ultimo tratto di ciclabile (cosa che ci era stata richiesta da molti e attesa da molto)
  • la rimozione dal tetto dalla Palestra della ex Scuola elementare (frequentatissima dai piccoli cassinesi) dell'amianto 
  • alcune iniziative aggregative organizzate dal Comune con l'obiettivo di rendere la Frazione un posto vivo 
  • in via di realizzazione la "Casa del Riuso" in Piattaforma Ecologica, un altro Progetto innovativo e che amplierà le funzioni della discarica stessa 
  • le opere volontarie rese possibili dalla disponibilità dei cittadini e quella degli amministratori, come la pulizia di tratti di strada e la potatura degli angoli verdi del quartiere

Ora, per spezzare questo sentimento di delusione e di abbandono, secondo me bisogna continuare sulla strada del "fare cose" non solo a Sant'Agata ma in tutti i quartieri "periferici" del Paese. A Sant'Agata si deve puntare sulla riqualificazione del Parco Giochi (in programma); la manutenzione dell'illuminazione pubblica (come sapete è partito un percorso di acquisizione dei lampioni e conseguente riqualificazione a led su tutto il territorio comunale); la manutenzione di strade e marciapiedi qui praticamente inesistente (a breve si parte con l'asfaltatura a Villa Pompea); mantenere e potenziare il trasporto pubblico da e per il Paese; rendere più fruibile la Green Way con operazioni a impatto ambientale zero. 

 Tutte cose che faremo, che vogliamo fare perchè nessuno rimanga indietro, ma semmai per progredire insieme.

Ancora su Via Venezia, qualche bufala in meno e qualche verità in più

Torno sulla questione "Via Venezia" e Piste Ciclabili in genere perchè molto si discute, anche in queste ultime ore. Avevo fornito un mio giudizio cercando di dare qualche dettaglio sulla visione che sta dietro alle ciclabili settimana scorsa in risposta anche ad alcune mail ricevute. Le mail e la discussione non si sono fermate, tutt'altro e il che è un bene perchè vuol dire che Cassina de Pecchi è tutto fuorchè un Paese apatico e distratto, ma partecipe ai suoi cambiamenti, al di la di come questi vengono percepiti. 

Intanto partirei con una operazione pratica e utile, facciamo un po di pulizia sulle "panzane" che ho letto e sentito qua e la. La chiamerò operazione "smontabufale" necessaria perchè ormai grazie "all'immediatezza" dei Social le bufale sono quasi quotidiane.


Su Via Venezia ci sarà l'obbligo di svolta a sinistra, verso Cernusco Sul Naviglio. FALSO. Questa bufala di prim'ordine non l'ha messa in giro un cittadino qualsiasi, ma è sorta dopo che un Consigliere Comunale come me, forse confuso da quel segno a terra ancora presente all'incrocio con Via Roma, che non è altro che il vecchio segno pre lavori, ha pubblicato una foto. L'uscita su Via Venezia sarà tale e quale a prima dell'inizio dei lavori, a sinistra, a destra, fronte verso Via Matteotti. 

Spreco di soldi pubblici per 100 mt di pista ciclabile. FALSO. Le Piste in Via Venezia (in ultimazione), Via Volta (i lavori sono partiti in settinama), Via Donatori (da realizzare) innanzitutto coprono una superficie superiore ai 100 mt. Ma, cosa fondamentale, sono finanziate al 50% da Regione Lombardia (il Comune di Cassina de Pecchi ci aggiunge i restanti per un totale di 100 mila euro - 50000 euro da parte di Regione e 50000 euro da parte del Comune). Qualcuno potrebbe dire (come tra l'altro è avvenuto) che trattasi comunque di soldi pubblici (messi a metà direttamente da noi), ed è vero, ma così funziona. Se non avessimo avuto accesso al finanziamento non ci sarebbe stata la possibilità di realizzare l'anello delle Piste e tra l'altro non avremmo potuto impegnare i 600 mila euro, il vero "malloppo" ricevuto, quello sostanziale, che sarà utilizzato per la realizzazione della Ciclo Stazione nei pressi della Metropolitana (ovvero un luogo pubblico protetto dove lasciare in sicurezza la bicicletta per accedere alla MM2) e le altre Piste tra cui quella in Via Roma tra gli incroci di Via Don Verderio e Via Cardinal Ferrari (lato sud quindi); Via Andromeda; Villa Pompea e Via Pertini.

