Con la realizzazione degli ultimi due edifici residenziali, dei sette totali previsti, giungerà a compimento l'ultimo pezzo di quella grande operazione di riqualificazione della ex Area Nokia Siemens, operazione iniziata nel lontano 2018 con la firma della prima Convenzione tra Pubblico e Privato e che oggi, dopo modifiche, aggiornamenti, cambi di programma, vede ormai avvicinarsi il traguardo.
Con questo Articolo, che metto a disposizione di chi vorrà leggerlo, cerco di ripercorrere gli eventi che hanno caratterizzato un tratto importante della storia recente di Cassina de Pecchi, allo stesso tempo condivido qualche riflessione sullo sviluppo che la nostra Città sta conoscendo e pongo qualche domanda aperta a chiunque vorrà rispondere: il Blog, questo Blog nato ormai 11 anni fà, è pensato proprio per questo, discutere in uno spazio aperto al contributo di tutti.
Riprendo le pubblicazioni, dopo qualche mese, con lo scopo principale di confrontarmi con voi.
Buona lettura (e buona riflessione).
DA DOVE SI PARTIVA, UNA STORIA LUNGA 7 ANNI
Dal 2018 ad oggi, sono cambiate molte cose.
A cominciare dalle prospettive che sono state riposte sul progetto di rigenerazione della Ex Area Nokia-Siemens: se nel 2018 la strada era quella di una rigenerazione di una vasta porzione di territorio che avrebbe dato alla luce un'area mista tra commerciale, lavoro, servizi e memoria storica, oltre che un beneficio tangibile per il Paese, oggi, le molte modifiche alla Convenzione che si sono succedute dal 2019 con l'insediamento dell'Amministrazione Balconi, dal mio punto di vista, hanno impoverito il risultato, cancellato sogni possibili, dirottato risorse più uniche che rare su operazioni discutibili e che ho e abbiamo contestato per anni.
Nel 2018 l'idea di fondo era cogliere una opportunità, che allora si manifestò a conclusione della lunga (e travagliata) storia industriale che caratterizzò per decenni il sito produttivo della Nokia-Siemens di Via Roma e trarne il massimo risultato per Cassina de Pecchi. Cosa fatta non senza errori, parlo intanto per me, frutto allora anche di inesperienza (la mia).
Sul tavolo la possibilità tangibile di trasformare l'ex sito industriale, fermo. La vendita dell'area tra privati si tradusse in una operazione che vide sorgere un supermercato, un capannone commerciale, un ristorante a carattere sociale e di integrazione, un fast-food.
Tutto questo avrebbe portato "nelle casse" del Comune tante risorse, in termini di "Oneri", da distribuire sul Paese.
CAMBIA AMMINISTRAZIONE, CAMBIA PROSPETTIVA
Nel 2019 la nuova Amministrazione Comunale che strappò il Comune al Centrosinistra, incominciò a demolire pezzo dopo pezzo quell'idea di fondo, confermando ciò che c'era da confermare, impossibile fare altrimenti (vedi la logistica confermata, nonostante le promesse da campagna elettorale) ma stravolgendo tutto il resto. Gli Oneri Nokia furono dirottati principalmente su due Opere, nuovo Comune e Caserma della Guardia di Finanza, che definimmo da subito opere "inutili" per la Comunità (salvo poi, molti anni dopo, la stessa Amministrazione che stravolse il Progetto iniziale, cambiò in piccola parte idea, destinando una parte degli Oneri alle Scuole, dandoci ragione in estremo ritardo). L'intuizione della "Casa della Salute" (ovvero un Poliambulatorio Pubblico) fu abbandonata, lasciando al degrado la struttura consegnata poi "a rustico" (su decisione dell'Amministrazione Balconi) e oggi venduta.
