martedì 31 maggio 2016

Vi prego, spegnete i Pc e gli smartphone

Lunedi 30 Maggio, 17:30 del pomeriggio: una folla cresceva sempre più tra Via Bergamo e Via Napoli, in mezzo a volanti dei Carabinieri, Ambulanza, giornalisti delle testate locali. Solo dopo abbiamo scoperto, raggelando, di che si trattava. Fatti cosi ne succedono ogni giorno, ovunque. Questa volta, ahimè, è successo anche nella nostra piccola e tranquilla cittadina. Cassina de Pecchi ha scoperto e subito l'orrore di un omicidio - suicidio in ambito familiare. Un fatto che merita rispetto e silenzio, sopratutto lo meritano le due "vittime" minorenni figlie della coppia, affidate al Giudice e alla rete sociale rappresentata dal nostro Comune che si è mosso nell'immediato. Quel che posso dire io è che, purtroppo, su un fatto cosi tragico, sta vincendo ancora una volta quella stramaledetta morbosità dell'apparire a ogni costo. Ha vinto la voglia di scrivere, postare, fare allarmismo, sui social, su facebook, su twitter. I social, che ormai hanno sostituito quasi del tutto i veri rapporti umani fatti di scambio, incontri e confronti, subito sono stati presi d'assalto da gente qualunque per lasciare un messaggio, per dire la propria (anche a sproposito), per denunciare questo o quel fatto collaterale all'avvenimento che come è facile immaginare ha tenuto banco in queste ore e ancora lo farà per molto tempo. Un fatto cosi merita solo silenzio e rispetto. Per questo la chiudo qui con queste poche parole, ma lo facciano tutti e la smettano di postare frasi da film drammatici e romanzi criminali. Per una volta spegnete il Pc e lo smartphone e tornate alle vostre vite quotidiane. Ci saranno già gli speciali "televisivi", i Programmi di sciacallaggio mediatico e i tuttologi nostrani nelle prossime settimane a infastidirci con la loro presenza ossessiva e compulsiva: almeno noi, comuni cittadini, rientriamo nelle nostre case, chiudiamoci nel silenzio e ritroviamo quella serenità interrotta da una tremendo episodio che non verrà certo cancellato da facebook.

martedì 17 maggio 2016

Salviamo il Mulino Dugnani di Sant'Agata

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato dagli studi di "Che Tempo che fa" di Rai Tre l'istituzione di un fondo di 150 milioni di euro per recuperare i luoghi culturali "dimenticati". 

Fino al 31 Maggio tutti i cittadini italiani possono inviare all'attenzione del Governo un luogo pubblico da recuperare, da ristrutturare o da reinventare per il bene della collettività o un progetto culturale da finanziare.

Abbiamo colto nell'immediato questa opportunità segnalando il "Mulino Dugnani" di Sant'Agata, considerando le potenzialità che questo luogo potrebbe avere per tutta la comunità santagatese e cassinese. 


Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà".


Il Mulino Dugnani - “Resiga”

Il Mulino Dugnani è un edificio storico completamente ristrutturato che si trova lungo la Via XXV Aprile nella frazione di Sant'Agata Martesana. Pur avendo subito una trasformazione ad uso abitativo, la sala delle macine e delle macchine e le strutture che si affacciano sulla Roggia Sant'Agata mantengono le loro caratteristiche originali.

All'interno del Mulino Dugnani si trova la Sala Civica di Sant'Agata Martesana e un piccolo museo della civiltà agricola.

La Sala Civica del Mulino Dugnani è utilizzata per pochi incontri, mostre d'arte e per la celebrazione dei matrimoni.

Sant'Agata Martesana

Registrato agli atti del 1751 come un villaggio milanese di 283 abitanti saliti a 384 nel 1771, alla proclamazione del Regno d'Italia nel 1805 Sant'Agata risultava avere 400 residenti. Nel 1809 un regio decreto di Napoleone determinò la soppressione dell'autonomia municipale per annessione a Gorgonzola, ma il Comune di Sant'Agata fu poi ripristinato nel 1816. L'abitato crebbe poi discretamente, tanto che nel 1853 registrava 692 anime, salite a 740 nel 1861, un anno prima che il paese aggiungesse Martesana al proprio nome. Fu un decreto di Vittorio Emanuele II a decidere la soppressione del municipio, annettendolo a quello di Cassina de' Pecchi.