Le piste ciclabili sono frutto di ideologia e non di idee. FALSO. Esattamente il contrario. Quella che sta venendo alla luce è una idea precisa di Paese e di salvaguardia del diritto di tutti, in questo caso dei residenti di Via Venezia e non solo, di vivere in una Via non di passaggio, non congestionata, ma locale, dedicata a chi in Via Venezia ci vive e collegata in modo sicuro a nord e a sud del paese con una nuova pista ciclo pedonale. Quando dico "diritto di tutti" mi riferisco a tutte quelle persone che non utilizzano il mezzo privato per gli spostamenti: anziani, bimbi, ragazzi, mamme con passeggini. Non c'è nulla di ideologico in questo, ma piuttosto una forma di tutela e di sicurezza a fronte di una conformazione viabilistica che oggi fa tutto tranne che tutelare l'utenza "debole". Cosa dovremmo fare come Amministratori, infischiarcene? Non è quello che vogliamo fare e infatti non lo facciamo.

Con le Piste Ciclo Pedonali si rende difficoltoso l'attraversamento automobilistico del Paese. FALSO. Le Piste non sono fatte contro le automobili: è così in Via Donatori (dove sostanzialmente non cambia nulla rispetto a prima); è così un Via Roma angolo Via Cardinal Ferrari (dove si allarghera' l'asse stradale di Via Roma - lo spazio c'è - e si ripristineranno le "4 corsie" per la direzione est/ovest e viceversa e per l'immissione nelle laterali); non è così in Via Venezia: qui si vuole ostacolare chi utilizza la via per andare da sud a nord del Paese (lo avevo già spiegato) e il perchè è semplice.

Smontata qualche bufala girata anche fin troppo allegramente mi concentro sulle criticità su Via Venezia che ci sono, non si nasconde niente a nessuno. 
La nuova Via Venezia ne presenta almeno quattro: la curva vistosa e impattante all'incrocio con Via Trento; il senso unico e il problema del raggiungimento della zona sud del paese per chi ha l'uscita dei box in Via Venezia; le code al semaforo; la protuberanza che "invade" la corsia di marcia.

Due di queste (code e senso unico) le avevo già affrontate in altro momento, anche se  (è una constatazione) il doppio senso potrebbe anche essere ripristinato, lo spazio c'è (a discapito dei parcheggi, di tutti i parcheggi quelli in linea con la pista che inevitabilmente salterebbero).
Per quanto riguarda la curva con Via Trento effettivamente abbiamo un problema. Le auto che arrivano da Via Trento sono costrette a invadere parzialmente la corsia opposta (quella sud) sia se sono dirette verso ovest su Via Buonarroti sia se sono dirette verso nord su Via Venezia. Ulteriore motivo per invertire il senso di marcia su Via Trento (che aiuterebbe anche ad alleggerire la Via Venezia). 
Della "protuberanza" vi parlerò settimana prossima: penso che il dibattito in Città su Via Venezia non si esaurisce certo oggi. Ne avremo ancora per un po.