Non sono serviti 5 anni di battaglie, di nascita di Comitati, di raccolte firme, di documenti su documenti portati in discussione. Fin dal principio, per la nuova Amministrazione Comunale, quell'area era allora (ed è oggi) la fotocopia di tante (e troppe) aree oggetto di "riqualificazioni" povere, tra il "solito" commerciale (supermercati/negozi) e il "solito" residenziale (spesso, dai prezzi esorbitanti) e niente più.
LE DOMANDE INEVASE
Una riqualificazione che allo stato di fatto oggi, dopo sette anni, mette in luce tutti i limiti trasversali di una politica amministrativa obbligata a seguire spesso necessità esterne a quelle Pubbliche, a prescindere dal colore dell'Amministrazione di turno.
Oggi, dopo sette anni e nella fase conclusiva di un procedimento, cosa rimane di quel luogo?
Quali i benefici reali per i cittadini?
Qual è in sostanza, l'idea di Paese che da questa "esperienza" emerge ed emergerà per i prossimi anni e soprattutto per le future generazioni?
La rigenerazione dell'ex Area Nokia, di fatto, è la più grande operazione di riconversione che il nostro territorio ha conosciuto negli ultimi decenni: può questa, per come si è evoluta, essere presa ad esempio come "modello" anche per gli anni futuri?
Dopo la fine di una lunga esperienza industriale che ha dato origine a un intervento massiccio e esteso, possiamo affermare che Cassina de Pecchi è un Comune più "ricco" con una riconversione che offre (solo, ahinoi) opportunità commerciali e residenziali?
Non ho la risposta a tutte queste domande, quel che posso però dire e che condivido qui in questo Post è un'analisi, a fine di un lungo percorso, che oggettivamente dopo 7 anni richiederebbe innanzitutto un coinvolgimento pubblico per tracciare una riga e domandarci tutti cosa rimane dei sogni e delle speranza che hanno animato il Paese e molti di noi, che su quel futuro (oggi, realtà) hanno riposto immaginazione, progettualità, idee.
ARRIVIAMO ALL'OGGI
Cassina de Pecchi e i suoi Cittadini, oggi, si vedono consegnare un luogo radicalmente diverso da sette anni fà.
In mezzo tra il Centro del Paese e l'Area commerciale (primo "lotto" della rigenerazione dell'ex complesso industriale) è sorto (in realtà, sta sorgendo) un nuovo e imponente Quartiere residenziale.
Qualcuno, dell'attuale Amministrazione Comunale, che è la stessa di prima che ha gestito in tutti questi anni la trasformazione, mi contestò questa parola: "quartiere". Oggi, e a brevissimo, quando le ruspe lasceranno posto al risultato, di fronte ci troviamo e ci troveremo un Quartiere vero e proprio, difficile non definirlo in questo modo. Un nuovo e imponente Quartiere, fatto di Palazzi di 7 piani, nuove strade, parcheggi e cemento. Tanto cemento: abbiamo provato in Consiglio Comunale da oppositori alla prima Giunta Balconi, in occasione dell'approvazione del Piano di Intervento del Lotto 4, nel lontano 2021, a proporre soluzioni diverse e più vicine alle esigenze collettive.
Sul tavolo, mettemmo 18 Osservazioni (ovvero, proposte alternative) a quel Piano, quello che a breve vedremo realizzato, tutte respinte.
E, puntualmente, i problemi focalizzati allora, che abbiamo cercato di mitigare con le nostre proposte non accolte, li vediamo tutti oggi, a cominciare da un nuovo Quartiere "per pochi", senza anima, che non offre nulla se non se stesso.
Avevamo proposto, innanzitutto, di destinare una quota dell'insediamento al "residenziale sociale", attraverso accordi specifici, con formule come L'Housing Sociale, per venire incontro alle giovani coppie, agli anziani soli, a quella fetta di popolazione che ha un reddito troppo basso per poter aspirare al mercato libero: inascoltati.
