La Paura ha mille sfaccettature. La Paura del resto è un sentimento che ci accomuna tutti. Si ha paura di ciò che non si conosce, di ciò che non si capisce, si ha paura dell'ignoto, per azioni o scelte che potrebbero avere conseguenze negative.
TUTTI HANNO PAURA DI QUALCOSA, IO PER PRIMO
Ho paura per un futuro incerto, innanzitutto, ho paura per il mondo in cui crescerà mio figlio, sempre più piccolo, chiuso, violento e volgare.
Ho paura della criminalità che colpisce anche da noi sopratutto al nord.
Ho paura di uno Stato che ogni qual volta si ripete un disastro (Ischia) ritorna a dire le solite cose ridondanti, dimenticandosene poco dopo, fino al prossimo disastro.
Ho paura dell'odio, della rabbia, delle guerre, dei soprusi.
Ho paura, nel piccolo mondo di Paese, della paura che hanno i miei vicini, le persone che conosco, i cittadini in genere.
Ho paura, e mi corre un brivido sulla schiena, quando sento dire che c'è un senso di insicurezza nel mio Comune. Da Amministratore Pubblico mi pongo il problema e mi chiedo, ogni giorno, come poter fare per dare più sicurezza.
Ho paura quando mi fermano per strada per chiedermi "ma quanti profughi arriveranno a Cassina?" oppure quando leggo degli "zingari che rubano sotto l'Unes" . E non perchè sono talmente ingenuo da non capire che i profughi o i nomadi non sono un tema o un problema, in un piccolo e benestante, più che benestante Paese del nord est milanese. Lo capisco benissimo. Lo capisco talmente bene che è da tempo che dico che sui profughi, ad esempio, bisogna accompagnare il potenziale arrivo con azioni di concerno con la cittadinanza e che bisogna essere chiari, netti, precisi su come e dove accoglierli, in quali strutture, con quali strumenti, con quale spesa.
Lo capisco talmente bene che ad esempio, sui nomadi (la parola "zingaro" non i è mai piaciuta) che stanno sotto i portici in Centro o all'Unes bisogna intervenire in qualche modo, capendo ad esempio chi sono, da dove arrivano, dove portano i soldi: per loro e per stroncare lo sfruttamento a cui sono sottoposti, innanzitutto. E poi lo dobbiamo fare per i nostri cittadini, che necessitano di risposte. Perché su questi temi (o problemi) non si balbetta, servono parole e azioni chiare.
Ma, dicevo, che la paura, la mia paura è dovuta al fatto che spesso, sempre più spesso, anche a Cassina, colpisce e fa discutere il piccolo argomento del momento (il nomade, il furto, il profugo) e non ci si accorge, o forse nemmeno si sa, del grande fatto preoccupante e che dovrebbe fare indignare, alla pari del nomade, del furto, del profugo.
Colpisce e si discute per giorni dei murales (come sta avvenendo proprio adesso), colpisce e indigna il rave illegale, il casino dei ragazzi la notte in alcune zone e le fragole che pesano poco a Fragolosa.
Altrettanta paura dovrebbe farla la notizia, passata del tutto inosservata, del maxi sequestro a Cassina de Pecchi di 3000 tonnellate di rifiuti oleosi tossici presso una azienda di stoccaggio sita in Sant'Agata dove una organizzazione criminale frodava lo Stato e immetteva sul mercato questi prodotti tossici per l'ambiente (e per l'uomo) spacciandoli per oli combustibili.
Realtà, quella dell'azienda di stoccaggio santagatese, già finita sotto gli occhi dei riflettori per un altra vicenda datata 2015.
Realtà, quella dell'azienda di stoccaggio santagatese, già finita sotto gli occhi dei riflettori per un altra vicenda datata 2015.
Intanto, un bel grazie alla "Gazzetta della Martesana" (numero del 28 Luglio 2017) per averci informato del fatto (penso che la notizia l'abbiano data anche le altre testate locali, ma non ho avuto riscontri). E poi sappiatelo: insieme ai profughi, ai nomadi, ai furti, su cui noi continueremo a fare il nostro mestiere di Amministratori Pubblici lavorando sulla Sicurezza di tutti (mentre altri continueranno invece a discutere per ore e ore) terrò gli occhi aperti su questo caso, che ha visto, per il momento, la denuncia di 5 persone.
Terrò gli occhi aperti e proporrò che il Comune di Cassina de Pecchi si costituisca Parte Civile nel processo, qual ora il nostro territorio abbia subito danni ambientali dall'attività presubilmente (presubilmente fino a condanna) illegale svolta in quel sito.
Me lo impone il mio ruolo e ce lo impone anche la nostra morale collettiva che non può scagliarsi contro il nomade e tacere di fronte a casi come questi.
PS: di paure e di sicurezza, a 360 gradi, parlerò ancora nei prossimi giorni. Un tema troppo importante da risolvere in poche righe.
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