venerdì 13 gennaio 2017

Il mondo in un clic

Tutti parlano, tutti si accavallano, pochi ascoltano, tutti sentenziano. E' il luogo virtuale dei Social, la migliore invenzione degli ultimi 10 anni. I Social nascono proprio per trasmettere un messaggio in tempo reale, senza filtro (o al massimo con pochi filtri) e aprire cosi delle discussioni fiume scevre da ragionamento, competenza, conoscenza dei fatti. Del resto i Social sono molto semplici da utilizzare e non richiedono fatica. Non richiedono di incontrarsi intorno a un tavolo, non richiedono un confronto aperto, non richiedono una preparazione all'ascolto e al dialogo con il prossimo. Sui Social di norma uno scrive la prima cosa che gli passa per la testa in quel momento, per poi magari pentirsene dopo un minuto. Ma è cosi perchè cosi è stato pensato e studiato quel mondo li. 
Tra tutti, il Social che preferisco è Facebook, su cui praticamente moltissimi, la maggior parte di quelli che conosco, ha un profilo. Li è davvero spassosa. C'è chi legge, commenta, dice cose a caso e quando glielo fai notare cambia discorso. Poi cè chi non legge e commenta azzeccandoci. Chi interviene solo per insultare. Chi scrive pensando a "spara a caso nel mucchio qualcuno colpirai". Chi fomenta, chi vuole fare il professore, chi sommessamente dice la sua, chi si erige a detentore della verità, chi parla di B quando tu parli di A. Chi sparisce e riappare a intermittenza. Chi non si fa mai vedere ma agisce e non passa le ore davanti a un pc. Chi sta zitto e mette i mi piace e chi i mi piace non li mette ma almeno non sta con le mani in mano (pardon, con le mani sulla tastiera) a perdere tempo. C'è anche chi scrive post di denuncia dicendo "tanto non serve a niente". Chi vuole attirare l'attenzione e chi farebbe di tutto per distogliere l'attenzione dicendo "è colpa di qualcuno che non sono io". 
E' il gruppo facebook  "Cassina de Pecchi" quello più "cliccato" in Paese, un mondo virtuale di incontro e scontro, spesso un rodeo dove ci si accusa a vicenda e dove vige la norma del chi butta la lamentela di turno per primo. Eppure, quando l'ho scoperto io, non era cosi. Peccato. 
Forse potremmo anche riuscire un giorno a riflette (tutti) su come stiamo trasformando questo strumento da "luogo nato per mettere in contatto tra loro i cittadini di Cassina, discutere e magari conoscere nuove persone inaspettatamente vicine a noi" in "sfogatoio di turno per le proprie frustrazioni, rabbie, delusioni e incazzature varie". Qualche domanda dovremmo pure porcela prima o poi, no?

venerdì 6 gennaio 2017

Soddisfatti e Speanzosi


Chiaro che si: siamo soddisfatti e speranzosi. 
Una gran notizia, quella dell'arrivo di 40 milioni di euro, che ci ha fatto chiudere in bellezza il 2016. 

Questo articolo qui di fianco, preso del settimanale "Radar", che è uno degli articoli del dettagliato reportage che il giornale ha fatto tra chi subisce un'ingiustizia (quella delle barriere architettoniche) e chi da tempo si batte per farla finita con quell'ingiustizia, riporta esattamente quel che penso e perché lo penso. 

Una bella soddisfazione per tutti e sono convinto che il nostro piccolo contributo (le 1637 firme raccolte a Cassina de Pecchi dal Partito Democratico) è servito a corredo di una battaglia Sociale e Istituzionale che non deve esaurirsi oggi, tutt'altro. 

Intanto ci godiamo il momento. Intanto ringraziamo il Governo per averceli messi i soldi, ringraziamo Città Metropolitana e i 6 Comuni della Martesana per aver partecipato al Bando, ringraziamo i cittadini che ci hanno affiancato in questo percorso. 

Ora facciamoci trovare preparati all'appuntamento: prima sarà pronto il Progetto specifico e prima possiamo sperare di avere una metropolitana davvero accessibile a tutti.

giovedì 5 gennaio 2017

Senso unico, parcheggi, lunghe code. Qualcosa su Via Venezia

Riporto il testo di una lettera ricevuta.

Buongiorno. a proposito di piste ciclabili.

guardate che il tratto di pista ciclabile in costruzione ,per intenderci quello di via Venezia è ,se rimarrà lo stesso senso di marcia, un vero delirio per chi ci abita.

Questo perchè per gli ABITANTI degli otre 200 appartamenti ,con il traffico  a senso unico ,si dovrà necessariamente andare sempre e solo sulla padana. Alle 7,30 / 9.00 dal luned' al venerdì  e dalle 16,00 alle 17,00 e dalle 18,alle 19,30  si forma sempre una coda .L'uscita sulla padana, in qs. orari obbliga attese di due  o tre semafori prima di uscire.( se va bene !!!).
Aumentando il traffico ,vi assicuro che lo smog creato dalle vetture in attesa è triplicato rispetto a prima.
Per cosa poi per 100 mt. di pista clclabile che poi al semaforo finisce.



fate qualche cosa per risolvere qs. situazione.



Lettera firmata



Sono diverse le mail e le segnalazioni riscontrate su questo argomento. Rispondo in unica soluzione.