Avevamo proposto di rinunciare a uno dei 7 imponenti palazzi, per realizzare un "polmone verde" attrezzato per i più piccoli con percorsi ciclopedonali, connettendo anche l'area verde della Bocciofila, del Centro Borsellino e della Croce Bianca, un "Bosco Urbano", un'area veramente di mitigazione ambientale: inascoltati.
Avevamo proposto di sfruttare questa riconversione per incominciare a guardare alla "Cassina de Pecchi" del futuro, per un Quartiere simile a quelli che si sviluppano nel resto d'Europa, mettendo al centro e coniugano elementi quali la sostenibilità ambientale, quella sociale, una Città efficiente e innovativa, ricorrendo alla bioedilizia, con l'utilizzo di materiali naturali e a impatto zero, per la riduzione dei consumi e l'efficientamento energetico: inascoltati.
Oltre a queste, altre proposte, come lo stralcio del nuovo Municipio e della Caserma, posizione condivisa da centinaia di Cittadini; il potenziamento, necessario, dei Servizi, a cominciare dalle Scuole e dalle strutture sportive, a fronte di tanti nuovi abitanti; misure di "tutela" viabilistica (e ambientale) per Via Mazzini e per l'asse centrale del Paese; una progettualità specifica su Sant'Agata, ad esempio destinando la ex Scuola all'inclusione sociale e al "dopo di noi"; avevamo chiesto tante modifiche alla Convenzione, per equilibrare a favore del Pubblico la stessa; avevamo chiesto delucidazione sugli stalli di sosta (pochi, come infatti sono pochi) e sui campi elettromagnetici, sottoponendo gli studi fatti ad enti quali Arpa.
Tutto questo è stato respinto e non accettato (se qualcuno vuole approfondire le proposte fatte allora A QUESTO LINK trovate nel dettaglio le 18 Osservazioni presentate).
CONCLUSIONI: E' QUESTO L'IDEA DI PAESE A CUI ASPIRIAMO?
E, dunque, al netto della contrarietà che rimane tale a utilizzare gli Oneri per Caserma e nuovo Comune (di cui, tra l'altro, ancora non vediamo risultati tangibili, dovè il nuovo Comune? dovè la Guardia di Finanza?) a conclusione di questo lungo articolo, per chiudere e rispondere almeno in parte alla domanda iniziale"cosa rimane a Cassina de Pecchi di quella che tutti consideravano una grande e irripetibile occasione di sviluppo?" Mi rammarica ammettere che rimane ben poco. Lo ridico, per errori di allora, quando in Amministrazione c'era il centrosinistra e soprattutto per errori dopo, quando è arrivata un'altra Amministrazione. Oggi, ai nostri occhi rimane (rimarrà a breve) una pura operazione edilizia, per la realizzazione di un nuovo quartiere destinato alla residenza di più di 400 Cittadini, che ha sfruttato un alto coefficiente edificatorio e di contro, prevede una bassa e non significativa previsione di elementi qualitativi ambientali, umani, sociali.
A seguito delle vicende che hanno interessato la Città di Milano questa estate, si dibatte sull'efficacia di una politica amministrativa che senz'altro ha "migliorato" la qualità della vita nella metropoli milanese dando un volto moderno e davvero "europeo" a Milano, ma che di contro, ad esempio, non è stata in grado di sviluppare politiche abitative vicino alle "persone Comuni". Una Città esclusiva, "per chi può permetterselo", con l'aggravante che il nuovo Quartiere ex Nokia (a differenza di Milano e delle vaste riqualificazioni che hanno interessato Milano negli ultimi 20 anni) non offre nulla. Se sul piatto mettiamo anche il dibattito in corso "sull'Ospedale della Martesana" un ragionamento, su questo, poteva, anzi doveva, essere fatto (prima, non dopo).
A maggior ragione se consideriamo la "S"vendita degli spazi pubblici, lì in quell'area, quello che doveva essere il Poliambulatorio che è stato venduto a un privato, per farci business. E, a qualche chilometro, l'ex Scuola di Sant'Agata, futura Caserma della Guardia di Finanza, sottraendo un altra struttura alla collettività.
