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giovedì 14 aprile 2016

Referendum del 17 Aprile, con il Cuore e con la Testa


Prima di tutto, prima di dirvi cosa farò il 17 Aprile, voglio raccontarvi una cosa. Sono un ambientalista e lo sono in modo convinto. In fondo, lo sono sempre stato. Ho sempre cercato, nel mio piccolo mondo, di adottare comportamenti di un certo tipo. Vi faccio alcuni esempi. Divido i rifiuti al minimo dettaglio e ben prima che me lo dicesse Cem Ambiente, molto prima dell'introduzione del famigerato "sacco rosso"; cerco laddove possibile di muovermi a piedi, con i mezzi pubblici o con la bicicletta, lasciando volentieri a casa l'automobile; sono iscritto a Legambiente, a Greenpeace e pure al WWF. Piccole cose forse, piccole cose per dare il mio contributo. Perché lo scrivo qui? Per smontare, innanzitutto, la prima grande bufala che vi ha raccontato una certa politica assolutista e un certo giornalismo "dalla verità in tasca" e cioè che chi è contrario al Referendum lo è perché "amico delle lobby e del petrolio": vi assicuro che non sono amico di nessuna lobby e per fortuna non ne ho mai vista nemmeno una da vicino (sinceramente faccio anche fatica a capire e a inquadrare che cosa sia realmente una lobby e ne sono molto felice, con buona pace per tutti). 
Ad ogni modo, sono un ambientalista e lo sono per scelta. Sono un ambientalista e se dovessi ragionare solo con il cuore (e non con la testa) probabilmente e inconsciamente mi metterei un bel paio di fette di salame sugli occhi e voterei Si. Se ragionassi solo con il cuore, per scegliere cosa e se votare Domenica prossima, farei riferimento alle immagini terribili che tutti ricordiamo, quelle per intenderci dei disastri ambientali causati dal petrolio avvenuti un po ovunque in giro per il mondo. Quelle immagini, mi porterebbero inevitabilmente a votare Si. Ma, ragionando anche con la testa (e non solo con il cuore) è evidente a tutti (anche agli "ecologisti" dell'ultima ora, quelli che hanno scoperto l'esistenza delle piattaforme nell'Adriatico grazie a qualche post su fb) che con il Referendum di Domenica, nell'ipotesi che si raggiunga il quorum e che vinca il SI, non scongiureremo i pericoli nei nostri mari (anche perché di pericoli i mari italiani non ne corrono) e soprattutto nulla di quello che è stato raccontato in queste settimane avverrà: non fermeremo la nostra dipendenza del petrolio (non subito e non certo per tutte le applicazioni che il petrolio ha nella nostra vita quotidiana), non cambieremo la politica energetica nostrana (che tra l'altro non è da cambiare perché sul fronte delle rinnovabili è all'avanguardia e più avanti con i numeri ve lo dimostrerò), non fermeremo le trivelle (che sono già vietate entro le 12 miglia e sulle piattaforme che vogliamo fermare con il Referendum non sono in funzione, visto che li vi è una attività di estrazione di pozzi già trivellati in precedenza). Nulla di tutto quello che vi è stato raccontato avverà. Il Si al Referendum non fermerà la nostra dipendenza cronica dell'automobile (e quindi dal petrolio); il Si al Referendum non farà investire di più nelle rinnovabili ma semmai aumenterà la nostra necessità di cercare all'estero (pagandolo a caro prezzo come già facciamo per l'energia) ciò che serve al nostro stile di vita, che, piaccia o non piaccia, oggi purtroppo si basa ancora sul consumo delle risorse naturali, con l'obiettivo, quello si, di stroncare definitivamente questa dipendenza nel giro di qualche decennio. 

