domenica 15 gennaio 2017

Ancora su Via Venezia, qualche bufala in meno e qualche verità in più

Torno sulla questione "Via Venezia" e Piste Ciclabili in genere perchè molto si discute, anche in queste ultime ore. Avevo fornito un mio giudizio cercando di dare qualche dettaglio sulla visione che sta dietro alle ciclabili settimana scorsa in risposta anche ad alcune mail ricevute. Le mail e la discussione non si sono fermate, tutt'altro e il che è un bene perchè vuol dire che Cassina de Pecchi è tutto fuorchè un Paese apatico e distratto, ma partecipe ai suoi cambiamenti, al di la di come questi vengono percepiti. 

Intanto partirei con una operazione pratica e utile, facciamo un po di pulizia sulle "panzane" che ho letto e sentito qua e la. La chiamerò operazione "smontabufale" necessaria perchè ormai grazie "all'immediatezza" dei Social le bufale sono quasi quotidiane.


Su Via Venezia ci sarà l'obbligo di svolta a sinistra, verso Cernusco Sul Naviglio. FALSO. Questa bufala di prim'ordine non l'ha messa in giro un cittadino qualsiasi, ma è sorta dopo che un Consigliere Comunale come me, forse confuso da quel segno a terra ancora presente all'incrocio con Via Roma, che non è altro che il vecchio segno pre lavori, ha pubblicato una foto. L'uscita su Via Venezia sarà tale e quale a prima dell'inizio dei lavori, a sinistra, a destra, fronte verso Via Matteotti. 

Spreco di soldi pubblici per 100 mt di pista ciclabile. FALSO. Le Piste in Via Venezia (in ultimazione), Via Volta (i lavori sono partiti in settinama), Via Donatori (da realizzare) innanzitutto coprono una superficie superiore ai 100 mt. Ma, cosa fondamentale, sono finanziate al 50% da Regione Lombardia (il Comune di Cassina de Pecchi ci aggiunge i restanti per un totale di 100 mila euro - 50000 euro da parte di Regione e 50000 euro da parte del Comune). Qualcuno potrebbe dire (come tra l'altro è avvenuto) che trattasi comunque di soldi pubblici (messi a metà direttamente da noi), ed è vero, ma così funziona. Se non avessimo avuto accesso al finanziamento non ci sarebbe stata la possibilità di realizzare l'anello delle Piste e tra l'altro non avremmo potuto impegnare i 600 mila euro, il vero "malloppo" ricevuto, quello sostanziale, che sarà utilizzato per la realizzazione della Ciclo Stazione nei pressi della Metropolitana (ovvero un luogo pubblico protetto dove lasciare in sicurezza la bicicletta per accedere alla MM2) e le altre Piste tra cui quella in Via Roma tra gli incroci di Via Don Verderio e Via Cardinal Ferrari (lato sud quindi); Via Andromeda; Villa Pompea e Via Pertini.

Le piste ciclabili sono frutto di ideologia e non di idee. FALSO. Esattamente il contrario. Quella che sta venendo alla luce è una idea precisa di Paese e di salvaguardia del diritto di tutti, in questo caso dei residenti di Via Venezia e non solo, di vivere in una Via non di passaggio, non congestionata, ma locale, dedicata a chi in Via Venezia ci vive e collegata in modo sicuro a nord e a sud del paese con una nuova pista ciclo pedonale. Quando dico "diritto di tutti" mi riferisco a tutte quelle persone che non utilizzano il mezzo privato per gli spostamenti: anziani, bimbi, ragazzi, mamme con passeggini. Non c'è nulla di ideologico in questo, ma piuttosto una forma di tutela e di sicurezza a fronte di una conformazione viabilistica che oggi fa tutto tranne che tutelare l'utenza "debole". Cosa dovremmo fare come Amministratori, infischiarcene? Non è quello che vogliamo fare e infatti non lo facciamo.

Con le Piste Ciclo Pedonali si rende difficoltoso l'attraversamento automobilistico del Paese. FALSO. Le Piste non sono fatte contro le automobili: è così in Via Donatori (dove sostanzialmente non cambia nulla rispetto a prima); è così un Via Roma angolo Via Cardinal Ferrari (dove si allarghera' l'asse stradale di Via Roma - lo spazio c'è - e si ripristineranno le "4 corsie" per la direzione est/ovest e viceversa e per l'immissione nelle laterali); non è così in Via Venezia: qui si vuole ostacolare chi utilizza la via per andare da sud a nord del Paese (lo avevo già spiegato) e il perchè è semplice.

Smontata qualche bufala girata anche fin troppo allegramente mi concentro sulle criticità su Via Venezia che ci sono, non si nasconde niente a nessuno. 
La nuova Via Venezia ne presenta almeno quattro: la curva vistosa e impattante all'incrocio con Via Trento; il senso unico e il problema del raggiungimento della zona sud del paese per chi ha l'uscita dei box in Via Venezia; le code al semaforo; la protuberanza che "invade" la corsia di marcia.

Due di queste (code e senso unico) le avevo già affrontate in altro momento, anche se  (è una constatazione) il doppio senso potrebbe anche essere ripristinato, lo spazio c'è (a discapito dei parcheggi, di tutti i parcheggi quelli in linea con la pista che inevitabilmente salterebbero).
Per quanto riguarda la curva con Via Trento effettivamente abbiamo un problema. Le auto che arrivano da Via Trento sono costrette a invadere parzialmente la corsia opposta (quella sud) sia se sono dirette verso ovest su Via Buonarroti sia se sono dirette verso nord su Via Venezia. Ulteriore motivo per invertire il senso di marcia su Via Trento (che aiuterebbe anche ad alleggerire la Via Venezia). 
Della "protuberanza" vi parlerò settimana prossima: penso che il dibattito in Città su Via Venezia non si esaurisce certo oggi. Ne avremo ancora per un po.

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