Conosco personalmente la situazione che è si venuta a creare in Via Venezia a causa dei lavori di realizzazione della ciclo pedonale: quasi tutte le mattine accompagno mio figlio alla Scuola di Piazza Unità d'Italia e inevitabilmente mi trovo costretto ad attraversare la strada alle ore 8:30 del mattino (e come me molti altri). Come lei afferma si è condannati a lunghe code, almeno il tempo necessario per l'attesa di due semafori se non tre all'incrocio con Via Roma. La situazione si ripete poi, in modo meno caotico, alle 16:30, orario di uscita della Scuola. Mi sembra di poter dire (ma chiedo a lei conferma) che durante l'arco della giornata invece il traffico sia più scorrevole (e questo è positivo, perchè almeno abbiamo la certezza che è l'alta affluenza mattutina e pomeridiana - quella dei genitori che accompagnano i propri figli - a rendere difficile l'attraversamento di Via Venezia). 

Altri, come lei, hanno posto alla mia e alla nostra attenzione il problema che possiamo suddividere in tre macro categorie. 

1 - Aumento del traffico mattutino / pomeridiano e conseguente aumento dello smog nell'area della Via negli orari di entrata / uscita della Scuola Elementare; 

2 - Problema oggettivo del senso unico in uscita su Via Roma;

3 - Perdita dei parcheggi lungo la Via Venezia a causa del senso unico;

Intanto, una questione sulla quale la invito a ragionare insieme a me. La Via Venezia non è una arteria di attraversamento del Paese, non lo sarà più. La Via Venezia, proprio perchè arteria quasi centrale alla pari di Via Matteotti e Via papa Giovanni XXIII, non deve essere considerata una Via di sfogo per il traffico sud/nord e la realizzazione del senso unico (inevitabile se su questa Via si voleva inserire una pista ciclo pedonale) va proprio in questo senso. Dare alla luce una nuova strada che avrà (domani) una conformazione del tutto diversa rispetto ad oggi (proprio per la presenza di una ciclabile) è finalizzata a un'idea di strada dedicata al traffico locale, a quello pedonale e ciclabile, a chi li vi abita e alla pari un ostacolo a chi invece oggi percorre Via Venezia solo per attraversare il Paese. Le soluzioni, per chi deve andare da sud a nord di Cassina de Pecchi ci sono: Viale Trieste e Via Don Verderio (entrambe Via più larghe e più facilmente "percorribili" dalle autovetture). Questa considerazione la faccio per condividere con lei il pensiero principe che ha mosso la scelta di rendere Via Venezia una Via più stretta (per le auto) e "meno" facilmente attraversabile dal traffico veicolare: non siamo impazziti, dietro a questa scelta vi è una volontà chiara (condivisibile o meno) che vuole favorire i residenti e sopratutto l'utenza "debole" (ovvero quell'utenza che si sposta a piedi o i bicicletta, a partire dai bambini). 
Chiuso l'aspetto che riguarda l'idea di fondo che sta dietro alla nuova Via Venezia, arriviamo ai tre punti citati precedentemente. 

Aumento del traffico: come dicevo è vero e lo confermo, come del resto constatiamo quotidianamente, io, lei e tutti quelli che percorrono la strada. L'aumento del traffico però lo viviamo oggi, a cantiere aperto e con un accorgimento che ancora non è stato messo in pratica e cioè la temporizzazione del semaforo all'incrocio con Via Roma che domani, una volta regolarizzato, renderà più scorrevole l'uscita da Via Venezia. Non solo, perchè una delle ipotesi in campo, come annunciato dall'Assessore alla Viabilità Novelli su alcune testate locali, è quella di invertire il senso unico di Via Trento, in modo tale da snellire il traffico che inevitabilmente oggi si sposta nella vostra Via.