Sono tre, dal mio punto di vista, i punti di confronto che a termine di questa operazione, devono essere affrontati adesso e per la Cassina de Pecchi del futuro prossimo
- Sviluppare politiche abitative a prezzi accessibili;
- Coniugare lo sviluppo urbano alla tutela ambientale;
- Ampliare i Servizi e gli spazi Pubblici;
Quella che sta emergendo a Cassina invece, è un'idea di Paese di oggi e soprattutto di domani, che non ha saputo affrontare nessuno dei tre punti di confronto. Un'idea di Paese esclusiva, che riduce gli spazi comuni, che sottrae opportunità e crea condizioni per pochi. un'idea, la mia e mi auguro anche sia l'idea della stragrande maggioranza dei cassinesi, che prevede di mettere al centro gli interessi collettivi.
Oggi, dopo 7 anni, a risultato quasi finito, alla ex Nokia, è evidente: di interessi collettivi ne sono rimasti ben pochi.
Il rischio, tangibile, è che lo sviluppo attuale e prossimo delle nostre Città sia questo, come modello ripetitivo che tende a guardare innanzitutto al profitto e a fare a meno di umanità: apriamo un dibattito dal basso. Io ci sono.




Condivido in toto le riflessioni di Andrea Parma, circa le mancate opportunità di arricchire il patrimonio edilizio Sociale date dalla convenzione Nokia.
RispondiEliminaAd oggi e prossimamente quasi nulla si realizzerà a beneficio della comunità.
Dopo anni in cui l'operatore ha realizzato quanto voluto le uniche opere a computo oneri realizzate sono la ritonda(propedeutica all'area commerciale) e il parcheggio dello stadio.
Continua la mercificazione del patrimonio pubblico, vedi Casa della Salute, area ex campo di calcio di via Trieste rinunciando ad affrontare le vere esigenze sanitarie, sportive, scolastiche e sociali del paese, aggravate dal nuovo quartiere residenziale.
A pagare questa incapacità di visione e mancata sensibilità sociale saranno sopratutto i cittadini più giovani a cui lasciamo un paese socialmente impoverito.
Fotografia dell’attuale situazione quanto più dettagliata e concreta nella visione attuale. Certamente si, con più lungimiranza quell’area – veramente importante – avrebbe dovuto essere un’eccellenza per tutti noi di Cassina ed anche della Martesana. Avrebbe dovuto a mio avviso:
RispondiElimina• Mantenere le radici storiche di un’entità di estrazione produttiva industriale
• Avrebbe dovuto contenere – certamente – al posto della logistica quelle aree inizialmente previste dall’allora Amministrazione di Centro sinistra di carattere artigianale per far si che anche le imprese locali potessero usufruire di spazi di 200-300 mq l’una
• Avrebbero potuto avere al posto dei 7 palazzi da 6 piani (o forse oltre) alcune abitazioni a schiera che certo non andavano ad impattare sul paesaggio e certamente non toglievano il sole alla via Naviglio piccolo
• Ci sarebbe stato un albergo – Cassina de’ Pecchi è forse l’unico comune della zona che ne è sprovvisto
• Ci sarebbe il museo dell’elettronica che ricorda i fasti della nostra era industriale che ha visto la nascita della trasmissione GSM prima e dell’epopea dei cellulari dopo
Vedi caro Andrea io ricordo che oltre 10 anni fa si formò – sotto l’egida dell’Amministrazione Mandelli – una Commissione di esperti che aveva dato questo volto. Conservo da qualche parte ancora i disegni e le relazioni.
A qualcuno della coalizione però la cosa non stava bene e – per il bene comune – non abbiamo (quasi) nulla di quello che ci si aspettava . In compenso in via Naviglio piccolo ora non batte il sole.
Peccato. Occasione persa.
Un grazie – grazie davvero – per il tuo impegno nel tenere vive le circostanze e far pensare. A volte fa bene !