Dal punto di vista culturale, Sant'Agata ha delle proprie ricorrenze e un proprio calendario di eventi, in particolare:
  • La festa di San Fermo (9 agosto), patrono insieme a Sant'Agata del paese, che richiama gente dai paesi limitrofi per partecipare alle funzioni religiose in onore del santo e per assistere allo Spettacolo pirotecnico che chiude la festa. La festa di san Fermo è anche l'occasione in cui la gente nata e cresciuta in paese, ma per qualche motivo emigrata altrove, usa ritrovarsi.

  • Alla fine di gennaio viene bruciato un falò vicino alla chiesa per festeggiare la fine del vecchio anno e l'inizio del nuovo.

Ad oggi la frazione di Sant'Agata Martesana conta una popolazione di 1300 abitanti. Nonostante l'elevato incremento demografico registrato negli ultimi anni, la frazione soffre l'assenza di Servizi e di centri di aggregazione.
L'Oratorio, la Parrocchia e le pochissime attività commerciali sono i soli punti di incontro e di scambio presenti sulla frazione, a differenza di quanto invece offre il centro Paese ricco di luoghi di interesse culturale, sociale e ricreativo, a partire dalle Scuole, la Biblioteca, il Teatro, le tante Associazioni presenti e attive su più fronti e ambiti di interesse.


Cenni Storici

Il Mulino Dugnani risulta essere già censito nel Catasto Teresiano (1751 – 1870) e risale almeno al 1775: epoca del grande sviluppo agrario permesso dalle nuove tecniche di ingegneria idraulica e di irrigazione che proprio in quegli anni si sviluppavano nelle società agricole di tuta Europa.
Il Mulino ha origini aristocratiche: risulta essere di proprietà della Contessa Gulia Adolfredi Tadini come parte di un complesso di struttura agricole tra cui una casa, un torchio per l'olio e annessi impianti di irrigazione. Alla morte della Contessa il Mulino passa di proprietà agli eredi che lo vendono nel 1907 a Serafino Dugnani, un industriale di Bussero, che gestisce direttamente il Mulino e affianca alla sua attività classica di macinazione anche quella di segatura, intaglio e lavorazione del legno, da qui il nome “Resiga”. La proprietà del Mulino rimane alla famiglia Dugnani fino a tempi recenti, attraversando tutte le vicende del '900: durante la seconda guerra mondiale serviva per sfamare tutta la popolazione di Sant'Agata. Negli anni '60 e '70 il Mulino Dugnani è coinvolto negativamente nei processi di trasformazione e automazione dei processi agricoli, che man mano escludono l'utilizzo dei Mulini ad acqua. Il Mulino Dugnani resta in funzione, anche solo con una delle due pale, fino al 1985.

Il funzionamento del Mulino Dugnani

Il Mulino utilizzava per il suo funzionamento l'acqua della Roggia di Sant'Agata (che deriva dal Naviglio Martesana) e originariamente aveva in funzione tre ruote, ognuna delle quali raggiunta dall'acqua attraverso tre canaletti di pietra.
La macinazione avveniva attraverso due grandi macine in pietra azionate per mezzo del movimento delle ruote e del complesso meccanismo interno al Mulino: oggi le macine e le ruote sono ancora presenti e visibili nel piccolo museo interno del Mulino.
Dal racconto dell'ultimo mugnaio il Sig. Giuseppe Ottolina, che macinava il grano per produrre farina bianca per il pane, gialla per la polenta e per nutrire gli animali degli agricoltori della zona, si evince che il Mulino aveva oltre che una funzione “industriale”, anche e sopratutto quella sociale: un luogo di incontro, di scambio, abitato da due famiglie ma frequentato da tutti i santagatesi.

Finalità del Progetto

Fu una società che fece onore al genere umano e a quello della natura che la ospitò, a cui complessivamente riservò sufficiente rispetto e attenzione……
Che cosa ci ha insegnato, che suggerimenti di valore universale ha espresso quella società rispetto a quella in cui viviamo?
Non sembra intelligente eludere la risposta” Nino Chiovini – Scrittorie - “ Le Ceneri della Fatica”


LA RINASCITA RURALE E LE INFRASTRUTTURE COLLETTIVE

Nonostante la continua ricerca di nuove soluzioni per rilanciare la capacità attrattiva del territorio, spesso con un concetto ansiogeno di innovazione, si perde contatto con l’identità naturale della società e con quella ricchezza storica che la cultura contadina ha prodotto nel passato e che ha permesso al nostro Paese di esportare tradizioni alimentari in tutto il mondo.
Forse ci siamo proprio dimenticati di questa immensa ricchezza che non riguarda solo il prodotto finito ma tutta la filiera: la qualità delle attrezzature, l’attenzione alle materie prima ed ai dettagli.

