venerdì 21 luglio 2017

Parola d'ordine: crederci

Tra rifiuti abbandonati, illuminazione che va e non va, buche sulle strade, piste ciclabili che non piacciono, Cassina de Pecchi, a detta di alcuni che imperversano con il loro spirito negativo sui social e tra l'opinione pubblica, sembra essere diventato un Paese allo sbando, abbandonato a se stesso e al suo destino. 

Chiaramente non è così, non è mai stato così è mai lo sarà. 

Cassina de Pecchi può soffrire di molto. Cassina de Pecchi può soffrire di tutti i mali di questo mondo, ma non di quello dell'abbandono, del degrado, del menefreghismo perché c'è una società viva, partecipe e allegra che rende la nostra Città bella da vivere, fosse anche solo per uno spettacolo teatrale, una competizione sportiva, un evento ludico o a sfondo solidaristico. 
Cassina de Pecchi è fatta molto di persone che la vivono solo per dormire presi come sono tutti dagli impegni quotidiani, ma anche e soprattutto da chi si spende per essa e gli esempi si sprecano. Diffidate sempre da chi vi dice il contrario, da chi vi dice che in fondo non c'è ne una che va bene in Paese e il perché è sotto gli occhi di tutti. 

A proposito di degrado (non di quello "materiale" ne parlerò in un altro momento) ma inteso come "città abbandonata", che non investe sul suo Futuro, sul suo sviluppo, sulle sue potenzialità: negli ultimi mesi a Cassina de Pecchi, questo posto sperduto e dimenticato da Dio (secondo alcuni), hanno aperto diverse attività commerciali. E' la dimostrazione più semplice che forse i "negativi a prescindere" si sbagliano. Qualcosa di rincuorante, sembrerebbe, succede anche da noi. Hanno inaugurato in Paese realtà nel mondo della ristorazione, ma anche del vestiario. Segno evidente che c'è voglia di crederci, di sfidare e vincere le paure, la crisi e le difficoltà. Segno che Cassina de Pecchi non è abbandonata a se stessa, non sarà ricordata solo per i rifiuti, non è una  città dormitorio, non è solo critica per tutto ciò che non capiamo (o che non vogliamo capire) e non è un posto in cui ci si lamenta e basta (e per fortuna!). C'è anche chi si rimbocca le maniche e ci prova. C'è chi vuole vincere le sfide.

Io sono con loro e gli auguro le migliori cose. Per loro e per la nostra Comunità.

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