Ve la ricordate la prima regola del Fight Club? Non si parla del Fight Club.
Si, perchè le motivazioni del no alla Riforma Costituzionale oltre che deboli sono tutte accomunate dall'essere "contro" e non "a favore di..". E sopratutto sono frutto di una concezione vecchia della politica, di quella politica inconcludente fatta da personaggi come De Mita, Cicchitto, Quagliarello, Brunetta, Salvini e altri che ci hanno provato e hanno fallito, perchè i risultati dell'Italia di oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Il momento è adesso, tra due settimane si vota e qui, con questa quarta puntata che condivido con voi lettori sul perchè voto Si, mi occuperò di tre gran belle parole.
Partecipazione, semplificazione, opportunità.

Partecipazione: aumenta la partecipazione degli italiani alla cosa pubblica. La Nuova Costituzione apre alla possibilità dei Referendum Propositivi e ai Referendum di Indirizzo (a differenza di oggi che non sono disciplinati dall'ordinamento italiano, cioè non esistono). Ovvero se un nutrito numero di cittadini ritiene che il legislatore debba deliberare su una determinata materia, potranno proporlo attraverso una raccolta firme ed essere quindi promotori di Leggi. Il parere che uscirà dai Referendum Propositivi sarà vincolante per il legislatore che sarà obbligato a emanare una Legge conforme alla volontà popolare.
La partecipazione del popolo alla cosa pubblica aumenta perchè diminuisce il quorum nella sola tipologia di Referendum oggi disciplinata, quelli abrogativi. Come funziona oggi? 500000 firme e 50% più uno degli aventi diritto di voto, per essere valido. Con la Riforma Costituzionale si aggiunge un altra opportunità: se i promotori di un Rferendum raccolgono 800000 firme, il quorum si abbassa, deve votare il 50% più uno di coloro che hanno votato all'ultima tornata elettorale (tanto per intenderci, il referendum sulle trivelle sarebbe passato). Tanto per parlare di numeri: quasi la metà dei Rferendum proposti negli ultimi 70 anni non ha raggiunto il quorum. Con la Riforma Costituzionale, cambiamo verso.
Semplificazione: l'Italia ha bisogno di meno Leggi e fatte meglio. Per fare questo c'è bisogno di semplificazione ovvero cè bisogno di un Parlamento più snello e di un rapporto tra Stato ed Enti locali più chiaro. La Nuova Costituzione fa un passo significativo in questa direzione, abolendo il bicameralismo paritario e chiarendo le competenze delle Regione italiane. Un primo passo, non è la soluzione a tutti i mali,, sia chiaro. Dire no a questa Riforma, significa però lasciare tutto così com'è. Dire no significa lasciare il cittadino soffocato dalla burocrazia.

Una cosa non solo giusta, ma anche intelligente, lo scrive la Banca mondiale in un suo rapporto:
"I paesi che creano migliori opportunità e condizioni per le donne e le ragazze possono aumentare la produttività, migliorare i risultati dei bambini, rendere le istituzioni più rappresentative, e migliorare le prospettive di sviluppo per tutti".
E noi con questa Riforma, lo facciamo davvero.
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