Senso unico verso nord: come si diceva prima, la realizzazione di una ciclabile imponeva la realizzazione del senso unico. E, un senso unico è una novità, che porta con se disagio per alcuni. In realtà è un disagio a metà, perchè Via Venezia, prima dei lavori, era già in parte una Via a senso unico (nel tratto che sfocia su Via Roma). Non nascondiamo nulla a nessuno: per chi ha la via d'uscita dei box e dei posti auto su Via Venezia oggi diventa più difficile andare ad esempio verso la zona sud del Paese perchè deve per forza di cose attraversare la Via Roma (verso est o verso ovest). Il problema, per quanto possa immaginare, è lieve o comunque non impattante al punto tale da rendere impossibile il cambio di abitudine. Tutti i servizi (o molti di essi) a sud di Via Roma sono nelle immediate vicinanze di Via Venezia: la Scuola, l'Asilo, il Supermercato, le Tensostrutture, raggiungibili, quest'ultime, anche (e direi sopratutto) con mezzi alternativi all'auto. 

Perdita dei parcheggi: a lavori ultimati, numeri alla mano, i parcheggi che si perderanno su Via Venezia saranno sei, quelli che fino all'inizio dei lavori erano più prossimi all'incrocio con la Padana. Questo calcolo si basa sul fatto che comunque gli altri parcheggi saranno recuperati in linea con la ciclo pedonale. I sei parcheggi che si perdono su Via Venezia saranno invece recuperati su Via Napoli (come pure è stata trovata una soluzione per la persona con disabilità che in Via Venezia risiede). 

Quanto qui riportato è un po il riassunto di quello che stiamo facendo, delle finalità e del perchè di alcune scelte.

Spero di essere riuscito a chiarire alcune sue perplessità o comunque di averle fornito uno spunto positivo per affrontare un cambiamento che ha lo scopo di rendere Cassina de Pecchi un Paese davvero a misura di uomo, donna, bambino e che tiene conto (e favorisce) anche chi non utilizza gli spostamenti con il mezzo privato. 




martedì 3 gennaio 2017

Presi sul fatto

Ci sono due possibili reazioni da parte di chi assiste in diretta a una illegalità: voltarsi dall'altra parte o denunciare. Non ho avuto dubbi Martedì 3 Gennaio in Via dell'Artigianato quando fortuitamente mi sono trovato di fronte a un paio di mascalzoni che scaricavano mobili vecchi davanti all'ingresso (chiuso per l'orario) della Piattaforma Ecologica di Via dell'Artigianato. Ho preso numero di targa del furgone di una notissima Spa del settore dell'arredamento che scaricava abusivamente e tranquillamente fuori dalla Discarica in pieno giorno (erano, più o meno, le 16 del pomeriggio) e ho immediatamente contattato il Comandante della Polizia Locale facendomi dire cosa e come fare per denunciare l'accaduto, niente di più normale insomma. La sera stessa ho inoltrato all'attenzione della PL di Cassina de Pecchi foto e numero di targa del mezzo.

Qualcuno ha il buon vizio e la pazienza di continuarmi a chiamare "Batman" del paesello, pubblicamente, ma ci rido su e continuo a fare ciò che mi sento di fare, perchè il paesello, quello in cui vivo e in cui cresce mio figlio, ha diritto a un Futuro privo degli inquinatori di ogni genere (e da oggi, di ogni orario). Questo lo faccio da Consigliere Comunale, perchè mi sento più responsabilizzato di altri, per questo piccolo ruolo pubblico, lo faccio perchè me lo chiedono i cittadini e lo continuerò a fare, ogni volta che ne avrò occasione, anche quando non avrò più nessun ruolo. Essere cittadini, oltre a che ad avere e pretendere dei diritti significa anche (e sopratutto) avere dei doveri. Io ci provo. 

Un PS doveroso, per chi non lo sapesse ancora. La Legge 22 Maggio 2015, Numero 68 (che a questo link trovate integralmente) prevede tante cose, tra cui l'introduzione nel Codice Penale dei delitti ambientali, l'obbligo di bonifica dei siti inquinati e il ripristino dei luoghi, il raddoppio dei termini di prescrizione, l'inasprimento delle sanzioni.

Ma prevede anche e sopratutto quanto segue:
 Art. 452-bis. (Inquinamento  ambientale).  -  E'  punito  con  la
reclusione da due a sei anni e con la multa da  euro  10.000  a  euro
100.000  chiunque  abusivamente  cagiona  una  compromissione  o   un
deterioramento significativi e misurabili: 
      1)  delle  acque  o  dell'aria,  o   di   porzioni   estese   o
significative del suolo o del sottosuolo; 
      2) di un ecosistema, della biodiversita', anche agraria,  della
flora o della fauna.