Per unire tradizione e innovazione basterebbe fondere la memoria storica con le nuove tecnologie favorendo così la nascita di nuove strutture capaci poi di coinvolgere non solo la parte economica ed imprenditoriale del processo produttivo ma anche quella culturale e sociale.

Sono proprio le infrastrutture collettive (torchi, mulini, frantoi) a dar vita a consorzi capaci di unire più realtà territoriali promuovendo nuove forme imprenditoriali, nuovi poli di attrattivià del turismo eno gastronomico e soprattutto la salvaguardia del Patrimonio storico-culturale.

Il Mulino Dugnani rappresenta l’Identità storica della Frazione di Sant’Agata, possiamo definirlo un opera d’arte, una fotografia di un passato contadino dove la condivisione ed il sostentamento per la comunità erano le finalità di questo luogo nato vicino all’acqua ed è proprio quest’acqua che ora lo sta distruggendo.

La finalità del progetto è quella di far ripartire le due macine in pietra, restaurare gli attrezzi , gli utensili e gli ingranaggi in legno delle pale esterne salvando così la struttura dallo stato di degrado in cui versa. Il passaggio successivo è quello di coinvolgere le aziende agricole del territorio per istituire un consorzio agrario capace di promuovere nuove realtà commerciali conservando però la memoria storica del Paese: il fine è quello di riconsegnare al Mulino Dugnani parte della sua sua natura originaria facendo nascere in questo luogo anche un polo attrattivo per la comunità santagatese e cassinese e un riferimento turistico per l'intera zona dell'Adda Martesana, sviluppando itinerari di interesse e coinvolgendo la Scuola con Progetti per la conservazione del patrimonio storico culturale del Mulino stesso.

Nel giro di pochi giorni sono arrivate più di settemila segnalazioni da tutta Italia. Ecco perchè è importante che tutti partecipino a questa "Campagna" per salvare il Mulino Dugnani. Farlo è semplicissimo, è sufficente inviare una mail all'indirizzo di posta elettronica: bellezza@governo.it segnalando il Mulino Dugnani e allegando una foto. 

In oltre abbiamo attivato una pagina facebook di sostegno all'iniziativa cassinaese, per seguirci: https://www.facebook.com/Salviamo-il-Mulino-Dugnani-566493446861919/

Ce la faremo, insieme. 


giovedì 12 maggio 2016

Sembra impossibile, finchè non viene realizzato

Le parole che fanno da "titolo" a questo articolo sono di Nelson Mandela e sono impresse sul muro della ex casetta del custode di Via Radioamatori. 
Mi sono fermato ad osservarle in occasione della giornata del "Nido aperto" dedicata a tutte le mamme e ai papà che hanno iscritto i loro piccoli al "Pesciolino Rosso".
Mentre osservavo quella frase così carica di significato mi è tornato alla mente un vecchio articolo che sono andato a recuperare. Era il 25 Aprile del 2014 quando scrissi queste parole sul futuro di Cassina de Pecchi. Allora era appena cominciata la Campagna Elettorale per le elezioni amministrative. L'entusiasmo che mi contraddistingueva allora (e che mi contraddistingue anche oggi) mi spinse a mettere nero su bianco le cose su cui mi sarei impegnato (insieme ai miei compagni di viaggio) nel caso in cui fossi stato eletto. Una sorta di road map da seguire frutto di ciò che ritenevo fossero le priorità per il nostro paese. Ebbene, partii proprio da un principio che alcuni possono ritenere "scontato" ma che nei fatti spesso non lo è. La cura della Città, la cura delle piccole cose, la cura del "quotidiano" era ed è un tema che appunto non va trascurato. Quali erano allora i punti "deboli" su cui intervenire? Strade, marciapiedi, strutture pubbliche fatiscenti,  sicurezza.

Senza giri di parole faccio un raffronto paragonando la situazione di allora a quella di adesso, a due anni di distanza, proprio perché "sembra impossibile, fino a quando non lo fai".