Se ragionassi solo con il cuore voterei Si perché non voglio più vedere nemmeno una goccia di petrolio estratta dai pozzi (che siano in mare o a terra). Poi però mi alzo tutte le mattine e come me milioni di Italiani che vanno nel loro box e tirano fuori la loro auto, la loro moto, il loro motorino e si mettono in fila ordinata in tangenziale, in superstrada, in autostrada per raggiungere il luogo di lavoro condannati e consapevoli che passeranno una buona fetta della loro giornata in auto, perchè questo ahimè è il nostro modo di vivere, di muoverci, di consumare. Se ragiono con la testa è chiaro che oggi, adesso è impossibile fare a meno del petrolio (che viene estratto in larghissima parte a terra) e del gas (di cui il mare italiano è molto ricco). 
Se ragionassi solo con il cuore voterei Si perché vorrei i mari liberi e puliti, poi però ho (abbiamo) la necessità, tutti, di scaldarci, di cucinare con le nostre belle cucine lussuose e costose e farci la doccia calda e rilassante tutte le mattine. Se ragiono con la testa è palese che il gas metano o lo estrai tu o lo estrarranno altri per te (facendolo pagare caro). 
Se ragionassi solo con il cuore voterei Si perché vorrei pagare tutti i mesi una bolletta pulita e rispettosa dell'ambiente. Poi però scopro che il gas metano che estraiamo dai nostri mari è una fonte poco inquinante, che soddisfa il 10% del fabbisogno italiano, che è in modo riconosciuto la cosiddetta "fonte di transizione" (quella che accompagnerà il passaggio definitivo alle rinnovabili). Scopro (anzi riscopro) che il gas metano ti da una mano e te la da per davvero, sotto tanti punti di vista. 
Se ragionassi solo con il cuore voterei Si e lo farei per spegnere tutti i pozzi, tutte gli impianti e per accendere una nuova produzione energetica pulita e rinnovabile al 100%. Poi però guardo i numeri e vedo che oggi l'Italia è leader nelle fonti rinnovabili, siamo al 39%, abbiamo triplicato il loro impiego negli ultimi 15 anni, con l'obiettivo di arrivare al 50%, al 60%, al 70% e perchè no al 100%....
Cuore e testa, un bel dilemma. E poi si sa, il cuore e la testa cozzano per definizione. A chi dare seguito? Me lo sono chiesto fino all'altro ieri. Sono stato indeciso se andare a votare o meno. Poi però scopro, mio malgrado, che, al fianco dei miei amici ambientalisti (quelli di cui vi parlavo prima) si sono aggiunti partiti, partitini e chi ancora partito non lo è ma che ha tutta l'ambizione di diventarlo, con lo scopo non di fermare le trivelle (che lo ricordo sono già ferme) ma per dare una spallata a Renzi e al Governo. Quel Governo tanto odiato che riesce a mettere insieme in una battaglia improbabile dall'estrema destra, con Forza Nuova e Casapound in prima linea, alla sinistra radicale, passando per Grillo e per la destra xenofoba di Salvini e Borghezio. Insomma un bella accozzaglia, non cè che dire. Una bella armata (brancaleone mettetecelo voi che state leggendo, io l'ho solo pensato) arricchita anche dai delusi perenni, da tutti quelli che "politici ladri, tutti uguali" che non votano nemmeno sotto tortura, ma che oggi, per contarsi, forse lo faranno e andranno a votare a questo (non me ne vorranno i miei amici ambientalisti) Referendum molto discutibile, per le finalità che si pone e aggiungo io per chi è sostenuto. 
La logica partitica (e molto ruffiana) che sta dietro a questo appuntamento elettorale ha fatto sparire ogni mio dubbio. A due giorni dalla consultazione ho deciso (e l'ho deciso a malincuore) che darò ragione alla mia testa e non al mio cuore, io che ho sempre vissuto la Politica come una faccenda di impegno e di passione civile e disinteressato. Per la prima volta da quando ne ho la facoltà, non andrò a votare. E lo faccio per dare un segnale a chi si illude che la Politica e le legittime battaglie si fanno con i Referendum e con le ammucchiate anomale, invece che in Parlamento e tra 'opinione pubblica.

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