Ne ho sentite di cotte e di crude su Cassina de Pecchi, fin dal primo giorno che ho messo piedi in paese: un posto piccolo e un po chiuso, un paese sostanzialmente di centrodestra, bigotto e all'antica. Un paese difficile da smuovere e da far uscire di casa, che lavora sodo, frenetico, ma che alle 20.00 alla sera è già immerso nel silenzio totale. Sarà cosi, forse è davvero cosi, ma questa prima esperienza di Festa di paese, organizzata a fine Settembre da un piccolo gruppo di volontari, tra le altre cose, è riuscita anche a smontare le dicerie che, appunto, sento da quando qui a Cassina ci sono venuto per la prima volta.
La "Festa dell'Unità e dell'Accoglienza" è andata benissimo. Per fortuna non abbiamo ascoltato quelli a noi vicini che ci hanno sconsigliato, per lunghe settimane, di farlo questo esperimento. E invece l'esperimento, quello che fino a qualche mese fa era solo un progetto, un'idea, una scommessa è diventato realtà e la Festa l'abbiamo fatta per davvero. L'abbiamo fatta, tutti insieme, senza risparmiarci. Non dormendoci la notte, lavorando e molto tra i fornelli, l'organizzazione, le corse pazze tra gli uffici comunali, che ci rimbalzavano da un posto all'altro. L'abbiamo fatta la Festa, mettendoci del nostro, in termini economici, di idee, di energie, di stoffa. Si, perchè per pensare, realizzare e mantenere per tre giorni una manifestazione come quella andata in scena il 25, 26 e 27 Settembre al Casale di stoffa ce ne vuole, e pure parecchia. Abbiamo fatto divertire bambini, famiglie, ragazzi e alla fine, ci siamo divertiti pure noi. Abbiamo regalato ai cassinesi che ci sono venuti a trovare due serate e un pomeriggio di musica gratuita, due dibattiti molto intensi e di grande qualità, giochi e spazi per tutti i gusti. Lo abbiamo fatto senza chiedere nulla in cambio, ma solo per dire che ci siamo e che ci saremo anche negli anni a venire. La Festa dell'Unità l'abbiamo fatta intanto per spezzare un muro di silenzio, a Cassina, durato per tanto, troppo tempo. E ora, dopo questa riuscitissima Prima esperienza, non ci ferma nessuno. Non ci fermano ne le polemiche, ne le stupidaggini che mi è toccato sentire e leggere sui social e sui giornali. Ma forse, quelle stupidaggini, fanno anche loro parte di quel mondo un po chiuso di cui parlavo all'inizio. Ma il cambiamento non si ferma certo davanti ai quei quattro gufi del malaugurio, che ci hanno accompagnato per tre giorni al Casale. Il cambiamento è già cominciato e Cassina de Pecchi, volente o nolente, è nel pieno del ciclone.
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