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sabato 6 agosto 2016

Politica, ma quanto mi costi?


Scommetto che tutti quelli che hanno letto e appreso di questa notizia hanno applaudito al taglio dei benefit al Comune di Roma. Sono con voi, nel senso che pure io ho applaudito e l'ho fatto perchè non se ne può più dei costi, elevatissimi, della politica italiana. Dunque, ogni azione che va nella direzione che taglia il superfluo è ben accetta e poco importa se quell'azione la fa uno che non è  del mio stesso colore politico. 
La notizia, positiva, mi ha però incuriosito e vi dico subito il perchè. Il taglio fatto dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale di Roma, riguarda 13 auto blu (5 a disposizione dei membri dello stesso Ufficio di Presidenza e 8 ai Capigruppo) e pone fine al privilegio di accedere alle zone Ztl, libero fino ad oggi a tutti i 48 Consiglieri Comunali capitolini. I Consiglieri Comunali romani, "penalizzati da questa decisione", saranno però forniti di una tessera annuale (gratuita) per i mezzi pubblici con il fine (oltre che quello di risparmiare) di "dare il buon esempio per incentivare i cittadini all'utilizzo dei mezzi pubblici". Tutto molto bello, tutto molto condivisibile. Ma una domanda, a me che sono Consigliere Comunale tanto quanto i miei colleghi romani, mi è sorta spontanea. Ma perchè un Consigliere Comunale di Roma può utilizzare i mezzi pubblici gratuitamente? e perchè sopratutto prima di questo taglio entrava e usciva dalle Ztl a differenza di tutti i suoi concittadini che al contrario non potevano farlo? Lasciamo perdere per un attimo le auto blu, altro scandalo per un Comune, seppur stiamo parlando della Capitale. I conti non tornano. Un Consigliere Comunale a Roma ha le stesse medesime funzioni di un Consigliere Comunale di Canicattì o di Cassina de Pecchi. L'unica differenza è che a Cassina de Pecchi i mezzi pubblici che girano in Paese non ce li abbiamo, mentre a Roma ce li hanno e da oggi li possono pure usare gratuitamente. Perchè? me lo sono chiesto a lungo e ho fatto anche alcuni paragoni. Vi dico quel che faccio io, di norma. Se cè una Riunione a cui partecipare, se cè un problema da verificare, se un cittadino chiama, se cè una Commissione a cui presiedere, se cè qualche iniziativa pubblica a cui sono invitato, bè, suonerà strano ai colleghi romani, io ci vado con i miei mezzi, a mie spese, con le mie gambe. Se prendo la metropolitana, per espletare le mie funzioni di Consigliere Comunale, me la pago. Se uso la macchina, idem. Se devo fare una fotocopia, ce li metto io i soldi. Internet, è tutto a mie spese. Pc e cellulare, sono i miei. I volantini, i manifesti, i post su fb, le mail, tutto in house (house mia, non quella comunale). Adesso, in questo momento, vi sto scrivendo dal mio vecchio pc, malconcio, mezzo scassato e con il mio personale collegamento a internet (quello di casa per cui pago un abbonamento). Con tutte le differenze del caso, tra Roma e Cassia de Pecchi, la cosa non mi quadra. Però ho deciso che rendiconterò, da Settembre, quanto mi costa l'attività da Consigliere Comunale e dopo le dovute differenze con il gettone di presenza che percepisco a ogni seduta di Consiglio Comunale, manderò il rendiconto a tutte le testate nazionali: forse, insieme ai miei colleghi romani, sul Corriere della Sera o sul Sole 24 Ore ci finisco anche io.

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