Ancora una volta, bella o brutta che sia, la mia faccia è finita sul giornale più letto a Cassina de Pecchi.
Sta volta però non per presentare una iniziativa o un evento. Sta volta non per fornire un punto di vista su un fatto o una scelta amministrativa. Sta volta no. Questa settimana la mia faccia è stata accostata a un articolo che tratta vicende tutte interne alla coalizione che governa Cassina de Pecchi di cui credo che alla maggioranza di chi mi sta leggendo (e alla maggioranza dei cassinesi) non interessi un fico secco. Mentre i giornali si occupano di cose noiose, vi dico cosa abbiamo fatto noi in una settimana. Nei cinque giorni passati, abbiamo protocollato al Comune di Milano 1775 firme per abbattere le barriere architettoniche alla Metropolitana; abbiamo diffuso i numeri dei lavoratori occupati dal nostro Comune tramite voucher (uno dei pochi Comuni, il nostro, che riesce a mettere insieme seppur in modo saltuario la richiesta di lavoro con le esigenze del Comune); abbiamo inaugurato un nuovo servizio di trasporto pubblico (con nuovi punti di partenza e di arrivo); abbiamo iniziato i lavori di cablatura alla Scuola Media; abbiamo inaugurato le nuove strutture sportive al Parco Gramsci; abbiamo e stiamo ancora ridisegnando su tutto il territorio la segnaletica stradale; in questo weekend ci saranno 4 (lo ripeto, 4) iniziative patrocinate che riguardano cultura, sport, sociale, sostegno ai più deboli..ma nonostante tutto questo, la mia faccia e il Partito Democratico vengono sbattuti in prima pagina per una vicenda di cui ci si dimenticherà molto presto.
Ve la faccio breve, per non annoiarvi. C'è una storiella ripetuta insistentemente da qualche politico locale agli albori e che è divenuto ormai la parodia di sé stesso (#shabadabadà #chiarelloteca #boschidenoiartri e cosi via), che racconta di una falsa lotta intestina interna alla maggioranza per accaparrarsi nuovi spazi di potere e nuove poltrone in ambito di Governo locale. La storiella, che fa scalpore, perchè punta sull'arrivismo, sull'individualismo, sulla sete di potere di cui una certa politica purtroppo ci ha abituato in 40 anni anche a Cassina de Pecchi, è stata ripresa (e sarà ripresa ancora, sono pronto a commetterci) dalle testate locali che ci vanno a nozze. C'è solo un piccolo particolare. L'articolo fa riferimento a dichiarazioni non mie e non di altri miei compagni di viaggio. Eppure la faccia che ci mette è la mia e il nome è quello del Partito che ho l'onore e l'onere di guidare.
Il giornalista deve fare il giornalista. È giusto e sacrosanto che, mentre fa il suo lavoro, il giornalista ricostruisca vicende, prenda contatti, ascolti i diretti interessati, si faccia una opinione di come vanno le cose e le racconti ai suoi lettori. Altrettanto giusto è che, siccome la faccia è sempre la mia (e non quella di un altro), io dica che questo modo di rappresentare i fatti, più teso al gossip e allo scandalo che non alla realtà, non mi piace.
Il sottoscritto (e i cassinesi) si meritano di meglio. Il sottoscritto e i cassinesi vogliono strade senza buche, l'erba tagliata, i marciapiedi percorribili, la luce che funzioni.
Vogliamo questo: e lo vogliamo non per la poltrona, ma per il bene di Cassina e dei cassinesi. Probabilmente all'ex Dc, ex Forza Italia, ex Pdl, ex Udc, ex Insieme per Cassina ed ora più intento a fare il circo con battute e battutine sui social e dal suo seguitissimo blog piuttosto che fare politica, abituati come sono da quelle parti a ragionare "per posti", interessa la poltrona (degli altri, non la sua che non ha perchè bocciato dal voto popolare di tre anni fa).
Peccato però che la Gazzetta ci sia cascata. Peccato davvero. Noi andiamo avanti.
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