mercoledì 16 luglio 2014

Edilizia scolastica: Cassina è rimasta a bocca asciutta. E' ora di cambiare verso.

E’ di questi giorni la notizia dello sblocco dei fondi per l’edilizia scolastica. A fine Marzo, come tutti ricorderemo, il Governo, con un decreto Legge, diede la possibilità ai Comuni di andare in deroga al Patto di Stabilità per interventi di riqualificazione nelle scuole o nuovi interventi. Oggi, dopo quattro mesi da quella “promessa” che molti definirono “uno spot elettorale” del premier Matteo Renzi, i risultati sono davanti agli occhi di tutti. Con una lettera aperta agli 8000 Comuni italiani Renzi chiese specificatamente di “indicare un edificio scolastico, il valore dell’intervento, le modalità di finanziamento previste, la tempistica di realizzazione” e fare conseguentemente domanda per accedere allo sblocco dei fondi o di attingere a un nuovo contributo. Detto, fatto. Quei comuni che hanno presentato regolare domanda, a fronte di un progetto avviato, in questi giorni hanno ricevuto, con non poca sorpresa e soddisfazione, una risposta molto gradita. “Radar” di Giovedi 09/07 e la “Gazzetta” di Lunedi 14/07 danno ampio risalto alla notizia, citando gli esempi di Bussero (250000 euro); Vimodrone (quasi 50000 euro); Cologno Monzese (47000 euro); Cassano D’Adda (1.000.000 di euro); e cosi via.

Ci sono Comuni però, come Cassina de’ Pecchi (tanto per cambiare) rimasti a bocca asciutta, o meglio che hanno ottenuto pochissimo. A Cassina sono arrivati solo 7000 euro (come contributo) che è un niente rispetto alle esigenze delle scuole cittadine. Come mai? Ha pesato l’assenza di una guida politica in paese che, ai tempi del Decreto Scuola, non c’era e infatti, alla notizia della missiva del Governo ai comuni, ricordo che ci fu l’iniziativa di singoli cassinesi che presero carta e penna scrivendo di loro pugno al Premier. E’ mancata all’epoca anche la politica locale, probabilmente frastornata dalle beghe di parte, alla vigilia di una campagna elettorale, in ballo con candidati e candidature: chi avrebbe impedito, ad esempio, ai partiti cassinesi di mettersi insieme, una volta tanto, per identificare le problematiche sulla scuola e, sempre insieme, rispondere all’appello del governo? Nessuno, probabilmente. Eppure è andata in un altro modo.

Le cose adesso sono due: o continuiamo a piangerci addosso e non muoviamo un dito, nella miglior tradizione “all’italiana”, o ci mettiamo nell’ottica che i treni, come quello ormai passato sulla scuola, al prossimo giro vanno presi al volo. Possiamo permetterci di fare il contrario? Non credo proprio. Le scarse risorse, i tagli, le spese impreviste, i bilanci che non quadrano (cose con le quali i Comuni italiani sono abituati a fare i conti) devono stimolare la voglia di guardare oltre le difficoltà. Per liberarsi dal peso di una politica stanca e di una burocrazia soffocante, per tendere verso le opportunità che ci sono e che vanno cavalcate, dobbiamo agire. Gli altri lo fanno, eccome. Perchè Cernusco sul Naviglio, ad esempio, riesce a trovare i mezzi per fare gli ascensori alla fermata di Villa Fiorita? Perché alcuni comuni tra cui Cologno Monzese riescono a fare rete per captare possibili risorse provenienti da Expo’? Perché, sempre Cernusco sul Naviglio, mette in piedi un info point sulle risorse e le bellezze della martesana e noi semplicemente ci “dobbiamo accodare”?
Ai lettori l’ardua analisi e possibilmente qualche risposta.



Nessun commento:

Posta un commento