Cassina de
Pecchi, 18 Ottobre 2016
MOZIONE
D’ORDINE
OGGETTO:
RICHIESTA DI UN CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO AD ALEPPO
“In
massimo due mesi, due mesi e mezzo, la Città di Aleppo potrebbe
essere totalmente distrutta. E migliaia di persone, non terroristi,
saranno morte mentre festeggeremo il Natale”.
Queste
parole, durissime, sono state pronunciate dall'inviato speciale
dell'Onu per la Siria Staffan de Mistura. Un appello drammatico, che
si somma a quelli che fin'ora sono stati lanciati invano a più
livelli per chiedere un cessate il fuoco con l'obiettivo di far
transitare i convogli umanitari oggi impossibilitati a raggiungere le
zone della Città sotto assedio.
Premesso
che,
Come tutte
le guerre, quella in Siria, è una guerra atroce che ha causato
migliaia di vittime tra la popolazione civile, ha causato e causa
tutt'ora distruzione, sfollati e il dramma dei profughi, con cui
l'Italia sta facendo i conti.
Una guerra,
quella siriana, che da ormai 5 anni affligge la popolazione e su cui
i media hanno abbassato o addirittura distolto lo sguardo, se non per
le tragiche immagini che raramente ci vengono offerte dai mezzi di
comunicazione, che fanno indignare sul momento, che rimbalzano sui
social network ma che poi, alla luce dei fatti, non imprimono una
volontà di intervento risolutore.
Una guerra
difficile da interpretare, nata nel 2011 come ribellione al
Presidente Bashar al Assade e il suo regime, proseguita come Guerra
Civile, sfociata in uno scontro tra le principali potenze regionali,
che coinvolge anche altri Paesi confinanti, a cui si è aggiunto il
conflitto tra gli sciiti e i sunniti, tra gli iraniani e i sauditi,
l'intervento americano prima e russo poi e il tutto complicato
dall'ascesa in campo dello Stato Islamico.
Una Guerra
su cui anche le fonti interne e quelle internazionali faticano a
fornire dati e numeri. Pensiamo solo che per più di un anno (dal
Febbraio 2015 al Febbraio del 2016) le Nazioni Unite hanno tenuto
fermo il bilancio dei morti a 270000, per la non verificabilità dei
numeri, che nessuno conosce con precisione. A inizio 2016
l'Osservatorio Siriano per i Diritti umani e lo stesso Staffan de
Mistura hanno scoperto e diffuso nuovi dati che parlano di 470000
morti. Tra questi, almeno 80000 sono civili, più di 13000 bambini e
quasi 9000 donne. Ai numeri crudi di un conflitto che non sembra
trovare fine, nel sesto anno dall'inizio di questa guerra, dobbiamo
sommare le migliaia di persone (quasi 20000) disperse nelle prigioni
governative, i 5000 sequestrati dello Stato Islamico, i 6000 dispersi
e i 2000 ostaggi.
Il 45% dei
siriani non ha più una casa in cui vivere, l'11,5% della popolazione
è ferita o uccisa. A questi dati sommiamo i quasi 5 milioni di
profughi, di cui 1 milione sono arrivati in Europa, 2,7 milioni in
Turchia, 1 milione in Libano, 650 mila in Giordania e 250 mila in
Iraq.
All'interno
del Paese, secondo i dati forniti a Maggio del 2016, 13,5 milioni di
persone necessitano di un aiuto umanitario, di questi un terzo, 4,5
milioni, si trovano in regioni e paesi assediati e impossibili da
raggiungere.
In questo
quadro agghiacciante, ancora più drammatica è la situazione di
Aleppo, seconda Città siriana. Qui c’è il “rischio di una
catastrofe umanitaria senza precedenti” secondo le parole del
Segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon. Negli ultimi tre mesi di
conflitto, sotto i bombardamenti, 6000 tra morti e feriti ad Aleppo.
Dalle 200 mila alle 300 mila persone sono sotto assedio senza la
possibilità di lasciare i quartieri del paese. 2 milioni di persone
sono senza acqua, senza elettricità e i 130 mila bambini che vivono
ad Aleppo sono l'emblema della catastrofe umanitaria di cui parla Ban
Ki Moon.
Preso
atto che,
Tutti i
tentativi di cessate il fuoco sono falliti, l'ultimo in ordine di
tempo, siglato il 10 Settembre del 2016 tra Russia e Stati Uniti, è
caduto penosamente, con la conseguenza immediata di un bombardamento
a tappeto nei quartieri a ovest della Città, quelli occupati dai
ribelli e dalle milizie jihadiste, che ha causato in 48 ore più di
300 vittime.
Premesso
e preso atto di quanto sopra,
Premesso
e preso atto che il
conflitto in Siria non è di facile soluzione e che neppure la tregua
dei combattimenti ad Aleppo concordata a parole tra le parti s'è
resa possibile,
il
Consiglio Comunale di Cassina de Pecchi approva questa Mozione
d’ordine con urgenza e impegna il Sindaco e il Presidente del
Consiglio Comunale a comunicare e inviare la medesima all'attenzione
del Presidente della Camera dei Deputati, al Presidente del Senato
della Repubblica e al Presidente del Consiglio dei Ministri affinchè
essi facciano tutto ciò che è nei loro poteri istituzionali per
continuare la sensibilizzazione del Parlamento e del Governo
italiano al fine che si possano esercitare, per le specifiche
competenze e ruoli,
le opportune
pressioni nelle Sedi internazionali per chiedere un immediato cessate
il fuoco tra le fazioni in conflitto e permettere il raggiungimento
degli
aiuti umanitari alla
popolazione civile, con
l'auspicio che ciò sia anche premessa per favorire l'avvio di un
processo di pace.
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