
Non so quale sia il giudizio di chi sta leggendo queste righe in questo momento. Vi dico la mia: io penso che vi è stata e che vi è in corso una gran rivoluzione in senso peggiorativo delle condizioni del Lavoro. Non negli ultimi anni, non con il Governo Renzi, ma ormai e ahimè è una costante degli ultimi decenni. Ci sono cresciuto con questo "stato di fatto": il Lavoro manca, per tanti. Il tasso di disoccupazione si attesta intorno al 12% (negli Stati Uniti o in Germania è fermo da tempo al 4-5%). Il Lavoro manca, sopratutto per i giovani: i dati dicono di un 41% di disoccupazione giovanile. Il Lavoro quando c'è è precario, sotto pagato, sfruttato. Ve lo dice uno che è precario da quando ha perso, per la seconda volta in vita sua, un lavoro stabile.
Oggi, la nuova frontiera, in questa brutta situazione, sembra essere quella appunto dei voucher, i famigerati "buoni lavoro" dell'Inps a cui ricorrono tantissime Aziende italiane, grandi o piccole che siano.
Intanto, un po di storia. I voucher vengono introdotti nel 2003 con l'obiettivo di remunerare forme di lavoro o collaborazione, come le pulizie, le ripetizioni scolastiche, per i lavori stagionali o nel settore del turismo. Come funziona? il Datore di lavoro acquista i voucher dal valore di 10 euro attraverso i quali "paga" la prestazione lavorativa. Al lavoratore vanno in tasca 7,5 euro e i restanti 2,5 euro vanno a Inail e Inps, che in cambio forniscono una copertura contributiva e assicurativa. Nel corso degli anni tre Governi sono intervenuti, dal 2003 ad oggi, modificando la normativa sui voucher: dapprima Berlusconi, poi Fornero e infine Renzi, che ha alzato, quest'ultimo, da 5000 a 7000 euro netti la cifra massima che un lavoratore può acquisire in un anno attraverso voucher. In sostanza negli ultimi 13 anni il ricorso ai Buoni Lavoro in Italia è aumentato a dismisura e abbraccia qualsiasi tipologia di occupazione, a differenza dei primi anni in cui le categorie erano poche e ristrette a determinate tipologie.
Alcuni numeri: 140 milioni di ore retribuite attraverso voucher nel 2016, un incremento del 32% rispetto al 2015 e del 67% nel 2015 rispetto al 2014. E' evidente che qualcosa non funziona e che bisogna intervenire per invertire questa tendenza, snaturata rispetto a quanto pensato all'inizio (per chi ne volesse sapere di più suggerisco la lettura di questo articolo molto dettagliato).

Per ora mi fermo qui, dicendovi che non mi arrendo a un Paese che umilia le speranze dei giovani, che lascia sul lastrico i 50enni che perdono l'occupazione, che crede che il jobs Act sia la sola strada percorribile. Nelle prossime settimane ne parlerò ancora, alla prossima.
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