“Volete voi che la Regione Lombardia, in considerazione della sua specialità, nel quadro dell’unità nazionale, intraprenda le iniziative istituzionali necessarie per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e con riferimento a ogni materia legislativa per cui tale procedimento sia ammesso in base all’articolo richiamato?”
A leggere il testo del quesito referendario a cui i lombardi saranno chiamati a rispondere il prossimo 22 Ottobre tutti (o quasi) direbbero: Sì, lo voglio. E non ci sarebbe nulla di male, anzi. Quest'oggi vi parlerò di questo fatto, che comincia a circolare tra l'opinione pubblica proprio in questi caldi giorni d'estate, come se, dopo i sonni tranquilli di un Presidente di Regione più impegno a star dietro alle sue vicende giudiziarie, tutto d'un tratto, accortosi che la fine legislatura si avvicina, si svegliasse per dire "Ragazzi, ci siamo: a Ottobre arriva l'autonomia!"
La Lombardia e i lombardi vogliono da sempre maggiore autonomia, maggiori risorse in base ai contributi che versano allo Stato, maggiori risultati in termini di Servizi, di efficienza, di gestione delle proprie potenzialità. Non solo lo vogliono e lo vogliamo "idealmente", lo vogliono e lo vogliamo anche perché è la realtà delle cose a dire che la nostra Regione e la totalità delle regioni del nord Italia ricevono "poco" a fronte di tanto che cedono invece allo Stato. Ricevono poco e ricevono male. E il che non è compatibile con il dato, inconfutabile, che Regione Lombardia è tra le Regioni più ricche d'Europa, se non la più ricca, che più delle altre contribuisce in termini di fiscalità generale ai Bilanci dello Stato centrale. La Lombardia e le Regioni del nord Italia, proprio in virtù della loro "virtuosità", ogni anno cedono allo Stato un residuo fiscale (e cioè la differenza di entrate e spese) di quasi 53,9 miliardi di euro. Ovvero, ogni lombardo, ogni anno, contribuisce alla solidarietà verso le Regioni più in difficoltà con 5500 euro pro capite. A fronte di quel che "esce", meno della metà rientra, solo 2500 euro pro capite ritornano "nelle tasche" dei contribuenti lombardi. Un paradosso, se solo pensiamo al fatto che le 5 Regioni a "Statuto Speciale" (ovvero Sicilia, Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta, Sardegna e Friuli Venezia Giulia) hanno un importante privilegio fiscale rispetto a tutte le altre Regioni italiane perchè possono trattenere quasi tutte le imposte (Iva e Irpef) pagate dai loro cittadini e chiaramente il ritorno pro capite è ben più elevato che quello descritto prima per noi lombardi.
Dunque si, a fronte di quanto detto, che è niente rispetto ai ragionamenti ventennali sul "federalismo fiscale" e sull'autonomia in generale, tutti in Lombardia vogliamo più autonomia. Tutti la vogliamo e tutti la sogniamo da almeno 20 anni. Non solo: la vogliamo così tanto che per 5 legislature di fila i lombardi hanno scelto il centrodestra perchè la Lega Nord e Forza Italia promettono da sempre di applicarla l'autonomia. Perché credevano, i lombardi, che con la Lega Nord e Forza Italia il sogno di una Regione autonoma, sotto il profilo fiscale, si sarebbe avverato. E invece no, niente di tutto questo è avvenuto. Nonostante i 5 mandati. Maroni (e prima di lui Formigoni, per 4 mandati consecutivi) non sono riusciti a far quello che adesso ci vogliono far credere riusciranno a fare attraverso un referendum costosissimo (si stima 50 milioni di euro) che ha tutto il sapore di uno spot (a spese dei lombardi) per il lancio della Campagna Elettorale di Maroni e del centrodestra, in vista della sfida elettorale lombarda del 2018, che si svolgerà 4 mesi dopo il 22 Ottobre.
Dal 1994 il centrodestra governa Regione Lombardia. E Governa la nostra Regione sulla base di parole d'ordine tra cui l'autonomia, più autonomia: non so voi che leggete, ma a me viene da ridere, se non fosse tutto drammaticamente vero. Il centrodestra per 20 anni non fa ciò che avrebbe dovuto fare (e cioè applicare l'articolo 116 terzo comma della Costituzione Italiana) ma piuttosto chiede ai lombardi attraverso un referendum se può "intraprendere le iniziative istituzionali per chiedere allo Stato ulteriori forme di autonomia" cioè chiede il permesso ai lombardi di poter iniziare un percorso previsto tra l'altro dalla nostra Costituzione. Perché di questo stiamo parlando: il Sì al referendum non da automaticamente più autonomia alla Lombardia. Il Si al referendum semmai sarà una conferma di quel che i lombardi vogliono. Il punto, in soldoni, è il seguente: ve ne è la necessità? E' necessario spendere 50 milioni di euro (senza contare i costi strabilianti che Regione Lombardia sta investendo nella Campagna pubblicitaria del referendum - si parla di 1,5 milioni di euro già spesi a più di 4 mesi di distanza dal Referendum - basta andare in una qualsiasi grande città lombarda e ve ne rendete conto dei mega manifesti appesi per le strade) per farci dire quel che tutti sappiamo? secondo me no. Secondo me (e secondo la logica) è molto più immediato e concreto quel che invece Regione Emilia Romagna ha annunciato di fare: un tavolo di confronto con il Governo per applicarlo subito l'Articolo 116 senza chiedere il permesso ai suoi cittadini (e soprattutto senza fargli spendere un euro).
Non è che Regione Emilia Romagna è più intelligente di Regione Lombardia, forse semplicemente è governata da gente seria, che non fa spot, ma fatti.
Avremmo modo comunque di parlarne ancora. Per il momento ci fermiamo qui: è che la vista improvvisa di un manifesto pro Referendum anche a Cassina con quella scritta fuorviante "Referendum per l'autonomia" mi ha mandato il pranzo di traverso.
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