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sabato 5 novembre 2016

Riforma Costituzionale, seconda puntata. Voto Si, contro le spese pazze

Il Parlamento italiano è il più costoso e numeroso d'Europa. Questo è un primo dato di fatto. Con il Si alla Riforma Costituzionale si taglieranno 315 Senatori e 315 indennità facendo allineare l'Italia alla media degli altri Paesi europei. Questo è il secondo dato di fatto, che nemmeno gli ultras del No possono confutare. Un risultato che si avrà il giorno dopo del voto, il 5 Dicembre, non tra un anno. 
Si poteva fare di più, si poteva fare meglio. Qualcuno dice che si poteva abolirlo del tutto il Senato, vero, si poteva anche azzerare qualsiasi indennità, ma questa Riforma rappresenta nel concreto un primo, significativo passo in avanti, non indietro. La Riforma non si ferma al taglio dei Senatori. La Riforma abolisce il Cnel un Ente sorpassato e costoso, la Riforma abolisce in modo definitivo le Province e tutte le poltrone che la compongono, la Riforma mette un tetto "agli stipendi" dei Consiglieri Regionali che non potranno essere superiori a quelli dei Sindaci Capoluogo di Regione, la Riforma taglia i rimborsi ai gruppi consiliari regionali. Il risparmio calcolato si aggira sui 500 milioni di euro senza tener conto degli ulteriori risparmi che avremo grazie al fatto che il Parlamento, dopo la Riforma, sarà più snello, più veloce nel legiferare, meno burocratico. 

La Riforma Costituzionale al capitolo "costi della politica" fa un taglio strutturale e netto che una qualsiasi altra legge ordinaria, seppur spinta da sani e motivati principi, non può ottenere. 
Con la vittoria del Si la politica italiana costerà meno. Come detto prima, il Si al Referendum taglia le seguenti voci per i Senatori fatte di indennità, rimborsi spese, diaria, le facilitazioni di trasporto, gli assegni di fine mandato.
Con la vittoria del Si oltre al tetto alle indennità dei Consiglieri Regionali si tagliano subito i rimborsi ai gruppi regionali, circa 30 milioni di euro, soldi inutili (utilizzati per eventi, consulenze, spese di promozione, di pubblicità o rappresentanza) che spesso, troppo spesso, sono finiti nel calderone della corruzione e degli abusi. 
La Riforma, coraggiosamente, oltre a tagliare sprechi e i soldi alla politica, introduce un meccanismo di trasparenza nel sistema politico italiano a più livelli, istituzionale e amministrativo. Lo fa all'Articolo 97 dove si mette nero su bianco in Costituzione il principio di trasparenza nella Pubblica Amministrazione garantendo la piena accessibilità agli atti, ai dati e alle informazioni delle Amministrazioni Pubbliche da parte dei cittadini conferendo una funzione piena di controllo all'operato e alle scelte dei nostri rappresentanti.

Dicevo all'inizio che la Riforma poteva osare di più. Come ogni Riforma, passata e futura, probabilmente è incompleta. Una cosa è certa. Con i tagli "agli stipendi dei politici" le mutande verdi di Cota comprate con i nostri soldi e le tante altre vicende simili di ordinaria follia, non le vedremo mai più.

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