Strutture pubbliche: al momento siamo messi male. Poco abbiamo fatto se non studi, analisi, incontri. Le strutture pubbliche lasciate al loro destino sono parecchie (non da noi, ma da sempre). Cascina Bindellera, ex Caserma dei Vigili, ex Scuola elementare e potrei andare ancora avanti. Il recupero e la ristrutturazione di alcune di queste strutture sono oggetto di Pgt approvato e che ora va applicato. Abbiamo due anni e mezzo di fronte a noi e molto dobbiamo fare anche se è scontato che per fare ciò che abbiamo scritto nel Pgt servono risorse. La situazione è questa: pochi i fondi a disposizione e con poche possibilità di introiti, considerati i bilanci dei Comuni sempre risicati e anche le scelte operate, come la salvaguardia del territorio (il consumo di suolo zero) che non permette di avere liquidità derivante dagli oneri di urbanizzazione (meglio dire, avremo in cassa pochi introiti derivanti dagli interventi di privati su realtà esistenti). Stando cosi la situazione, per incominciare a investire sulla riqualificazione delle nostre strutture pubbliche possiamo puntare (e sperare) a forme alternative di finanziamento (come l'accesso ai bandi che ci sono e sono pure parecchi). Realisticamente però faremo poco. Al momento abbiamo in progetto un intervento sulla casetta di Via Radioamatori (quella di cui vi parlavo all'inizio) per accedere a un finanziamento di Fondazione Cariplo sull'Housing Sociale. Dico anche (e questo è un rammarico mio personale) che già nel Settembre del 2014 (a tre mesi dell'insediamento dall'insediamento dell'Amministrazione Comunale con in mezzo l'estate) preparai un progetto (sulla carta, niente di tecnico) di recupero di quella che erroneamente è chiamata "villetta liberty" di Via Roma sempre grazie a un finanziamento che metteva a disposizione Fondazione Cariplo. Allora si decise di non procedere in quanto quella villetta e quella porzione di territorio sarebbero state oggetto di Pgt. Mi rattirsta pensare che Cernusco sul Naviglio, che fece l'operazione su un immobile di sua proprietà, riuscì (a differenza nostra) ad accedere a quel finanziamento e a ristrutturare l'immobile. 

Voto: 5

Strade e marciapiedi: a fine Aprile abbiamo asfaltato un tratto cospicuo di Via Roma. Il primo vero e massiccio intervento di questa Amministrazione Comunale. Poteva essere fatto di più, poteva essere fatto meglio. Molti i "complimenti" molte anche le critiche (ad esempio potevamo affiancare a questo intervento qualche migliaio di euro in più per sistemare le buche presenti su entrambi i lati del tratto realizzato). Altrettanto vero è che con questo primo intervento apriremo una operazione organica di sistemazione strade e marciapiedi su tutto il territorio (vi rimando al link del piano Triennale dei Lavori Pubblici, qui c'è scritto tutto: delibera Piano Triennale Lavori Pubblici). Piano votato Mercoledi 11 Maggio dal Consiglio Comunale e che prevede molti interventi attesi, urgenti e che ci impegniamo a realizzare da qui al 2019.

Voto: 6 (con buone prospettive di miglioramento se andremo avanti come ci siamo ripromessi di fare).

Sicurezza: Ho avuto modo di dirlo mille volte. Una Amministrazione Comunale seria concorre con le Forze dell'Ordine (e con la cittadinanza) per produrre politiche per la sicurezza. Non cè da inventarsi nulla ma semplicemente intervenire dove possibile con cose semplici e fattibili (ne parlai in modo dettagliato qui). A conti fatti, la nostra Amministrazione Comunale ha installato 26 telecamere e ha messo in piedi un Tavolo sulla Sicurezza, coinvolgendo diversi attori, con il fine di fare una "politica della sicurezza" condivisa. In oltre, novità di questi giorni, è stato attivato il "Numero Amico", un numero di telefono attivo h24 (di notte con registrazione e di giorno seguendo gli orari dell'Ufficio della Polizia Locale) a cui segnalare qualsiasi atto ritenuto pericoloso per la comunità (furti, tentati furti, atti di vandalismo, atti di disturbo alla quiete pubblica, ecc).

Voto: 6 


Per il momento mi fermo qui. Nelle prossime settimane estenderò il giudizio sul fatto/non fatto a tutte le altre aree di competenza dell'Amministrazione Comunale di cui, lo ricordo faccio parte. Percui la critica (o il complimento) sono fatti tanto a me, quanto ai miei colleghi Amministratori. Quanto espresso è il mio giudizio, giudizio che vale per quel che ho visto fino ad oggi. (essendo le tre citate - strutture pubbliche, sicurezza e strade - tutte aree di competenza sulle quali non ho avuto un coinvolgimento diretto, se non nel Pgt). 

Come sempre, aspetto vostri commenti.